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Il rischio deflazione in Cina

Mentre le principali economie occidentali da diversi mesi stanno affrontando fasi di elevata inflazione, in Cina si assiste ad una situazione diametralmente opposta.


Mentre sul fronte occidentale nel mese di giugno la BCE, seguendo le proprie strategie economiche, ha varato l’ennesimo innalzamento dei tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali come azione di contrasto al fenomeno inflazionistico, sul fronte orientale la Cina si trovava, e si trova tuttora, a dover fare fronte per il nono mese consecutivo a una significativa contrazione dei prezzi alla produzione – la riduzione più rapida degli ultimi 7 anni – che avviene contestualmente a prezzi al consumo che oscillano sull’orlo della deflazione.

Nello specifico, stante le analisi svolte dal National Bureau of Statistics of China, a giugno 2023 i prezzi alla produzione cinesi si sono ridotti del -5,4 per cento su base annua, una contrazione ancora più significativa di quella a cui si è assistito nel corso del mese di maggio (-4,6 per cento) e peggiore dei forecast di mercato (-5,0 per cento). Spostando l’analisi a un livello più granulare, possiamo notare che, su base mensile, la contrazione dei prezzi alla produzione è pari al -0,8 per cento, in lieve ripresa dopo il -0,9 per cento rilevato nel mese di maggio.

Cina deflazione PPI
Fonte: National Bureau of Statistics of China (link)

Sempre in base alle analisi svolte dal National Bureau of Statistics of China, possiamo notare come il Consumer Price Index (CPI) – ossia l’indice che misura l’aumento del livello generale dei prezzi, in altre parole l’inflazione al consumo per il periodo considerato – nel mese di giugno si sia contratto del -0,2 per cento su base annuale, attestandosi allo 0,0 per cento. Tale variazione è imputabile principalmente alla riduzione dei prezzi dei prodotti alimentari (-0,5 per cento) e del costo dei beni durevoli (-1,4 per cento), parzialmente compensata dall’incremento dei prezzi dei beni di uso quotidiano (+0,3 per cento) e dell’abbigliamento (+1,0 per cento). Tale indice è rimasto invariato su base mensile (-0,2 per cento) rispetto a quanto osservato nel mese di maggio.

Cina deflazione CPI
 Fonte: National Bureau of Statistics of China (link)

Essere a un passo dalla deflazione è un tema molto preoccupante tanto per l’economia cinese – in quanto l’aspettativa di prezzi ancora più bassi potrebbe indebolire ulteriormente i consumi, impantanando l’economia in una spirale in cui domanda debole e prezzi più bassi si rafforzano a vicenda – quanto per l’economia mondiale che vedrebbe un’importante contrazione del commercio internazionale, a fronte di una minor domanda cinese per prodotti esteri.

Crescita economica

Allargando l’orizzonte d’analisi, si può notare come l’economia cinese, che nel secondo trimestre ha fatto segnare +6,3 per cento, accelera rispetto ai risultati del primo trimestre (+4,5 percento), ma perde slancio rispetto alle proiezioni effettuate dagli esperti di Pechino, che stimavano +7,3 per cento.

I dati pubblicati dal National Bureau Statistics mostrano che, su base congiunturale, il Pil è cresciuto dello +0,8 per cento, un dato migliore delle attese (+0,5 per cento), inferiore al livello a cui si era attestato nel primo trimestre (+2,2 per cento) e che rappresenta, di fatto, una frenata significativa per l’economia cinese e mette in seria difficoltà il raggiungimento dell’obiettivo posto dal governo della Repubblica Popolare di una crescita del prodotto interno lordo del 5 per cento per l’anno in corso.

La conclusione della fase “zero covid”, che aveva determinato un forte rallentamento dell’economia cinese, avrebbe dovuto fungere da propulsore per l’economia del Dragone; tuttavia, quest’ultima fa fatica a riprendersi e non si lasciano attendere le pressioni su Pechino affinché intensifichi gli stimoli all’economia utili ad aumentare la fiducia dei consumatori e stabilizzare il mercato immobiliare.

Quest’ultimo, che nel primo trimestre 2023 era stato uno dei principali settori ad aver ricevuto l’impulso positivo della fine delle restrizioni Covid, stante l’indagine condotta dalla China Index Academy, mostra importanti segnali di debolezza. Nel mese di maggio, infatti, per la prima volta dall’inizio del 2023, i prezzi delle nuove abitazioni hanno subito una lieve contrazione (-0,01 per cento dal + 0,02 per cento del mese precedente), mentre le compravendite hanno subito un crollo vertiginoso pari al -18,8 per cento rispetto al mese precedente. 

Rapporti Internazionali

Dopo l’incontro avvenuto tra Joe Biden e Xi Jinping nel corso del G20 del novembre scorso, si sono susseguiti altri confronti tra vari rappresentanti delle due superpotenze, atti a stemperare a pieno le tensioni geopolitiche che si sono venute a creare soprattutto dopo lo scoppio del conflitto Russo-Ucraino e a scongiurare una possibile nuova guerra fredda. Tra i principali possiamo citare:

– il doppio incontro tra il segretario di Stato USA Antony Blinken e il responsabile politica estera del partito comunista cinese Wang Yi;

– l’incontro tra l’ambasciatore USA a Pechino Nicholas Burns e il ministro degli Esteri cinese Qin Gang;

– l’incontro tra il consigliere per la sicurezza nazionale USA Sullivan e il responsabile politica estera del partito comunista cinese Wang Yi.

Il rallentamento economico fin qui discusso avviene, quindi, in una fase molto delicata dei rapporti internazionali che intercorrono tra Washington e Pechino.

Non è un caso, quindi, che il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, i primi di luglio sia volata a Pechino, al fine di confrontarsi con i più alti funzionari cinesi, tra cui il Premier Li Qiang e l’ex vicepremier e noto esperto di economia Liu He, rispetto soprattutto ai temi legati ai settori del commercio e dell’industria dei chip ad alta tecnologia. 

Questa visita di grande importanza, della durata di quattro giorni, ha avuto come obiettivo principale quella di distendere gli animi dopo i risultati della seconda semestrale e rassicurare la Cina, e su tutti il premier Li Qiang, che gli States non prendono in considerazione un disaccoppiamento economico su vasta scala. 

Tale orientamento era stato già chiaramente espresso dalla stessa Yellen nel corso di un’audizione al Congresso avvenuta nel mese di giugno, in cui aveva apertamente affermato che un distacco totale tra le due economie avrebbe effetti catastrofici per gli USA. 

Una improvvisa separazione, infatti, non lascerebbe illesa nessuna delle due superpotenze, determinando inoltre, come riferito da funzionario del ministero delle Finanze cinese prima dell’incontro tra Yellen e Li, gravi conseguenze rispetto alle catene di approvvigionamento.

Trasponendo una delle celebri frasi di Arthur Schopenhauer, l’economia globale attualmente è come un pendolo che oscilla incessantemente tra l’inflazione troppo alta in occidente e troppo bassa in oriente. Ancora una volta avevano ragione i latini: in medio stat virtus.


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Rosario Bordino

Classe 1986, mi interesso di politica economia e diritto dell'economia. “il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta.