Complottismo e negazionismo in una mappa: tutte le sfumature di un’ossessione

Abbie Richards, una studentessa americana, ha costruito un diagramma del complottismo: una vera e propria mappa che classifica tutte le teorie della cospirazione.


Sembrerà una frase cospirazionista: in Italia non se ne parla. Complottismo e negazionismi sono tantissimi e diversissimi, preoccupanti più che mai nell’era del coronavirus dove scienza e ricerca vengono continuamente minate da diffidenza e nuove teorie strampalate. Nella maggior parte dei casi tendiamo ad agglomerare in un’unica grande famiglia le bugie grossolane. Primo errore. Inoltre, nel marasma delle teorie che quasi ogni anno aumentano vertiginosamente di numero, quasi si volesse confondere sempre di più lo stesso universo complottista, non si è fatta nessuna operazione “scientifica” di distinzione e studio. Secondo errore.

Ma, a dire il vero, qualcosa di simile, una giovane studentessa statunitense, Abbie Richards, l’ha realizzata. E ha avuto anche molto successo. Stiamo parlando della conspiracy chart” (diagramma del complottismo), una vera e propria mappa che suddivide una serie davvero ricca di teorie della cospirazione.

Si tratta di un resoconto quasi “storico” degli episodi ossessivi che la società ha messo in scena, accuratamente posizionati per grado di contatto con la realtà, elemento che si trova alla base del diagramma con l’indicazione grounded in reality. Sulla zona alta di questa piramide rovesciata, invece, sono posizionate le teorie del complotto più «distaccate dalla realtà» – detached from reality – e decisamente assurde che, però, godono (o hanno goduto) di ampio consenso. 

Per ogni fetta complottista della piramide è espresso il grado di pericolosità nei confronti dell’informazione e, in certi casi, anche delle persone stesse. E nonostante si tratti di un tentativo evidentemente parziale di classificazione delle teorie della cospirazione, non si può negare come un diagramma simile possa avvicinarsi a una semplificazione (una volta tanto) utile e allo stesso tempo affascinante.

L’autrice, Abbie Richards, in un’interessantissima intervista sul blog Webworm dichiara che «l’idea è nata parlando con qualcuno di cospirazioni e ho pensato che fosse ridicolo che non ci fosse un sistema per classificarle». Dice la Richards che «distinguere tra le diverse forme che una “teoria del complotto” può assumere aiuti le persone a tracciare un limite quando si diventa pericolosi». Spiegando come il grafico sia piaciuto molto, ammette: «Poi Internet ha gestito il resto».

Partendo da TikTok, che la studentessa definisce entusiasticamente «come un meme 3D con testo, immagini e audio» e «la completa democratizzazione dei contenuti, dato che ogni video creato viene giudicato in base al merito, in base alle sue prestazioni», il diagramma è rimbalzato sulle altre piattaforme social. Una testimonianza, questa, di una creatività lontana anni luce dalla definizione banale e adulta di “stupida app per adolescenti che ballano”, molto più vicina all’arte, all’attivismo e alla condivisione di informazioni di quanto si creda.

Raccontando un episodio spiacevole che l’ha coinvolta per un account satirico che ha gestito riguardante l’odio contro il golf, Richards richiama l’attenzione sull’ignoranza e sulla sottovalutazione di tutto il fenomeno social e dei suoi utilizzi scorretti e pericolosi: «Ho provato a presentare una denuncia alla polizia, ma la polizia non sapeva neanche cosa fosse il doxing e mi hanno semplicemente detto che era “colpa mia per aver pubblicato su Internet” e di “attivare le mie impostazioni di sicurezza”».

Per questo motivo, Abbie Richards ha cominciato a impegnarsi attivamente per diffondere la conoscenza di gruppi e dinamiche social che arrivano a riunire migliaia (o milioni) di utenti intorno a ideologie odiose come l’antisemitismo, il suprematismo bianco, spesso corroborate da complottismi di varia natura. Nasce così “The Conspiracy Chart”.

Partendo dal basso, dalle follie meno gravi che hanno effettivamente un contatto concreto con la realtà, vediamo citato il Bohemian Club, una setta che si riunisce in un bosco di sequoie, il Bohemian Grove, considerato un luogo animato da proprietà esoteriche. In questi campi estivi, che hanno realmente luogo, si riunirebbero esponenti politici di fama mondiale per celebrare riti pagani e orge.

Nella piramide troviamo anche MkUltra, il programma di sperimentazione del controllo mentale sugli esseri umani; è vero che si trattò di una serie di esperimenti e torture, ma è vero anche che vennero praticate con l’ausilio di metodi già ampiamente conosciuti senza alcun risultato sul “controllo del comportamento” come invece sostenuto dal complotto dei killer programmati.

Attraverso altri fenomeni con un fondamento veritiero come lo spionaggio di John Lennon da parte dell’FBI per via del suo attivismo politico, o come gli infami esperimenti di Tuskegee ai danni degli afroamericani dell’Alabama, si comprende il “bersaglio mancato” di alcune teorie che allargano a un fantomatico controllo mondiale alcuni episodi già preoccupanti e gravi di per sé, su cui riflettere senza aggiungere ulteriori connotazioni sovrasistemiche. 

Nel triangolo più basso della piramide viene citata anche la testimonianza di Nayirah, un caso di manipolazione dell’informazione al servizio della propaganda bellica statunitense nella Guerra del Golfo, capace di ingannare anche colossi come Amnesty International, schierati in difesa di affermazioni che mettevano in luce le atrocità compiute dall’Iraq in Kuwait. 

Nella mappa dei complotti la Richards inserisce anche Mockingbird – un’operazione statunitense avviata nei primi anni della Guerra Fredda al pari dello spionaggio del regime sovietico, ma speculare – e Cointelpro, altro programma di controspionaggio parzialmente illegale. E poi gli evergreen come la sorveglianza di massa compiuta dall’NSA (National Security Agency statunitense) che si fonda su una reale compravendita di dati o la grande menzogna delle aziende del tabacco che avrebbero nascosto per decenni gli effetti cancerogeni delle sigarette.

Salendo di intensità nel distacco dalla realtà in cui teniamo sempre meno “i piedi per terra”, oltrepassando la speculation line (linea della speculazione), la studentessa americana piazza sulla seconda fascia dei misteri che necessitano ancora risposte come: l’esistenza degli UFO, l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, la morte di Marilyn Monroe e di Lady Diana, l’utilizzo dell’Area 51 e gli incidenti di Roswell.

Superando la realtà conosciuta e accettabile, o come citato nella mappa «leaving reality», sbucano fuori le teorie del complotto che viaggiano attraverso fatti conditi da burle globali, personaggi ultraterreni, dalle facoltà incredibili o fantascientifici: i cerchi nel grano, realizzati dall’uomo, ma oggetto di speculazioni senza dubbio affascinanti, l’esistenza di Bigfoot, il mostro di Loch Ness, Elvis Presley ancora in vita, Greta Thunberg nei panni di una viaggiatrice nel tempo, la costruzione di Stonehenge per mano di alieni giunti sulla Terra migliaia e migliaia di anni fa. Tutte queste teorie sono classificate come «inequivocabilmente false».

Il penultimo step complottista, quello più sentito, soprattutto in questo 2020 che ha visto tanti attacchi alla scienza come non se ne vedevano da tempo, vede la classificazione di teorie in netto contrasto con le evidenze scientifiche e, in una parola, negazioniste.

Figurano infatti tra le teorie «pericolose per se stessi e per gli altri»: la negazione del surriscaldamento globale giudicato come naturale e indipendente dagli interventi dell’uomo; i danni legati al 5G e il suo diretto coinvolgimento nella pandemia da coronavirus; le cure miracolose degli oli essenziali; la creazione in laboratorio del Covid-19 (ampiamente smentita dalle evidenze sulla struttura del virus a dimostrazione della sua natura non artificiale); i rischi e il controllo degli esseri umani per mezzo dei vaccini; e per concludere l’epoca dei Giganti capaci delle grandi opere antiche e l’inesistenza dei Dinosauri sul nostro Pianeta. 

La fetta più alta e allarmante della piramide invertita è dominata da tutte quelle idee che accusano «un mondo dominato da potenti “ombra” appartenenti a delle precise élite». Siamo al di là di quella linea definita «il punto di non ritorno antisemita». Si tratta dei complottismi più potenti e forse più difficili da affrontare in una discussione tesa alla dimostrazione delle falsità su cui si basano. In molti casi si tratta della creazione di un vero e proprio pianeta parallelo da cui è difficile “portare in salvo” chi è convinto di una realtà controllata dall’alto e da pochi eletti. 

Troviamo qui il fenomeno QAnon, quel complottismo di estrema destra che ha sostenuto e sostiene l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, osteggiato da un presunto Deep State colluso con una grande rete di pedofili e praticante oscuri rituali. I sostenitori QAnon si sentono investiti di una grande responsabilità: combattere il Nuovo ordine mondiale, in una lotta iniziata proprio grazie all’elezione nel 2016 del Presidente “di rottura” rispetto al progetto stabile di dominio mondiale dell’establishment.

Il movimento QAnon ha trovato adepti anche in Europa, e in Italia i suoi sostenitori si riconoscono nella leadership leghista di Matteo Salvini che però non ha mai apertamente allontanato o sostenuto tale movimento complottista (anche se…).

Altre teorie citate da Richards nella mappa sono: il terrapiattismo, movimento che sembra continuare ad attrarre attivisti in tutto il mondo; la teoria della terra cava che strutturerebbe il Pianeta in sfere concentriche abitate o abitabili; il dominio nascosto dei Rettiliani, esseri dalle fattezze antropomorfe e rettili giunti al grande pubblico grazie alla teorizzazione di David Icke, guaritore, medium, divulgatore e scrittore, autore, fra gli altri, di titoli come La rivolta dei robot in cui si parla degli Illuminati a capo del mondo, La verità ti deve rendere libero in cui si nega l’Olocausto, e Alice nel Paese delle Meraviglie e il disastro del World Trade Center.

Ci sono poi: i microchip ideati da Bill Gates; le interferenze di George Soros su tantissime questioni, dall’immigrazione nel Mediterraneo alle elezioni americane, fino alla sua origine demoniaca; la grande menzogna dell’allunaggio avvenuto nel 1969. 

Sparsi per la mappa, sono presenti molti altri mega fake senza speranza, oltre quelli citati, che a forza di essere sottovalutati hanno riunito tanti “esclusi” in cerca di una categoria, una squadra a cui appartenere, un tifo di massa, o semplice compagnia. È il caso di dirlo: le ossessioni lasciate a se stesse non hanno mai prodotto nulla di buono. La possibilità di essere assecondati da “mamma Google” e l’umana tendenza all’aggregazione fanno il resto.


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