Long Covid, l’altra piaga che colpisce milioni di persone

“Long Covid” è il nome spaventoso con cui la pandemia sta lasciando sul campo anche ferite fisiche e psicologiche non indifferenti a chi, in teoria, è “uscito” dal Covid-19.


È ormai certo: tantissime persone, circa un quarto di tutti coloro che hanno contratto il Covid-19, continuano a soffrire effetti importanti sulla propria salute anche a mesi di distanza dalla guarigione. Secondo diversi studi accreditati, l’impatto sugli “ex malati” a causa del coronavirus sarebbe prolungato nel tempo. «Long Covid», così è stato chiamato. Con questo nome, la pandemia sta lasciando sul campo, oltre alle milioni di vittime – stando ai dati provenienti da tutte le nazioni colpite – ferite fisiche e psicologiche non indifferenti a chi ne è “uscito”.

Una descrizione del Long Covid

L’Istituto Superiore di Sanità italiano definisce così i sintomi persistenti, le macerie del Covid-19, riscontrati su moltissimi pazienti che hanno affrontato la malattia: «Fatica, astenia, febbre, mialgie».  Secondo l’ISS, arrivati a oltre un anno dall’inizio della pandemia da SARS-CoV-2, «le manifestazioni cliniche non si esauriscono nelle prime settimane della fase acuta sintomatica, ma possono prolungarsi precludendo un pieno ritorno al precedente stato di salute». 

Non è un’influenza come le altre. Questo dovrebbe essere ampiamente acclarato. Il dramma del Long Covid può riguardare soggetti di qualunque età e con un diverso trascorso clinico, acuto o meno acuto, della malattia. Questa condizione è stata studiata e accertata al punto di essere riconosciuta come «entità clinica specifica» e richiede sforzi su molteplici versanti della vita di chi ne soffre. 

Di seguito la spiegazione dell’ISS, dalle difficoltà diagnostiche e alle ovvie conseguenze sulla normalità delle persone che, di fatto, normalità non è – quella che invece molti guariti fortunatamente vivono. 

Dichiara l’Istituto: «le manifestazioni cliniche del Long Covid sono molto variabili e ad oggi non esiste un consenso sulle loro caratteristiche, poiché i sintomi attribuiti a questa condizione sono numerosi ed eterogenei […] La grande variabilità di sintomi e segni clinici, infatti, possono presentarsi sia singolarmente che in diverse combinazioni. Possono essere transitori o intermittenti e possono cambiare la loro natura nel tempo, oppure possono essere costanti. In generale si considera che più grave è stata la malattia acuta, maggiore rischia di essere l’entità dei sintomi nel tempo».

long covid bbc

Tra le condizioni riscontrate con maggiore frequenza, e soprattutto in chi ha avuto una fase maggiormente acuta del decorso della malattia, si ritrovano situazioni persistenti di affaticamento, debolezza muscolare, peggioramento dello stato di salute percepito, fino ad arrivare ad anoressia o l’insorgenza di una tosse persistente. Evidente come gli effetti del Long Covid vadano a colpire anche fenomeni di tipo psichiatrico.

Cosa hanno detto gli ultimi studi

Un recente studio inglese dell’Imperial College suggerisce che più di due milioni di adulti in Inghilterra – circa il 3,5 per cento della popolazione – potrebbero soffrire di Long Covid. Secondo lo studio (“React-2” il nome del progetto di ricerca) un adulto su venti ha riportato sintomi persistenti di Covid-19 per dodici settimane o più.

L’Osservatorio europeo sui sistemi e le politiche sanitarie dell’Oms afferma invece che un quarto delle persone che hanno avuto il virus arriva a manifestare sintomi che continuano per almeno un mese, e che uno su dieci non sta ancora bene dopo 12 settimane. Risultati che vanno nella stessa direzione: il Covid-19 non finisce tornando a casa, ma può inseguire molti guariti anche per molto tempo dopo lo scampato pericolo di vita.

Il direttore del programma React dell’Imperial College, senza mezzi termini, ha dichiarato che «i risultati dipingono un quadro preoccupante delle conseguenze sulla salute a lungo termine del Covid-19, e che devono essere prese in considerazione nella politica e nella pianificazione». Si prospetta, infatti, una platea sempre più vasta di persone che portano con sé effetti più o meno gravi, di tipo organico o psicologico, concretamente invalidanti.

Il professor Martin McKee, direttore della politica di ricerca presso l’Osservatorio dell’Oms, spiega come il Long Covid possa precludere a molti la possibilità di tornare al lavoro o di avere una vita sociale. 

È la beffa di questa condizione “post malattia” che indebolisce fisicamente e mentalmente ogni persona che ne soffre. «Molti hanno descritto come influisce sulla loro salute mentale, soprattutto perché il decorso della condizione è spesso fluttuante; proprio quando sentono che stanno migliorando, i sintomi ritornano» aggiunge McKee nel rapporto intitolato “In the wake of the pandemic: preparing for Long Covid” (Sulla scia della pandemia: prepararsi al Long Covid).

Siamo «involontariamente dannosi»

Le difficoltà diagnostiche già citate hanno ostacolato gli stessi pazienti che, in diversi casi e in diversi Paesi, hanno lottato per far sì che i loro casi fossero presi sul serio affinché ottenessero delle cure specialistiche utili. La “seconda malattia” in questione, quella che ferisce dopo il Covid, si basa sulle conseguenze già subite durante la “prima malattia”.

Sappiamo che, in alcuni pazienti, il Covid-19 attacca sistemi diversi, dal cuore al cervello e i reni. Non stupisce come si riescano a manifestare lunghi sintomi di Covid-19 dovuti direttamente ai danni subiti dagli organi o ai problemi di coagulazione del sangue. L’Oms ha inoltre descritto le risposte immunitarie e infiammatorie del corpo umano, sì progettate per uccidere il virus, ma anche “involontariamente dannose” per l’organismo stesso.

covid-19 pre long covid

In definitiva, facendo una media di tutti i progetti di ricerca, si può confermare che una quantità che oscilla tra un terzo e un quarto di chi si ammala subisce successivamente lo sfiancamento del Long Covid, e tutto a causa di una risposta immunitaria dalla doppia faccia.  Considerata la portata del fenomeno principale, il nuovo coronavirus, siamo piuttosto certi che nel prossimo anno la nuova piaga – più silenziosa e drammatica – sarà la gigantesca scia di malessere che, a causa del Long Covid, ingabbierà decine di milioni di persone nel mondo.


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