Fondazione ‘Giuseppe e Marzio Tricoli’, un ponte tra politica, cultura e conoscenza

Diciotto anni nasceva a Palermo la Fondazione ‘Giuseppe e Marzio Tricoli’. Costituita per onorare la memoria del professor Giuseppe Tricoli e del figlio Marzio, essa rappresenta un importante centro di divulgazione e formazione in ambito storico, politico e giuridico.


La Fondazione Giuseppe e Marzio Tricoli è un ente culturale senza fini di lucro, costituito a Palermo il 18 febbraio 2005, per volontà dei familiari di Giuseppe Tricoli, storico dell’Università degli studi di Palermo e deputato regionale del Movimento Sociale Italiano, e del figlio Marzio, avvocato tributarista e deputato regionale di Alleanza Nazionale. 

La sua sede è un bene confiscato alla mafia, sito a Palermo in via Terrasanta n. 82, interamente ristrutturato e aperto al pubblico. Inaugurata il 17 febbraio 2007, è diventata negli anni, grazie alla sua prestigiosa biblioteca, all’archivio documentario e alla sala convegni, un interessante luogo di studio, seminari, convegni, mostre e dibattiti.

Tra gli scopi della fondazione vi sono la produzione di attività di ricerca e di divulgazione degli studi storici e la promozione di una cultura politica ispirata a profondi valori etici, al rispetto della legalità e del patrimonio culturale e caratterizzata da un forte impegno di solidarietà sociale. 

Al centro delle sue attività l’ente pone lo studio, la ricerca, il dibattito, la formazione, la divulgazione, la promozione e l’aggiornamento nei settori della politica, dei problemi sociali, della cultura sportiva e della storia, con particolare attenzione all’epoca moderna e quella contemporanea.

Il Consiglio d’amministrazione della fondazione è formato da Fabio Tricoli (presidente), Mirella Falzone (vicepresidente), Giuliana Granozzi (vicepresidente), Marcello Tricoli, Tommaso Romano, Claudia Giurintano e Ignazio Buttitta. Fanno parte del Comitato scientifico: Gino Agnese, Pietrangelo Buttafuoco, Italo Cucci, Francesco Giubilei, Eugenio Guccione, Gennaro Malgieri, Giuseppe Parlato, Maria Gabriella Pasqualini, Francesco Pira, Gabriella Portalone e Maria Clara Ruggeri.

La biblioteca e l’archivio della Fondazione

La fondazione Tricoli ospita una biblioteca composta da circa 9 mila volumi più 223 faldoni di archivio, il cui valore complessivo è stato stimato in 200 mila euro. In data 21 aprile 2005 la signora Mirella Falzone Tricoli e i figli Fabio e Marcello, hanno infatti donato alla fondazione l’archivio e la biblioteca di Giuseppe Tricoli, più l’archivio storico, la biblioteca e l’epistolario di Gaetano Falzone, storico del risorgimento e studioso del fenomeno mafioso. Sia la biblioteca che l’archivio sono stati oggetto di un lavoro scientifico di riordino e catalogazione, direttamente condotto dalle rispettive sovrintendenze del Ministero dei Beni culturali. All’interno della biblioteca, specializzata in studi storico-politici, occupano una posizione di rilievo i testi di storia della Sicilia, storia del Risorgimento, storia della politica italiana e storia della mafia.

Tricoli fondazione

L’archivio personale del professor Giuseppe Tricoli raccoglie un vasto complesso documentario, relativo alle attività svolte come storico, come politico e deputato regionale e come docente universitario. Risulta suddiviso in quattro serie: attività politica (1946-1995), attività professionale e scientifica (1947-1995), attività parlamentare (1971-1995) e corrispondenza (1955-1995). Esso è stato giudicato «di notevole interesse storico» dalla Sovrintendenza archivistica per la Sicilia del Ministero per i Beni e le Attività culturali. Leggendo la dichiarazione notificata il 18 gennaio 2005, «l’archivio testimonia l’attività di Giuseppe Tricoli, figura notevole della cultura e della politica siciliana tra gli anni Cinquanta e Novanta del secolo scorso; consente altresì di ricostruire, attraverso la documentazione riguardante l’attività parlamentare e politica di Giuseppe Tricoli, vicende significative della storia siciliana». 

Il motto che campeggia nel logo della fondazione Tricoli è «nulla dies sine linea», massima del pittore greco Apelle, ripresa poi dal filosofo naturalista Plinio il Vecchio.

La storia di Giuseppe Tricoli a Palermo

Giuseppe Tricoli è stato uno dei più autorevoli esponenti del Msi in Sicilia. Nato a Palermo il 26 settembre 1932, si avvicina giovanissimo alla politica, frequentando la federazione del neo-costituito Movimento Sociale Italiano. Nel 1960 diventa segretario provinciale del Msi e dal 1961 al 1969 è prima consigliere poi capogruppo alla Provincia di Palermo. 

Nel 1963 si sposa con Mirella Falzone, figlia del suo maestro, il professore di Storia del Risorgimento, Gaetano Falzone. Dal matrimonio nascono tre figli maschi: Marzio, Fabio e Marcello. 

La svolta della sua carriera politica arriva nel giugno del 1971, quando viene eletto all’Assemblea regionale siciliana. Sarà deputato all’Ars per quattro legislature consecutive, fino al 1991. Dal 1977 al 1982 ricopre anche la carica di segretario regionale del partito, all’interno del quale era e continua a essere indicato come simbolo di onestà, coerenza, equilibrio e moderazione; caratteristiche riconosciutegli anche dagli avversari politici. 

Tricoli fondazione

L’impegno politico non lo distoglie però dagli studi storici, l’altra sua grande passione. Fin dai primi anni Ottanta si dedica allo studio del fascismo e della destra italiana, seguendo il filone del revisionismo storico inaugurato da Renzo De Felice. I suoi studi in tale settore mirano a contribuire a dare alla destra italiana un forte spessore culturale e a favorire la diffusione di una cultura di derivazione idealista e gentiliana. I principi ispiratori della sua produzione storiografica sono il senso dello Stato, il concetto di ‘sicilianità’ in contrapposizione a quello di ‘sicilianismo’, la ricerca dell’obiettività storica e il revisionismo. 

Tra le sue opere più importanti ricordiamo: La deputazione degli Stati e la crisi del baronaggio siciliano (1966), Le relazioni del Regno di Sicilia nel periodo spagnolo (1979), “l fascismo e la lotta contro la mafia (1984) e Mussolini a Palermo nel 1924 (1991). 

Centrale è stato, lungo tutta la sua esistenza, l’impegno sul fronte antimafia, riscontrabile sia nella sua attività di parlamentare che in quella di studioso. A causa di un mieloma incurabile, Giuseppe Tricoli muore il primo dicembre del 1995, all’età di 63 anni. 

L’impegno politico di Marzio Tricoli

Marzio Tricoli, nato a Palermo il 23 Marzo 1964, comincia il suo impegno politico nelle file del Fronte della gioventù, organizzazione giovanile del Msi. Continua a coltivare la propria passione all’interno dell’Università di Palermo, dove viene eletto rappresentante degli studenti nelle liste del Fuan (Fronte universitario d’azione nazionale). Nel 1994 viene eletto consigliere provinciale in seno alla Provincia regionale di Palermo. 

Laureatosi in Giurisprudenza con 110 e lode, inizia la sua attività di avvocato tributarista nello studio del professore Andrea Parlato. Diventa amministratore di beni sequestrati ai mafiosi per conto della Sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo e partecipa come legale di parte civile al processo per la strage di Capaci. 

Tricoli fondazione

Alle elezioni regionali del 1996 raccoglie 6.622 voti, risultando il più votato nella lista di Alleanza Nazionale e ottenendo così un seggio all’Assemblea regionale siciliana. All’età di trentatré anni viene chiamato ad assumere la carica di Assessore regionale al Bilancio e alle finanze nella giunta presieduta dall’On. Provenzano. Il 24 giugno 2001 viene riconfermato all’Ars e con 8.400 preferenze risulta nuovamente il più votato nelle file di An. Durante il governo Cuffaro è chiamato a presiedere la Commissione attività produttive. 

Nel 2002 viene eletto presidente provinciale del partito, ma la sua ascesa politica si ferma purtroppo il 18 febbraio 2003 (esattamente vent’anni fa). Stroncato dalle esalazioni di una caldaia, Marzio muore nella casa di campagna a Castellana Sicula. Prima di spirare riesce a lanciare l’allarme che salverà la vita alla moglie, Giuliana Granozzi, e ai due figli, Giuseppe e Ruggero.

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