The show mustn’t go on. Il coronavirus mette in quarantena lo sport

“The show mustn’t go on”. Letteralmente “lo spettacolo non deve continuare”. Chiediamo scusa ai Queen, ai loro fans e chi ha usato la frase originale come simbolo di resilienza o della necessità assoluta di andare avanti, nonostante tutto. Tutta colpa del Covid-19 che ha colpito 123 paesi nel mondo e che ha imposto lo stop forzato allo Show per eccellenza, lo sport. Che sia il calcio, che sia il basket, che sia la Motogp, la pandemia di coronavirus ha costretto comitati, leghe o singole società a fermare i propri atleti.

Apri pista è stata l’Italia. Dopo giorni di instancabile e quanto mai inopportuna polemica, i primi contagi tra i calciatori di Serie A hanno convinto il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e il Presidente del Coni Giovanni Malagò a intervenire con decisione, sospendendo tutti gli eventi sportivi lungo la penisola. Una decisione naturalmente senza precedenti ma al contempo necessaria in un momento in cui il nostro paese aveva raggiunto quota 9.172 contagi da Coronavirus e 463 decessi.

Pochi giorni dopo questa storica decisione, mentre i governi degli altri paesi iniziano – anche se con ritardo e in diverse modalità – ad adottare le strategie di contenimento già sperimentate nel nostro paese, lo sport invece sembra aver capito la pericolosità del virus, muovendosi compatto verso la sospensione degli eventi, in barba agli interessi economici.

Calcio. Dopo gli iniziali tentennamenti e le scene di assembramenti viste durante l’ultima tre giorni di coppe europee, il calcio d’oltralpe adesso si ferma. Lo shock seguito alle notizie di contagi di giocatori e allenatori ha accelerato il percorso verso la sospensione. La UEFA ha annunciato durante la scorsa settimana lo stop di Champions League ed Europa League. In Germania, la “Deutscher Fußball-Bund” (la Federcalcio tedesca) ha deciso di fermare il calcio per un turno in attesa di un incontro con i club di Bundesliga e Zweite Liga (le due massime divisioni). In Spagna, complici le decisioni del Presidente Pedro Sanchèz, si è scelto per la sospensione di due giornate di campionato, quella appena passata e quella che verrà.

In Francia, dopo la festa fuori da ogni logica dei tifosi del PSG all’esterno del Parco dei Principi a seguito della vittoria dei parigini in Champions League ai danni del Borussia Dortmund, la federazione ha preso posizione sospendendo il campionato fino a data da destinarsi. In Inghilterra, dopo il contagio dell’allenatore dell’Arsenal Mikel Arteta e del giocatore del Chelsea Callum Hudson-Odo, è stata decretata – il 14 marzo – la sospensione totale della Premier League. Questi i maggiori campionati europei. Tra quelli “minori” invece si continua a giocare – rigorosamente a porta aperte – in: Ucraina, Serbia, Russia, Cipro e Armenia. Turchia ed Azerbaigian lo fanno, ma a porte chiuse.

Basket. Dall’Europa agli States i cestisti si sono fermati. Squadre italiane a parte, lo scorso 12 marzo l’Eurolega ha deciso per lo stop di tutte le competizioni europee. Capitolo NBA: dopo la notizia della positività del giocatore degli Utah Jazz, Rudy Gobert, il Commissioner Adam Silver in accordo con l’assemblea dei proprietari e l’associazione giocatori ha decretato lo stop per 30 giorni di tutto il campionato.

Tennis. Dopo tante polemiche, il Consiglio direttivo dell’Atp si è dovuto piegare di fronte alla petizione firmata da un gruppo di giocatori, fra i quali Novak Djokovic e Rafael Nadal, in cui si chiedeva lo stop degli eventi sportivi. Un lungo stop di circa sei settimane a causa del quale salteranno i Masters di Miami, Montecarlo, Marrakech, Houston, il Barcellona Open e Budapest. Sospesi anche Monaco ed Estoril; in dubbio al momento Madrid e Roma, che secondo calendario si sarebbero dovuti disputare a inizio maggio.

F1 e MotoGp. Lo stop per la Formula Uno era già nell’aria. Ma nonostante gli appelli di molti costruttori e di alcuni piloti, la federazione aveva frenato. La svolta è arrivata il 14 marzo: in Australia non si correrà. A questa decisione si è giunti solo dopo la positività di un membro della McLaren e forti tensioni nate dall’accesa polemica tra federazione e piloti. Tra tutti il più agguerrito è stato il campione del mondo Lewis Hamilton che ha criticato aspramente i vertici della FIA, rei di preferire il denaro alla salute di tecnici e piloti.

Per il motomondiale, niente gara né in Qatar, né in Thailandia. Il CEO della DORNA (società che organizza il mondiale) Carmelo Ezpeleta ha però assicurato che quanto prima verranno disputate le gare della stagione in programma.

Sci, Golf e Nuoto. La Federazione Internazionale Sci tra venerdì e sabato scorso ha annullato tutti gli eventi in programma. La presa di posizione dell’organo associativo naturalmente deriva dal propagarsi del virus e vuole tutelare la salute di atleti e pubblico.

Stessa sorte è toccata a Nuoto e Golf. Il 12 marzo è stata annunciata la sospensione del Pga Tour – la massima competizione d’oltreoceano – almeno fino a inizio aprile. A seguire è arrivato anche il rinvio del Masters di Augusta, il primo dei quattro tornei più prestigiosi della stagione.

Lo stop del nuoto invece era arrivato prima di tutto in Italia. Sempre il 12 marzo la FINA – federazione internazionale di nuoto – ha comunicato la sospensione di molti degli eventi in programma (Nuoto sincronizzato, Tuffi, Pallanuoto). Dal 30 aprile in poi la federazione si riserva di valutare caso per caso se riaprire le vasche o fermare ancora gli atleti.

Euro 2020 – Olimpiadi Tokyo 2020. Complessa invece la situazione degli europei di Calcio e le Olimpiadi. Mentre per il calcio si starebbe studiando un rinvio di addirittura un anno data la situazione continentale, la cerimonia dell’accensione della fiamma olimpica è avvenuta regolarmente. Si è svolta a Olimpia e rigorosamente a porte chiuse. Sul regolare svolgimento della massima competizione sportiva mondiale, la cui apertura è programmata per il prossimo 24 luglio a Tokyo, però permangono molti dubbi.