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UE-Moldova, i progressi dopo il Consiglio di associazione

Le relazioni dell’UE con la Moldova sono sempre più strategiche, dalla politica di vicinato al processo di allargamento. Uno sguardo al Consiglio di associazione di inizio febbraio.


Lo scorso 7 febbraio si è tenuto il Consiglio di associazione Unione Europea-Repubblica di Moldova, il primo dopo che il Consiglio europeo ha concesso al Paese lo status di candidato all’UE, nel giugno 2022, nonché il primo dopo l’invasione della Russia a danno dell’Ucraina. 

Le relazioni UE-Moldova si fondano su un Accordo di associazione entrato pienamente in vigore nel luglio 2016, ma già provvisoriamente esecutivo dal settembre 2014; questo ha sostituito il precedente Accordo di cooperazione e partenariato concluso nel 1998, proponendo una cooperazione più ampia e comprendendo una zona di libero scambio globale e approfondita. 

Al centro del dibattito durante l’ultimo Consiglio di associazione, il settimo tra UE e Moldova, sono stati: il dialogo politico e il percorso di riforme, la cooperazione in campo economico e nel settore energetico, la convergenza nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune, nonché la cooperazione per far fronte alle sfide globali e regionali, incluse quelle derivanti dal conflitto russo-ucraino.

L’Unione Europea ha accolto con favore gli sforzi compiuti dalla Moldova nel percorso di riforme avviato, che ha condotto il Paese ad una considerevole trasformazione, soprattutto per favorire la trasparenza e il buon andamento della pubblica amministrazione e migliorare il processo di assunzione delle responsabilità nella gestione delle finanze pubbliche e nella definizione delle politiche.

In questa prospettiva, nell’ambito dell’ultimo Consiglio di associazione UE-Moldova, l’Unione ha riconosciuto i passi avanti compiuti dal Paese per contrastare la corruzione e ha ribadito l’esigenza di avviare indagini efficienti e di garantire un corretto esercizio dell’azione penale, compiacendosi, al contempo, dell’avviata cooperazione tra la Procura europea e la Procura generale della Repubblica di Moldova, la cui collaborazione faciliterà lo scambio di dati e informazioni strategiche. 

Unitamente alle questioni citate, tra i temi di maggior rilievo vi è quello relativo all’indipendenza della magistratura. Nello specifico, già nel 2016, il Consiglio dell’UE ribadiva la necessità di garantire l’indipendenza, l’efficacia, la trasparenza e l’assunzione di responsabilità nei procedimenti giurisdizionali, ponendo al centro delle priorità la lotta alla corruzione nell’apparato giudiziario e la riforma dell’Ufficio del Pubblico Ministero, sollecitata dallo stesso Consiglio nel febbraio 2018.

Il Consiglio di associazione dello scorso 7 febbraio ha accolto con favore l’adozione di una strategia globale per il settore della giustizia, nonché le sue misure di attuazione – inclusa una procedura di controllo preventivo per la nomina dei nuovi membri degli Organi giudiziari e delle alte Procure – e ha ribadito la necessità che tali riforme siano in linea con le raccomandazioni della Commissione di Venezia, specificando, altresì, l’importanza della qualità e della sostenibilità delle riforme, piuttosto che il loro ritmo. 

Ancora, la piena libertà dei mezzi di comunicazione e un sano pluralismo sono stati posti quali condizioni preliminari per lo sviluppo di una società democratica. Com’è evidente, l’oggetto della questione non tange esclusivamente il rispetto dei diritti fondamentali in quanto tali. Infatti, tali diritti e libertà sono inquadrati in una cornice più ampia.

Da un lato, nell’ottica della Politica Europea di Vicinato (PEV), la loro protezione è sancita quale elemento essenziale dell’Accordo di associazione UE-Moldova, talché una loro eventuale violazione giustificherebbe la sospensione dell’Accordo.

In un’altra prospettiva, che guarda al processo di allargamento dell’UE, vengono visti attraverso la lente dei criteri di Copenaghen, e incidono sia in relazione al parametro diretto della tutela dei diritti umani e delle minoranze, sia in rapporto agli altri due standard, quelli della democrazia e dello Stato di diritto, intesi quali condizioni necessarie per il loro sviluppo. 

Al riguardo, nell’ultimo Consiglio di associazione, la Moldova ha ribadito il proprio impegno a compiere ulteriori passi per migliorare il funzionamento dei media e garantirne la trasparenza della proprietà e dei finanziamenti, limitando in tal senso la possibile influenza degli oligarchi sulla vita pubblica. 

Il Consiglio di associazione dello scorso 7 febbraio, difatti, è stato preceduto dalla pubblicazione del report analitico sull’allineamento della Moldova – come della Georgia e dell’Ucraina – all’acquis communautaire, avvenuta lo scorso 2 febbraio. 

Nel report, la Commissione ha riconosciuto i sostanziali passi avanti compiuti dalla Moldova per conformarsi agli standard europei e ha evidenziato come, soprattutto nell’ultimo anno – anche per via del sostegno fornito all’Ucraina e della partnership che con l’UE, a tal fine, si è venuta a costituire – le relazioni si siano ulteriormente intensificate. 

Nello stesso report analitico, la Commissione ha precisato, al contempo, le ulteriori riforme da porre in essere per avanzare nel processo di adesione all’UE, indicando le priorità per la futura cooperazione e riservandosi di riferire in merito all’adempimento delle altre fasi, il cui monitoraggio non risulta ancora completato, nella primavera del 2023. 

Tra i temi accolti con favore dal Consiglio di associazione dello scorso 7 febbraio, vi è, inoltre, l’adozione dell’Agenda riveduta di associazione UE-Moldova per il periodo 2021-2027, che fissa diverse priorità concordate congiuntamente, in piena attuazione del principio della joint ownership, funzionali alla piena attuazione dell’Accordo di associazione. 

Molti altri sono stati i temi oggetto di dibattito: dalla necessità di contrastare la disinformazione ai benefici derivanti dal meccanismo di sospensione dei visti, dal contrasto alla criminalità organizzata internazionale alla lotta al riciclaggio di denaro, dalla cooperazione nel settore dell’energia alla convergenza nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune. 

Non vi è dubbio che l’UE abbia ritrovato nella Moldova un importante partner nel contesto storico-politico del conflitto russo-ucraino: nell’ambito del Consiglio di associazione dello scorso 7 febbraio, infatti, l’Unione ha elogiato la solidarietà elargita dalla Moldova nei confronti dei rifugiati ucraini, ai quali è stata concessa protezione temporanea in conformità con il Diritto UE, e ha manifestato il suo apprezzamento per il contributo fornito dal Paese alle corsie di solidarietà UE-Ucraina, volte ad agevolare il transito di alimenti, carburante ed altre merci. 

L’ex premier Natalia Gavrilita
(FOTO AP)

Nonostante ciò, lo scorso 10 febbraio, proprio pochi giorni dopo il Consiglio di associazione UE-Moldova, la premier Natalia Gavrilita ha rassegnato le sue dimissioni, giustificate dal numero eccessivo di crisi che il Paese è chiamato a fronteggiare e dalle presunte minacce di destabilizzazione provenienti dalla Russia. Al suo posto si è insediato l’ex ministro dell’Interno e già consigliere per la sicurezza interna Dorin Recean.

Con il riconoscimento dello status di Paesi candidati alla Moldova, alla Georgia e all’Ucraina si apre una nuova fase nel quadro delle relazioni esterne dell’UE, che vede il progressivo inglobamento dei rapporti bilaterali già esistenti nel quadro della PEV, nell’ambito della politica di enlargement dell’UE. In questo contesto, anche le iniziative di cooperazione regionale istituite nel quadro della PEV, tra cui spicca il Partenariato Orientale, sono destinate ad acquisire una sempre maggiore flessibilità, garantendo la loro complementarità con il processo di allargamento, che prevede, tra l’altro, anche il trasferimento degli strumenti finanziari di preadesione. 

Si attende, adesso, il prossimo vertice UE-Moldova, già programmato per giugno 2023, quando anche la Commissione avrà completato la sua attività di monitoraggio.