Alieni: l’arte testimonia che forse non siamo mai stati soli
“Siamo soli nell’universo?”, è una delle tante domande che l’uomo si pone da secoli e a cui prova a dare una risposta in cerca di forme di vita extraterrestri, di alieni.
Come ogni controversia che si rispetti, si tratta di una questione che porta obbligatoriamente con sé correnti di pensiero opposte tra loro: da una parte coloro che, spinti dalla razionalità si pongono scetticamente in disaccordo riguardo l’esistenza di “vita altra” oltre a noi esseri umani, tanto da ritenere vaneggiamenti e frutto della visione di film fantascientifici le idee e le convinzioni di coloro i quali, di contro, credono fermamente che gli alieni esistano e siano tra noi.
Convinzione talmente forte, quella di chi crede nell’esistenza degli alieni, che c’è chi afferma di averli visti o intercettati, chi di esserne stato rapito (fenomeno denominato abduction), chi li studia perché attorno a ciò che può sembrare leggenda intravede un fondo di verità e chi, addirittura, afferma di esservisi unito sessualmente – sia donne che uomini, con prevalenza delle prime – con lo scopo di dar alla luce “figli ibridi”.
A tal proposito, si segnala l’esistenza della comunità “Hybrid Children”, formata da donne che affermano di aver avuto rapporti sessuali con alieni, il cui contributo è determinante per la nascita della “nuova razza”.
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La classificazione degli extraterrestri
Per quanto riguarda gli studi sull’esistenza degli extraterrestri, sembra che siano state identificate diverse razze di extraterrestri, che variano a seconda della costellazione di provenienza e dalle caratteristiche peculiari.
La razza maggiormente conosciuta è quella dei Grigi, la cui fisionomia è ben consolidata nell’immaginario collettivo anche grazie al loro impiego in campo cinematografico e per questo definibili come alieni “standard”: bassa statura, glabri, dalla testa ovoidale e grandi occhi completamente neri, provenienti dal sistema stellare binario “Zeta Reticuli” (motivo per cui a volte vengono chiamati Alfa, Zeta, Reticulani).
Gli alieni Rettiliani, invece, provenienti dalla Costellazione del Dragone, si mimetizzano all’interno della razza umana col tentativo di dominarla. I Pleiadiani o Nordici, provenienti dalla Costellazione del Toro, si confondono tra noi poiché hanno come unico tratto distintivo un dito in più rispetto all’uomo. Queste, comunque, sono solo tre delle almeno trentasei civiltà di alieni la cui esistenza è stata ipotizzata.
Non sappiamo di certo dove stia la verità: non siamo nella posizione di poter dare per scontata l’esistenza degli UFO (“Unidentified Flying Object”) né tantomeno poterla escludere del tutto; questo è dovuto al fatto che sono stati riportati diversi presunti avvistamenti di oggetti volanti, clamorosamente e mediaticamente comunicati e attestati tramite video e foto, o il ritrovamento di materiale misterioso (findings), di cui è davvero impossibile provare l’autenticità.
Area 51, un nome, un’icona del “mistero”
Piccolo ma conosciutissimo esempio è l’Area 51, chiamata anche Nevada Test Site – 51, base militare americana la cui aura di segretezza è talmente vasta tanto che la sua stessa esistenza è solo vagamente ammessa. Teorie cospirative hanno alimentato la quasi certezza che all’interno di questa enorme area vi siano i resti di cadaveri di extraterrestri, portati lì dall’esercito americano a seguito dell’incidente di Roswell del 1947, causato dallo schianto di un disco volante (o più) al suolo.
Nulla di certo è mai trapelato e, probabilmente, nulla trapelerà riguardo questa vicenda paranormale, ma ad alimentare i dubbi ci penseranno docu-film, come quello creato sulla base della testimonianza di Bob Lazar dal titolo Bob Lazar: Area 51 and Flying Saucers, che ha dichiarato di aver lavorato come fisico per il governo degli Stati Uniti facendo trapelare rivelazioni su presunti veicoli alieni all’interno della base militare.
Anche i nostri avi hanno visto gli alieni?
L’ipotesi dell’esistenza di vita altra, oltre a noi esseri umani, affonda le radici in un passato ancor più lontano risaltando tra le pagine della Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, filosofo naturalista del 23 d.C.. Difatti, mai nessun autore nell’antichità aveva scritto così tanto di “alieni”.
Plinio asserì di aver visto ardentes clipei in cielo, ovvero “scudi infuocati”. Da qui il neologismo, coniato “solo” nel 1950 da Umberto Corazzi, la “Clipeologia”, che studia i presunti contatti con oggetti volanti avvenuti nel passato, remoto e prossimo, dell’umanità.
Alieni dal Rinascimento?
Fanno riflettere ulteriormente le rappresentazioni – seppur vaghe – di misteriosi oggetti non identificati in tele del Rinascimento a noi oggi pervenute: è bizzarro, infatti, che queste mostrino, stagliate nel cielo, ipotetiche navicelle spaziali o pseudo satelliti iper moderni in un momento storico in cui l’uomo disconosceva il termine “volo” e tutti gli strumenti che vi concernono.
La Madonna con bambino e San Giovannino, esposta a Palazzo Vecchio a Firenze è una tra le tele discusse: come spiega il titolo la protagonista è la Madonna, leggermente china su Gesù bambino e San Giovannino, con le classiche mani giunte in posizione di preghiera. A far loro da sfondo un paesaggio ameno e bucolico.

Ma è il cielo a destare interrogativi o perlomeno ciò che vi è rappresentato: infatti, sembra lì esser dipinto, sulla destra della Madonna, un piccolo oggetto ovoidale sprizzante fasci luminosi simile a un’astronave. Qualcosa di davvero insolito, tanto da catturare l’attenzione di un passante in compagnia del suo cane, dipinto al di sotto, quasi parallelamente all’oggetto misterioso che, sbalordito lo osserva coprendosi gli occhi con la mano, forse per non essere travolto dalla forte luce che emana: è qui che avviene l’incontro con “l’altro”.
Sicuramente questo è stato il quadro più discusso tra gli ufologi: cosa mai avrà visto l’artista (Jacopo del Sellaio o Sebastiano Mainardi, si è ancora indecisi su l’attribuzione della tela in questione)? Lo strano oggetto può essere considerato una “licenza poetica” frutto dell’immaginazione, o “dipinto dal vero” come era di consueto?
Il sesto dito “nascosto” in un quadro di Raffaello
Abbiamo detto come una precisa “razza” di alieni ben si confonda tra noi umani, celandosi dietro le nostre fattezze e differenziandosi semplicemente grazie a un dito in più. Prendiamo in considerazione a tal ragione Lo sposalizio della Vergine.
La tela presenta un gran trambusto: lungo la prima fascia si stagliano nugoli di persone, testimoni dell’unione tra Maria e Giuseppe; sullo sfondo in secondo piano un grande tempio, sul cui architrave è incisa la firma dell’autore ovvero Raffaello Sanzio. Nulla di anormale, pare. Ma qui, chiaramente, bisogna aguzzare la vista per accorgersi del piccolo, piccolissimo elemento che ha scatenato grandi interrogativi: il sesto dito del piede, appunto, di Giuseppe che sembra mostrare appositamente “a favor di camera”.
Non è tuttavia la prima volta che un dito al piede in più, e non accidentalmente a questo punto, veniva “aggiunto” da Raffaello Sanzio: basti portare come esempio il bambino Gesù nella sua Madonna di Casa Santi. Gli Ufologi dibatteranno in merito esaltando la “non umanità” (in contrasto con il termine sacralità, che meglio si sposava) delle figure rappresentate, cosa di cui anche lo stesso artista era consapevole: non è solo una malformazione, ma una manomissione aliena del genoma umano.

Gli altri dipinti ufologici
Vi sono teorie complottiste anche dietro Il Miracolo della Neve di Masolino da Panicale: nubi lenticolari stilizzate, quasi in 3D, invadono la tela, simili a un esercito di navicelle spaziali guidate dalla “navicella madre”, sottolineando così la non umanità, ancora una volta, di chi vi sta sopra, pronti alla colonizzazione del pianeta Terra.
Questa teoria è ancor più rafforzata dalla storia che vi è alla base della tela stessa, ovvero la miracolosa nevicata del 5 agosto 352 d.C., che avrebbe circoscritto il luogo in cui doveva sorgere la basilica di Santa Maria Maggiore, voluta e accaduta per il volere di qualcuno non facente parte della razza umana.

Nel novero dei cosiddetti “dipinti ufologici” viene anche menzionata L’esaltazione dell’Eucaristia di Bonaventura Salimbeni, ed è quella che ha suscitato maggiore impressione. L’artista, infatti, nella sua tela rappresenta la Trinità – Cristo, la colomba e Dio – con in mezzo una sfera celeste, sinonimo immaginifico dell’intero universo, il tutto adagiato su di una grande nube lenticolare.
Ma è proprio quella sfera celeste a far discutere: le due antenne, la superficie lucida quasi metallica… Insomma, sembra quasi la fotocopia del satellite sovietico Sputnik mai mandato in orbita nel 1958, giusto un po’ di anni dopo le pennellate del Salimbeni. Che sia lui un visionario, un uomo dalle catastrofiche profezie?

La Tebaide di Paolo Uccello, Il Battesimo di Cristo di De Ghelder, la Natività di Pinturicchio, e altre ancora: numerose sono le tele del passato oggetto di studio da parte degli ufologi. Tuttavia, potrebbe essere sbagliato teorizzare e disquisire sulle produzioni del passato secondo le proprie credenze, attitudini, studi e soprattutto con la mentalità da uomini del XXI secolo, perché le cose potrebbero essere molto più semplici di come appaiono.
Spesso e volentieri, si potrebbe incorrere in errori di interpretazione: il voler a tutti costi trovare un file rouge collegato al mondo del paranormale potrebbe celare una disconoscenza dell’iconologia, dell’iconografia e simbologia storico-artistica. Difatti, ciò che a oggi può sembrare strano ai nostri occhi, poteva essere la normalità allora come l’uso di simboli ricorrenti e riconoscibili, legati soprattutto al mondo religioso.
Ma badate bene: abbiamo utilizzato il condizionale, non dando nulla per scontato e lasciando ardere le ipotesi e le teorie. Perché, in fondo, a chi non piace il mistero?