Libertà di stampa in Europa, il rischio di raccontare la verità

Nella giornata mondiale della libertà di stampa che si celebra oggi, 3 maggio, è necessario ricordare che il 2022 è stato uno degli anni peggiori per la libertà di stampa nel nostro continente.


«I giornalisti non dovrebbero mai dover scegliere tra dire la verità o restare in vita. Non dovrebbero mai essere costretti a trascorrere anni in prigione e spendere i propri risparmi per difendersi contro azioni legali vessatorie… Una democrazia forte ha bisogno di una stampa forte» diceva un anno fa la Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola. Ad un anno di distanza, occorre rilevare come la libertà di stampa viva minacce sempre crescenti.

Il 2022 è stato uno degli anni peggiori per il diritto alla libertà di stampa nel nostro continente. Un continuo attacco ai giornalisti che sono stati uccisi, imprigionati, sottoposti a campagne di diffamazione e perseguitati legalmente. 

A denunciare questa situazione preoccupante, sebbene non nuova agli addetti ai lavori, sono state le organizzazioni facenti parte della Piattaforma per la promozione della protezione del giornalismo e della sicurezza dei giornalisti che, il 7 marzo, hanno presentato al Consiglio d’Europa il Rapporto annuale 2023 sull’attività della piattaforma.

Pubblicato con il titolo La guerra in Europa e la lotta per il diritto di cronaca, il rapporto esamina le principali minacce alla libertà dei media in Europa e rivolge raccomandazioni al Consiglio d’Europa, all’Unione Europea e ai loro Stati membri sulle azioni necessarie per migliorare la situazione. 

Nel corso del 2022, la piattaforma ha pubblicato 289 segnalazioni di gravi minacce o attacchi alla libertà dei media in 37 Stati.

Sono stati almeno 12 i giornalisti e gli operatori dei media uccisi mentre svolgevano il loro lavoro per raccontare al mondo la guerra di aggressione della Russia all’Ucraina, e almeno altri 21 sono rimasti feriti.

I giornalisti detenuti, principalmente nelle prigioni di Turchia, Bielorussia, Russia, Azerbaigian sono 127, il 60 per cento in più rispetto al 2021. 

Il rapporto sottolinea l’importanza per le istituzioni europee e per tutti gli Stati membri di affrontare in maniera seria e risolutiva le minacce che il giornalismo sta subendo nel nostro continente, aggravate dal ritorno della guerra all’interno dei suoi confini.

La prima guerra tangibile per le nuove generazioni, abituate a vedere le notizie vorticare liberamente sui loro feed social. Notizie che per essere imbrigliate richiedono nuovi metodi vessatori accanto ai vecchi modi violenti. 

Dagli spyware per il controllo delle attività online alle molestie legali, passando per arresti, detenzioni immotivate, e violenze rimaste impunite.

Tra i provvedimenti preoccupanti, ci sono quelli messi in atto dagli Stati membri con il fine di salvaguardare la sicurezza nazionale. Il Regno Unito, ad esempio, ha presentato un disegno di legge a tal proposito, come arma per salvaguardare i propri cittadini.

La proposta porrebbe i giornalisti investigativi nella condizione di essere perseguiti con accuse di spionaggio o interferenza esterna per il solo fatto di stare svolgendo il proprio lavoro.

Il caso del Regno Unito è un esempio emblematico di una legislazione in Europa che limita le capacità dei giornalisti di esercitare la professione. La sorveglianza, la lotta alla disinformazione, la legislazione sui segreti di Stato e la lotta al terrorismo vengono spesso utilizzate come scuse per fare pressione sui giornalisti o costringerli a rivelare le loro fonti. 

Nella Giornata mondiale della Libertà di stampa, oltre a puntare i riflettori sui gravi e continui attacchi che questo diritto subisce, è importante riflettere sulle conseguenze della sua violazione. I dati preoccupanti evidenziati fin qui, infatti, lo sono ancora di più se riflettiamo sulle ripercussioni che hanno sulla vita di ognuno di noi.

In un mondo in cui un giornalista deve scegliere tra la propria vita e la narrazione della realtà, è la verità stessa ad essere in pericolo e, con essa, la possibilità di ognuno di noi di costruire un pensiero critico della realtà.


Immagine in copertina di Freepik

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