Le Carrube Terranova, i gioielli di Ballarò

I nonni siciliani erano soliti viziare i nipoti con dolci e caramelle. Tanto care ai nonni siciliani, le caramelle alla carruba hanno un posto speciale tra i ricordi di tante persone.


Il Carrubo o Ceratonia siliqua è un albero sempreverde originario della Siria, oggi ampiamente diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo e, in particolare, nel Maghreb, a Cipro, in Spagna e in Italia meridionale. I suoi frutti  – le carrube – appartengono alla famiglia delle Fabaceae e, come tutti i legumi, sono commestibili e possiedono numerose proprietà che li rendono alleati preziosi per la salute.

Nello specifico, essi sono dei potenti antiossidanti e antinfiammatori e sono in grado di regolare la funzione intestinale, svolgendo un’azione benefica nel trattamento dei disturbi digestivi; comprovata è, altresì, la capacità delle fibre, contenute nella polpa, e della gomma, presente nei semi, di ridurre i livelli di colesterolo nel sangue e di rallentare l’assorbimento degli zuccheri, aumentando il senso di sazietà. 

Carruba, storia della caramella miracolosa

Un tempo chiamati carati, questi piccoli gioielli hanno, non a caso, dato il nome all’unità di misura, usata ancora oggi  per valutare le dimensioni delle pietre preziose; essi, sul finire dell’800, venivano venduti dalla famiglia Terranova, che gestiva un piccolo banco nel mercato palermitano di Ballarò, a quanti soffrivano di raucedine o tosse, mentre la polpa era considerata un ottimo foraggio per gli animali.

Nel 1890 Antonio Terranova, consapevole della loro efficacia, decise di utilizzare questi frutti, poveri ma naturalmente dolci e gustosi, per produrre un nuovo prodotto rivoluzionario, che gli valse il soprannome di “alchimista”: li imprigionò in cristalli di puro zucchero, dando vita alle ormai famose caramelle Carruba. Esse, nei primi tempi, venivano vendute in punti strategici della città come, ad esempio, di fronte ai cantieri navali, dove si affollavano i lavoratori, che, a causa della fatica e del poco sonno cui erano sottoposti, costituivano le vittime naturali di influenze e stati febbrili.

Successivamente, con il loro diffondersi, l’ideatore delle caramelle Carruba trasferì la produzione all’interno di un palazzo del ‘400, sito in Via Albergheria n. 87, dove ancora oggi si trova l’Azienda dei Terranova, ormai arrivata alla quinta generazione, con ben 132 anni di lavoro alle spalle e 500 milioni di fatturato.

Il laboratorio di caramelle nel cuore di Ballarò

Il laboratorio, che ha ricevuto il riconoscimento di “Negozio storico” da ConfCommercio, la tessera preziosa del mosaico dal Comune di Palermo, il riconoscimento di “Bottega accogliente” da ConfArtigianato e  il cui prodotto è stato definito “Prodotto nutraceutico” (farmaco naturale) dal prof. Girolamo Cirrincione, Ordinario di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, Tossicologiche e Nutraceutico-Alimentari presso l’Università degli Studi di Palermo, utilizza gli stessi strumenti e ingredienti di un tempo.

Le carrube vengono per prima cosa macinate e la farina ottenuta viene cotta insieme allo zucchero in acqua bollente fino a 170 gradi. Si procede poi al raffreddamento e alla lavorazione manuale dello sciroppo, che viene versato nelle stampe e confezionato.

Recentemente, sono state apportate alcune novità, atte ad ampliare il mercato. Da un lato,  sono stati introdotti nuovi gusti, come i classici anice stellato, menta o gli esotici zenzero e fico d’india, cannella o curcuma; dall’altro è stato aperto uno shop online, che non costituisce solamente un e-commerce di caramelle, ma sostiene tutta la filiera produttiva, selezionando accuratamente altrettanti prodotti della tradizione dolciaria siciliana.

Per quanti, infine, volessero visitare l’Azienda Terranova e scoprirne i segreti, la Cooperativa Turistica Terradamare gestisce già da qualche anno e in esclusiva il servizio di visite guidate per appuntamento, destinato ai gruppi e alle scuole, il cui calendario, da ottobre a maggio, sarà disponibile sul sito www.terradamare.org/eventi.