Elezioni in Bulgaria, le speranze per un paese instabile

Dopo due tentativi falliti, la Bulgaria riprova per la terza volta a formare un governo con le elezioni del 14 novembre, in un contesto di profonda instabilità politica.


Dopo due elezioni andate a vuoto, la Bulgaria tornerà alle urne il 14 novembre per provare finalmente a formare un governo e a eleggere il nuovo presidente. Proprio la mancanza di un governo stabile ha contribuito ad aumentare il malcontento generale dei cittadini che da più di un anno si riversano in strada per protestare. Oggi, in un Paese all’ultimo posto in Europa per numero di persone vaccinate, si spera in nuove figure che possano risollevare la situazione.

Le proteste contro il governo sono iniziate a luglio del 2020, quando il leader dell’opposizione Hristo Ivanov si avvicinò alla villa del politico e uomo d’affari Ahmed Dogan in una spiaggia pubblica sul Mar Nero e fu cacciato da alcuni bodyguard, in un video diventato virale. Dogan, dunque, aveva reso privata una zona aperta a tutti i cittadini, scatenando il malcontento della popolazione. 

Il partito che ha governato per 12 anni – GERB, acronimo di “Cittadini per lo Sviluppo Europeo per la Bulgaria” – era già sotto i riflettori per diversi casi di appropriazione indebita di fondi europei e per una lunga storia di mafia e corruzione. Il suo leader, Boyko Borisov, è stato accusato di riciclaggio di denaro.

Ad aprile, in vista delle prime elezioni dell’anno, erano sei i partiti con più voti e che avevano raggiunto la soglia del quattro percento (tra cui lo stesso GERB) ma nessuno è riuscito a formare un governo. Anche a luglio, per la seconda volta, gli stessi partiti hanno superato la soglia senza però ottenere la maggioranza.  In quell’occasione, il partito in testa era “There is Such a People”, capitanato dalla pop star Stanislav Trifonov. Interprete del desiderio di cambiamento in Bulgaria, Trifonov non è mai apparso sui grandi media e si è impegnato in una lotta contro la corruzione. I suoi elettori sono però rimasti delusi quando il partito non è riuscito a formare un governo, per via del rifiuto a formare alleanze con altri partiti.

Un altro partito che ha ottenuto finora più del quattro percento è stato il Partito Democratico bulgaro. Il gruppo ha avuto origine da una coalizione nata per porsi contro il vecchio presidente Borisov ed è schierato contro la corruzione e in favore della digitalizzazione di tutti i processi, idee che hanno convinto molti elettori a votarlo. Gli altri partiti che hanno oltrepassato la soglia di sbarramento sono il partito socialista e il DPS, espressione della minoranza musulmana.

Nonostante le lamentele e le proteste, il governo provvisorio guidato da Rumen Radev è riuscito a resistere soprattutto grazie al ministro dell’Istruzione Petkov e quello delle Finanze Vasilev. Mentre Petkov ha svelato l’esistenza di diversi prestiti bancari ben poco trasparenti destinati ad alcuni potenti oligarchi, Vasilev ha proposto la revisione del bilancio concentrandosi sui finanziamenti europei, sull’aumento delle pensioni e sul supporto alle piccole aziende. Tuttavia, due mesi fa hanno abbandonato il nuovo gabinetto che ha iniziato a lavorare a settembre, in attesa delle elezioni, annunciando la formazione di un nuovo partito chiamato “We Continue The Change”.

Tra i partiti che potrebbero ottenere più voti in questa tornata, secondo le ultime previsioni, si trovano proprio We Continue The Change e il Partito Democratico (i quali potrebbero anche formare una coalizione), seguiti da GERB e There is Such a People. Nella corsa a presidente, Radev si è candidato come indipendente, con il supporto del Partito Socialista Bulgaro. Radev dovrà sfidare Gerdjikov, rettore della Sofia University, supportato da GERB e Lozan Panov del Partito Democratico. 

L’incapacità di formare un governo nell’anno della pandemia ha avuto forti ripercussioni sul Paese. In questo momento la Bulgaria è all’ultimo posto per numero di persone vaccinate in Europa, con solo il 20 percento rispetto alla popolazione totale. 

Così come in Italia, anche in questo Paese sono scoppiate molte proteste contro il green pass, introdotto qualche settimana fa. Inoltre, molti certificati vaccinali sono stati venduti e comprati illegalmente sul web, allo scopo di ottenere il pass senza vaccinarsi. Il ministro della Salute non è riuscito a implementare una campagna vaccinale credibile agli occhi dei cittadini e le fake news continuano a circolare da tempo. 

La scarsa fiducia nei confronti della politica emerge anche guardando il numero di persone che è andato a votare. La percentuale è la più bassa di sempre; solo il 27% dei cittadini che ha diritto di voto lo ha esercitato nelle ultime elezioni. Complice di questa bassissima affluenza è stato anche il nuovo metodo di votazione. La registrazione elettronica ha scoraggiato molte persone a esprimere una preferenza, anche per paura che il sistema non avrebbe registrato correttamente il loro voto. A contribuire alla confusione generale degli elettori anche la diffusione di fake news da parte dei politici stessi, i quali creavano notizie false ad hoc per manovrare le votazioni.

Dunque, la situazione politica in Bulgaria è piuttosto grave. I bulgari stanno protestando da tempo anche per la mancanza di posti di lavoro causata della pandemia e in tanti non riescono a sopravvivere senza adeguati sussidi da parte del governo. L’istruzione è un’altra area su cui i cittadini chiedono dei miglioramenti e i salari degli insegnanti sono così bassi che scoraggiano molti giovani a intraprendere questa professione. In più, gli ospedali sono saturi e i malati di Covid devono essere trasferiti all’estero per essere curati. L’economia fa fatica a riprendersi, con un’inflazione galoppante che ha raggiunto il 3,6 per cento.

Dunque, il 14 novembre potrebbe essere un’occasione per il popolo bulgaro per cambiare le sorti del Paese e dare una svolta a una situazione di profonda instabilità che va avanti ormai da troppo tempo.

Foto di Copertina – Indipendent Balkan News Agency

... ...