Verso il mondiale Formula Uno: cosa cambia quest’anno

Fra poco meno di un mese, il 15 Marzo con il Gran Premio di Australia a Melbourne, riparte il Mondiale di Formula 1. Contestualmente ripartirà anche la caccia a Lewis Hamilton e alla Mercedes, che hanno dominato la scena negli ultimi anni. Il calendario prevede 22 gare: le variazioni rispetto al 2019 riguardano l’esclusione del GP di Germania e il ritorno del GP d’Olanda dopo 35 anni d’assenza; inoltre fa il suo debutto nel circus il GP del Vietnam. Il 12 febbraio la FIA ha annunciato di aver posticipato a data da destinarsi il GP di Cina, in programma il 19 Aprile, a causa dell’epidemia di coronavirus.

Poche le novità nel parco piloti. Esteban Ocon ritrova un volante in F1 con la Renault, dopo aver trascorso il 2019 come test driver per Mercedes, al posto di Nico Hulkenberg. L’altra novità riguarda il debuttante Nicholas Latifi, che prenderà il posto di Robert Kubica su Williams. C’è una novità anche fra i team: dopo 14 anni la Toro Rosso cambierà la propria denominazione in Scuderia AlphaTauri.

In attesa della rivoluzione annunciata per il 2021, sono pochi i cambiamenti introdotti nel regolamento tecnico. Il più importante riguarda senza dubbio l’autorizzazione per i team ad utilizzare, per ogni monoposto, una MGU-K in più, passando da 2 a 3, rispetto al 2019. L’MGU-K (Motor Generator Unit-Kinetic) è un sistema utilizzato per trasformare parte dell’energia cinetica sull’albero motore in energia elettrica, pertanto costituisce una parte importante della power unit.

Le altre novità riguardano gli alettoni anteriori che, nella parte terminale (50 mm), non potranno avere parti metalliche, per contenere il rischio di forature; i condotti dell’aria usati per raffreddare i freni, che dovranno essere progettati dai team stessi e pertanto non potranno più essere acquistati da strutture esterne alle scuderie; la riduzione della quantità di carburante esterna rispetto al serbatoio, che passa da 1 litro a 250 ml; un minore uso dell’elettronica, per i piloti, nella procedura di partenza; il divieto per i team di usare nei test pre-stagionali i séparé per coprire le vetture.

Infine una decisione che farà piacere ai nostalgici e che, più che una novità, è un ritorno al passato: si tornerà alla tradizionale bandiera a scacchi per segnalare in pista la chiusura delle gare, al posto dei pannelli luminosi a scacchi utilizzati nel 2019.

I tre top team, Mercedes, Ferrari e Red Bull, hanno già presentato le nuove monoposto. Ad aprire le danze è toccato ai tedeschi, che quest’anno difenderanno il titolo a bordo della nuova Mercedes W11. Una vettura che rappresenta un’evoluzione della precedente W10, la monoposto con pochi difetti progettata dalla casa di Brackley nel 2019. La modifica più importante riguarda la rivisitazione delle fiancate laterali, che vede ridimensionate le prese d’aria, soluzione che potrebbe incidere sul raffreddamento della power unit. Per il resto il muso è rimasto simile a quello della W10, mentre l’ala presenta un nuovo profilo. La nuova W11, alla vista più snella e rastremata, resta la vettura da battere.

L’11 febbraio è toccato alla Ferrari togliere i veli della nuova SF1000, nome nato dal fatto che quest’anno la scuderia di Maranello toccherà quota 1000 GP disputati in Formula 1. Come dichiarato dallo stesso team principal Mattia Binotto, la nuova monoposto può essere considerata una versione estrema della SF90 (la vettura del 2019): una power unit più evoluta e potente, un passo più corto e soprattutto un dimagrimento generale della vettura. Per quanto riguarda l’aerodinamica, la SF1000 presenta un’inedita “ala” nel muso, nuovi specchietti con profilo aerodinamico incorporato e due nuove alette ai lati della presa d’aria posizionata sopra il casco del pilota.

Nonostante l’importante lavoro condotto dagli ingegneri della Ferrari, con l’obiettivo di riorganizzare e contenere gli organi interni allineandosi maggiormente ai competitors Mercedes e Red Bull, il vero nodo da sciogliere per i tecnici del cavallino rampante resta quello legato all’affidabilità, principale difetto della SF90. Molti dei dubbi potranno essere dipanati già a partire dalle due sessioni di test pre-stagionali, previste entrambe sul circuito di Catalogna, la prima dal 19 al 21 febbraio e la seconda dal 26 al 28 febbraio.

La novità più evidente della nuova Red Bull RB16, progettata ancora una volta da Adrian Newey, è la presenza di un muso più sottile rispetto alla RB15, con l’introduzione di un originale “becco” posto al termine del muso. Rastremate le pance laterali, la nuova monoposto presenta delle alette alla fine dell’attaccatura dell’Halo, la barra curva posta a protezione della testa del pilota. Contrariamente a quanto fatto a Maranello, la nuova RB16 presenta inoltre un allungamento del passo.

La novità più importante riguarda però la nuova geometria della sospensione posteriore, soluzione che permetterà di migliorare l’efficienza aerodinamica della vettura. La sensazione è che gli accorgimenti tecnici della RB16 possano far crescere le quotazioni della Red Bull. Tuttavia, per capire se possa effettivamente ambire a sfidare la Mercedes nella lotta per il titolo, molto dipenderà dalla competitività del motore Honda e dalla sua affidabilità.

Per il resto i rapporti di forza dovrebbero essere rimasti immutati: McLaren e Renault, rispettivamente con le nuove MCL35 e R.S.20, dovrebbero contendersi il platonico appellativo di quarta forza del campionato, con la nuova AlphaTauri possibile outsider. A ruota Racing Point e Alfa Romeo hanno l’obiettivo di migliorare rispettivamente la settima e l’ottava posizione dello scorso anno, così come la Haas, arrivata nona nel 2019. Infine è chiamata al rilancio la Williams, a cui basterà davvero poco per far meglio della passata stagione, considerando il disastroso 2019 con un solo punto all’attivo, grazie al 10° posto di Kubica al GP di Germania.


Di Nunzio Cancilla

... ...