Croazia, nuovo membro dell’Eurozona e di Schengen
Dal 1° gennaio 2023, la Croazia ha ufficialmente adottato la moneta unica ed è entrata a far parte dell’Area Schengen. Quali conseguenze per lo Stato membro UE?
A partire dal 1° gennaio 2023, la Croazia è diventata ufficialmente membro dell’Unione Economica e Monetaria (UEM), adottando l’Euro, nonché dell’Area Schengen. Quanto precisato rappresenta una delle tappe più importanti nella storia del Paese UE in questione, poiché si tratta di un traguardo frutto di notevoli sforzi volti a soddisfare tutti i requisiti necessari per il raggiungimento di tali obiettivi.
In tale prospettiva, lo Stato croato aveva firmato – il 10 settembre 2021 – un Memorandum of Understanding (MoU) con la Commissione europea e gli Stati membri dell’Eurozona, volto ad identificare le misure pratiche che avrebbero permesso al Paese UE in esame di avviare la produzione di monete in Euro.
Al contempo, lo scorso 12 luglio, il Consiglio dell’Unione Europea aveva adottato gli ultimi atti giuridici necessari per consentire l’introduzione della moneta unica nello Stato croato, ossia una Decisione relativa all’adozione della valuta dell’UE da parte del Paese in oggetto nel 1° gennaio 2023, un Regolamento concernente l’introduzione della moneta unica in Croazia e un Regolamento riguardante il tasso di conversione euro-kuna croata (1 EUR = 7,53450 kune); adozioni, queste, che erano state precedute dalla valutazione positiva sul rispetto dei criteri di convergenza da parte dello Stato croato, espressa sia dalla Banca Centrale Europea (BCE) che dalla Commissione europea.
La transizione dalla Kuna all’Euro
Per quanto concerne la transizione dalla Kuna alla moneta unica comunitaria, è in atto in questi giorni un percorso graduale volto al progressivo ritiro della valuta croata dalla circolazione. Nel dettaglio, nelle prime due settimane del 2023, i conii verranno utilizzati contemporaneamente e, in caso di pagamento in Kune, il relativo cambio verrà dato in Euro.
A tal riguardo, l’introduzione di una diversa valuta all’interno del territorio di un Stato porta sempre con sé un forte rischio per i consumatori, i quali sentono l’esigenza di essere tutelati contro l’aumento ingiustificato dei prezzi nel periodo di transizione tra vecchio e nuovo conio. Proprio per rispondere a tali preoccupazioni, l’indicazione in doppia valuta (Kune ed Euro) è diventata obbligatoria in Croazia a partire dal 5 settembre 2022 e continuerà ad essere applicata sino alla fine del 2023.
È stata altresì prevista l’introduzione di un Codice etico delle imprese volto ad assicurare la stabilità dei prezzi di beni e servizi e fornire a tal fine un supporto agli esercenti nel ricalcolare ed esporre correttamente i prezzi medesimi. In particolare, le imprese che intenderanno aderire a tale Codice avranno il diritto di esporre il relativo logo, così acquisendo un doppio vantaggio: da un lato, come precisato poc’anzi, non commettere errori nel ricalcolare i prezzi; dall’altro, fornire ai clienti una garanzia di autenticità dei prezzi, proprio per il fatto stesso di avere usufruito del Codice, così da attenuare le preoccupazione delle clientela circa gli eventuali e ingiustificati aumenti dei prezzi.

Basti pensare che il Codice di cui si discute viene applicato dall’Ispettorato di Stato croato, il quale ha il compito di controllare, durante la fase di transizione all’Euro, la conformità dei prezzi dei prodotti e dei servizi che vengono acquistati con maggiore frequenza; aspetto, questo, che costituisce un’ulteriore garanzia per i consumatori.
L’adozione della moneta unica in Croazia è un percorso che ha seguito – come si può pacificamente dedurre – anche e soprattutto il canale degli Istituti di Credito. Nel dettaglio, la Banca nazionale croata ha provveduto ad assicurare agli Istituti di Credito commerciali banconote e monete in Euro in anticipo e questi ultimi hanno fornito a loro volta contanti della medesima valuta a negozi e altre attività commerciali.
Per quanto concerne la possibilità di effettuare il cambio Kuna-Euro, bisogna fare distinzione, a seconda del soggetto cui ci si rivolge: l’Agenzia finanziaria e gli uffici postali garantiranno tale servizio gratuitamente fino al 30 giugno 2023; le Banche commerciali, invece, opereranno in tal senso sino al 31 dicembre 2023, applicando una commissione in caso di cambio eseguito a far data dal 1° luglio 2023; la Banca centrale croata, da ultimo, effettuerà il servizio in modo gratuito, senza limiti di tempo con riferimento alle banconote e sino al 31 dicembre 2025 in caso di monete.
La Croazia nell’Area Schengen
L’Area Schengen costituisce un pilastro del progetto europeo che ha permesso di garantire la libertà di circolazione all’interno dell’UE, mediante l’abolizione dei controlli alle frontiere interne, armonizzando e rafforzando allo stesso tempo la protezione delle frontiere esterne. A tale spazio appartengono 23 Stati membri dell’Unione – esclusi Irlanda, Bulgaria, Cipro e Romania – e 4 Paesi extra-UE, quali l’Islanda, la Norvegia, la Svizzera e il Liechtenstein.
Gli Stati membri UE sopra menzionati – fatta eccezione per l’Irlanda, che ha esercitato l’opzione di non partecipazione (il c.d. opt-out) – vengono considerati come facenti parte dello Spazio Schengen, ai sensi dei rispettivi accordi di associazione Schengen con l’Unione, ma si differenziano dagli altri poiché ancora non applicano l’intero “acquis” di Schengen, ossia quel complesso di regole e disposizioni – tra cui l’Accordo e la Convenzione – volte a garantire la libera circolazione dei cittadini e la lotta alla criminalità organizzata all’interno dell’UE.
In tale prospettiva, dalla propria adesione all’Unione nel 2013, la Croazia ha applicato parti dell’acquis di Schengen, comprese quelle relative ai controlli alle frontiere esterne, alla cooperazione di polizia e all’uso del Sistema d’informazione Schengen (SIS), sino a garantire l’applicazione – a partire dal 1° gennaio 2023 – le restanti parti di tale complesso di regole, ossia quelle relative all’abolizione dei controlli alle frontiere interne e alle corrispondenti misure correlate.
Quali implicazioni?
L’adozione della moneta unica comporterà in futuro, per i cittadini e le imprese in territorio croato, benefici concreti, aumentando la trasparenza e la competitività dei mercati, nonché agevolando gli scambi commerciali. Nel dettaglio, con la Croazia, 20 Stati membri dell’UE e 347 milioni di cittadini europei condivideranno l’Euro, accrescendo la resilienza e il potere economico dell’Unione, nonché l’integrazione tra gli i Paesi UE.
Con riferimento all’Area Schengen, considerata da sempre uno spazio di valori, libertà, sicurezza e giustizia, nonché di fondamentale importanza per la stabilità e la ripresa economica, i passi compiuti dallo Stato croato contribuiranno a rendere l’Unione e, in generale, l’Europa più sicure, in virtù di una protezione rafforzata delle frontiere esterne comuni e di un’efficace cooperazione di polizia.