Consiglio europeo, i temi al centro dell’ultimo vertice
Covid-19 e vaccini, sicurezza e difesa, relazioni esterne e migrazioni: ecco la linea politica espressa dall’ultimo Consiglio europeo.
Il 16 dicembre scorso, il Consiglio europeo si è riunito per l’ultimo Vertice in programma per il 2021, atteso per l’importanza dei punti previsti in Agenda.
Nell’incipit delle Conclusioni prodotte alla fine del meeting, a indicare il rilievo che l’Unione Europea riserva alla questione, vi è una sezione relativa alla vaccinazione. Sul punto, l’Istituzione ha preso atto del peggioramento della situazione epidemiologica e dell’impatto della variante Omicron nel territorio dell’Unione. L’impegno che gli Stati intendono perseguire è quello di assicurare a tutti i soggetti che risiedono nei confini dell’UE la possibilità di accedere alle vaccinazioni, prevedendo adeguate dosi per effettuare i richiami vaccinali.
Nella consapevolezza dell’impatto negativo della disinformazione sulla campagna vaccinale, il Consiglio europeo ha sottolineato l’importanza di superare l’esitazione legata al carattere volontario della sottoposizione al vaccino e di incrementare, conseguentemente, la percentuale di soggetti vaccinati nel territorio dell’UE, che non ha ancora raggiunto un livello uniforme tra i 27 Stati Membri.
Sotto il profilo del coordinamento tra Paesi UE, si auspica uno sforzo condiviso per adeguare le politiche alle migliori evidenze scientifiche disponibili. In tal senso, le restrizioni dovrebbero essere sempre fondate su criteri oggettivi, nel rispetto del principio di proporzionalità, anche al fine di tutelare il funzionamento del mercato unico e di non compromettere eccessivamente la libertà di circolazione nel territorio dell’Unione.
Proprio con riferimento alla libertà di movimento nei confini dell’UE, l’Istituzione ha preso atto della necessità di adottare un approccio comune sulla validità del certificato vaccinale Covid-19 – il noto Green Pass – sul quale si annuncia un futuro intervento della Commissione europea che, sul punto, sta predisponendo un Regolamento delegato.
Dopo aver ripercorso gli aspetti interni connessi alla gestione del Covid-19, il Documento guarda al ruolo che l’Unione è chiamata a svolgere all’esterno, nella gestione della pandemia a livello globale, e definisce l’UE un leader nella gestione dell’emergenza sanitaria. Sul punto, gli Stati Membri evidenziano come l’Unione sia il maggior donatore ed esportatore di vaccini a livello mondiale. Tale sostegno, nello specifico, si struttura sia su relazioni bilaterali con singoli Stati partner, sia su iniziative internazionali, tra le quali, in primo luogo, COVAX.
In questo contesto, il miglioramento della preparazione, della capacità di risposta e della resilienza collettiva alle crisi future è considerata una priorità politica che opera su un piano trasversale, incidendo su molti settori di competenza sovranazionale.
Con riferimento al tema della sicurezza e difesa, emerge con chiarezza sia l’ambizione di acquisire una maggiore autonomia nella gestione delle crisi internazionali, sia la volontà di mantenere e rafforzare gli impegni assunti nei contesti multilaterali, tra cui le Nazioni Unite e la NATO. In particolare, il Consiglio europeo ha dichiarato che intende assumersi maggiori responsabilità per rafforzare la sicurezza e la difesa dell’Unione, dettando una linea d’azione strategica che rafforzi la capacità degli Stati Membri di agire tra loro in maniera coesa e, all’esterno, in modo più autonomo.
Nel suo ruolo di definizione delle politiche dell’Unione, pertanto, il Consiglio europeo ha invitato il Consiglio dell’UE a proseguire i lavori per definire una visione strategica comune per il prossimo decennio, sulla base del progetto presentato dall’Alto Rappresentante, Josep Borrell, nel novembre 2021.
A fianco allo slancio per una maggiore cooperazione a livello sovranazionale, che vede l’Unione ambire al ruolo di attore unico e indipendente, nelle medesime Conclusioni, gli Stati Membri hanno richiamato espressamente l’impatto positivo che tale cooperazione rafforzata potrebbe avere anche nell’ambito della sicurezza transatlantica, evidenziando – senza alcuna innovazione rispetto al passato – come la NATO resti, per gli Stati che ne sono parte, il fondamento principale della loro difesa collettiva, ponendo inevitabilmente in secondo piano la cooperazione intrattenuta nel quadro eurounitario.
Proseguendo l’analisi delle questioni che vedono l’Unione quale attore globale, specifico rilievo è stato conferito agli aspetti esterni connessi alla migrazione, in relazione ai quali si è registrata, innanzitutto, la necessità di adottare un approccio più globale, che contempli in maniera uniforme tutte le rotte su cui si registra un transito di migranti.
Sul punto, il Consiglio europeo ha evidenziato la necessità di rendere effettivamente operativi i Piani d’Azione negoziati con i singoli Paesi partner, che contengono strategie di cooperazione condivise. Un ruolo cruciale, in tal senso, sarà svolto dalla Commissione, chiamata a fare in modo che siano individuati e mobilitati in maniera celere i fondi in materia di migrazione.
Una chiara condanna è stata espressa nei confronti dei Paesi terzi che pongono in essere azioni di strumentalizzazione dei migranti, tra i quali un esplicito riferimento è posto nella sezione successiva alla Bielorussia. Contro tale fenomeno, l’Unione sta tentando di sviluppare misure di contrasto specifiche, tra cui si ricorda la creazione di una disciplina comune da applicarsi nei confronti di coloro che trasportano illegalmente migranti, ovvero agevolano o praticano la tratta di persone.
Nell’ultima sezione, dedicata alle relazioni esterne, le Conclusioni riportano delle specifiche considerazioni relative alla Bielorussia, all’Ucraina, all’Etiopia e, più in generale, al Vicinato Meridionale e ai Partner dell’Unione Africana. Con riguardo alla Bielorussia, l’Istituzione dell’Unione ha nuovamente condannato l’operato dello Stato nella gestione del fenomeno migratorio e il progressivo deterioramento della tutela dei diritti umani, dichiarandosi pronta ad adottare un nuovo pacchetto di sanzioni.
Sempre con riferimento alle relazioni ad Est, il Consiglio europeo ha ribadito il pieno riconoscimento dell’indipendenza dell’Ucraina, sottolineando l’importanza di allentare le pressioni causate da una politica russa particolarmente invasiva, che si è recentemente caratterizzata per una retorica particolarmente aggressiva, accompagnata da un incremento delle forze militari russe al confine. A tutela dei vicini ucraini, l’Unione ha annunciato che, nell’ipotesi di un’ulteriore aggressione militare contro l’Ucraina, saranno assunte delle severe misure, che prevedranno particolari restrizioni concordate con altri Paesi partner.
Preoccupazioni sono state espresse, altresì, con riferimento alla situazione in Etiopia. Il Consiglio europeo ha chiesto un cessate il fuoco incondizionato e ha invitato le parti coinvolte nel conflitto ad avviare un dialogo inclusivo e trasparente. Sul punto, le priorità individuate dall’Unione afferiscono alla protezione dei civili e all’equo accesso all’assistenza umanitaria.
Guardando all’Area meridionale, è stata rinnovata la volontà di avviare una cooperazione rafforzata con gli Stati del vicinato e proprio sulla definizione di una nuova Agenda per il Mediterraneo stanno confluendo gli sforzi della Commissione europea e del Consiglio.
In ultimo, in merito alle relazioni con i Paesi dell’Unione Africana, il Consiglio europeo ha discusso i preparativi per il prossimo Vertice che vede coinvolti i Paesi partner e che avrà luogo nel febbraio del 2022. L’obiettivo perseguito dall’Unione è quello di stringere un’alleanza ambiziosa, che sia in grado di contribuire alla costituzione di un’area di stabilità e prosperità, attraverso un pacchetto di investimenti innovativo.