Green pass e vaccini: se in piazza scendono paure e slogan

Non si tratta solo di vax, no vax e free vax. Se gli slogan prendono sotto braccio le paure collettive, le piazze si riempiono di troppe urla e pochissime idee. 


Analizzando un po’ gli eventi degli ultimi giorni, manifestazioni non autorizzate, rivendicazioni di «libertà», lotte di piazza, sembra ovvio come alcuni movimenti stiano rialzando la testa dal fango per ritrovare e acquisire consenso popolare. Chi scende in piazza oggi potrebbe essere paragonato al popolo che davanti il patibolo condannò Cristo alla croce; chi velatamente gioca sulla pancia delle masse potrebbe essere definito un moderno Pilato. I leader politici che appoggiano le marce e i cortei “No Green Pass”, di fatto manifestazioni contro uno strumento di tutela pubblica, lanciano costantemente slogan, non espliciti su tutto ma chiarissimi nei messaggi lanciati.

Esponenti della destra e della destra più dura, fino ai gruppi neofascisti, puntano direttamente all’emozione di chi in questo momento si sente spaesato e si affida alla cosiddetta “controinformazione” per rivendicare diritti e tutele che sente essere minacciati.

Parlare di diritti e di libertà non è una cosa semplice, è un argomento molto complesso che richiede molte conoscenze e che presenta miliardi di sfaccettature diverse. Gettare alla mercè di tutti, in pasto ai lupi, secoli di sofisticato pensiero e di importanti rivoluzioni è quantomeno irresponsabile. 

La questione non è risolvibile sul confronto “vaccino sì, vaccino no”, “vax, no vax, free vax” o “Green Pass necessario, Green Pass dittatura”. Sul piano prettamente politico si sta giocando la partita dei consensi per aumentarne il bacino, anche e soprattutto in vista di imminenti appuntamenti elettorali. Gli sciacalli – chi resta vago sul vaccino e chi dichiara guerra al «certificato verde» – restano costantemente alla ricerca di occasioni per potersi cibare sfruttando gli sforzi compiuti, di fatto, da macroeventi come la pandemia, la crisi economica e la crisi sociale. Giocare a spaccare, polarizzare l’opinione pubblica, gli uni contro gli altri, aumenta il livello di tensione sociale, mette a rischio la stabilità di un sistema.

Governo in croce, neofascisti in strada

Cristo in croce è diventato martire e divinità, ma lui non fu predestinato. Mettere in croce le scelte di singoli individui ai vertici di ministeri della Repubblica, che hanno come unico obiettivo il benessere di tutti (fisico, mentale ed economico) non li farà diventare né martiri né divinità; rischia solo di far perdere ulteriormente fiducia nelle istituzioni.

La narrazione è palesemente distorta: in piazza sono presenti movimenti politici di estrema destra come Forza Nuova e Casapound (che appoggiano regimi dittatoriali e limitazioni di libertà individuale) che urlano, paradossalmente, alla dittatura. Rivendicando la libertà sulle decisioni in merito agli interventi da fare “sul proprio corpo”, questi movimenti politici sottolineano un’incoerenza di fondo: propagano presso i propri canali e i propri supporter l’idea che bisogna essere liberi di scegliere se farsi inoculare o meno, ma che non si può essere liberi di scegliere con chi andare a letto o in che posto del mondo vivere.

Notizie fake e paure (vere) incontrollabili

Ci si trova, come sempre più spesso accade, davanti a brutture della realtà, dove le teorie più fantasiose diventano verità, dove si ha la difficoltà a comprendere quanto scritto in un articolo o ancora si ha difficoltà a comprendere l’attendibilità di un articolo o la difficoltà a leggere e contestualizzare dei dati.

E allora che fare? È importante comunicare, ancora prima che convincere, con un messaggio chiaro sulla nostra condizione civile e democratica: la nostra libertà è tutelata e anche chi non si vuole vaccinare lo è allo stesso modo, ci sono sempre altre possibilità per conquistare una vita sociale normale. Ma risulta sempre più inefficace ed è preoccupante l’aumento di soggetti che ponendosi dei dubbi si affidano a movimenti complottisti e negazionisti supportati dall’estrema destra. 

La tensione sociale aumenta, la diffidenza da ambo i lati anche. Manca un riferimento carismatico e sincero. Durante una intervista ad Atlantide su La7, il filosofo Umberto Galimberti ha definito negazionisti e complottisti come «vittime di una psicosi dettata dalla paura», non a torto in effetti. 

Nel 2015 lo psichiatra Glen Owens Gabbard ha definito che il diniego psichico è un meccanismo di difesa primitivo che permette un distacco dalla realtà circostante che potrebbe apparire destabilizzante. Questo non significa che i negazionisti sono psicotici, ma che come meccanismo di difesa presentano dei comportamenti primitivi che si riscontrano anche in soggetti schizofrenici. Oltre al diniego psichico possiamo facilmente riscontrare aggressività e ideazioni paranoidi.

Dovere delle istituzioni statali è quello di tutelare il benessere comune e non cavalcare l’onda dei consensi sfruttando debolezze ormai sempre più diffuse. La seconda non è quella del buon politico, il quale sarebbe più utile se criticato o, meglio, ignorato. Ma la storia insegna che le psicosi collettive sono più diffuse di quanto si pensi e possono portare a orrori contro l’umanità di cui vergognarsi in eterno.

Francesco Lo Secco


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