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Black History Month: la rivendicazione della storia dei neri

Il Black History Month, celebrato ogni anno a febbraio, è volto a promuovere e riconoscere il ruolo della diaspora africana nella storia umana.


Nel 1915, in concomitanza con il 50° anniversario dall’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti, Carter G. Woodson fonda quella che oggi è nota come ASALH, l’Associazione per lo studio della vita e della storia afroamericana. È questa la prima tappa che rese Woodson il precursore di quello che oggi è conosciuto come il Black History Month.

Origini del Black History Month

Carter G. Woodson, noto come il padre della storia dei neri, nasce  in Virginia nel 1815 da genitori ex-schiavi. Cresce quindi in una società razzista e capisce subito che per lui, e molti altri, l’accesso a una buona istruzione e a delle opportunità di lavoro erano limitate. 

Nel corso della sua vita ottiene parecchie qualifiche che lo portano a ottenere il dottorato di ricerca in storia all’Università di Harvard; per tutta la sua vita, Woodson, si impegna per promuovere la storia nelle scuole. 

Woodson è stato anche l’organizzatore della prima mostra fotografica dedicata alla storia dei neri in occasione della prima “Esposizione sui progressi dei neri”. Con il supporto di alcuni colleghi, che aiutarono per la raccolta dei fondi, venne creato il primo giornale sulla storia degli afroamericani, oggi conosciuto come il Journal of African American History.

Nel 1926 Woodson inviò un comunicato stampa per celebrare la prima “Negro History Week” negli Stati Uniti.Durante queste settimane venivano messe in scena rievocazioni storiche dei momenti cruciali della storia dei neri, mentre i giornali pubblicavano articoli storici e le imprese locali si offrivano come sponsor e partecipavano alle festività. La celebrazione non riguardava solo avvenimenti storici; venivano celebrate anche le abilità artistiche nella musica, letteratura e arte.

Nei decenni seguenti, in tutto il Paese vennero emanati dei proclami annuali che riconoscevano la Black History Week. Alla fine degli anni ’60, grazie all’azione del movimento per i diritti civili e a una crescente consapevolezza dell’identità nera, la Black History Week si era evoluta nel Black History Month in molti campus universitari.

Dal 1976, ogni presidente americano ha designato febbraio come il Black History Month, approvando per ogni anno un tema specifico. La scelta è ricaduta su questo mese perché coincide con la nascita dell’ex presidente Abraham Lincoln e di Frederick Douglass, un importante attivista sociale.  

Il presidente Gerald Ford ha ufficialmente riconosciuto il Black History Month nel 1976, invitando il pubblico a «cogliere l’opportunità di onorare i risultati troppo spesso trascurati dei neri americani in ogni area di impegno nel corso della nostra storia».

Negli anni a seguire  il mese di celebrazione fu riconosciuto anche dagli altri presidenti fino al febbraio del 1986, anno in cui il Congresso designò ufficialmente febbraio come il mese della Storia nazionale degli afroamericani. A partire dal 1996, i presidenti iniziarono a fare dichiarazioni annuali riguardo all’evento, e da allora è stato sempre festeggiato in tutta la nazione.

Qual è il suo significato e scopo?

Certamente il Black History Month non è un periodo di celebrazione riservata solo alle persone di colore, o una lunga vacanza di un mese per gli afroamericani. Non è nemmeno un mese che vuole accusare i bianchi per 400 anni di schiavitù e segregazione razziale o un mese di lutto per le icone nere decedute.

La verità è che c’è qualcosa di più ampio dietro. È un mese che rappresenta una reazione alla convinzione, diffusa all’inizio del XX secolo e anche prima, che le persone di colore non abbiano dato alcun contributo significativo alla storia della civiltà umana, e in particolare alla storia americana. 

Oltre ai due anniversari precedentemente citati, vi sono altri eventi che hanno avuto luogo a febbraio e che lo rendono quindi il periodo più adatto per riflettere e celebrare. Il compleanno di W.E.B DuBois, il famoso intellettuale leader dei diritti civili e pan-Africanista, nonché leader e cofondatore del NAACP nel 1868, o quando, il 3 febbraio del 1870, ci fu il passaggio al congresso del 15° emendamento che ha concesso anche alle persone di colore il diritto di voto.

Il Black History Month può quindi essere visto come un’opportunità per onorare i grandi obiettivi raggiunti da parte di educatori e innovatori, nonché per conoscere e celebrare la cultura, il patrimonio e le conquiste dei neri.

Il Black History Month oggi

L’importanza di questa manifestazione è cresciuta in riferimento ai recenti fatti di cronaca americana, nonostante le diverse vittorie politiche nel corso della storia.

Possiamo citare, nel 1954,  la sentenza Brown contro Board Education che ha portato alla decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di ritenere incostituzionale la segregazione razziale nelle scuole pubbliche.

Vi è anche il famoso XV emendamento, che nel 1870 ha garantito il voto agli ex schiavi del Sud e che vietava, agli Stati Uniti e al governo dei singoli Stati, di proibire a un cittadino di votare discriminandolo sulla base della razza.

Stando alle ultime statistiche ci sono ancora notevoli discriminazioni; la disoccupazione dei neri rimane al doppio del tasso degli americani bianchi, e inoltre i neri americani sono incarcerati a un tasso cinque volte superiore a quello dei loro connazionali bianchi.

Queste problematiche politiche, connesse a quelle sociali, provocano delle spaccature e favoriscono la creazione di movimenti di protesta come il “Black Lives Matter”. La vita dei neri è vista come un passaggio sacrificabile nella storia americana e, ci teniamo a sottolinearlo, non solo in America.

Il tema del Black History Month del 2021 sarà: “Black Family: Rappresentazione, identità e diversità” in cui si esplora la diaspora africana e la diffusione delle famiglie nere negli Stati Uniti.

Il Black History Month viene celebrato anche in Italia, per la precisione a Firenze. Nel capoluogo toscano viene organizzato un festival volto alla promozione della cultura afroamericana nel contesto italiano, promuovendo l’integrazione e la mediazione interculturale.


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Stefania Sciacca

Redattrice per Orizzonti. “Nessuna paura che mi calpestino. Calpestata, l’erba diventa un sentiero.”

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