Ne Vale ancora la pena?

Nessun colpo di scena, nessun ripensamento, a fine campionato del 2020 Valentino Rossi dirà addio al Motomondiale, quantomeno in veste di pilota. Il fuoriclasse di Tavullia lo ha confermato in alcune interviste rilasciate poco tempo fa: «Ho firmato il mio ultimo contratto e non ce ne sarà un altro. Non è stata una decisione facile» ha detto il Dottore. Prima c’è ancora un obiettivo affascinante e al quanto prestigioso da cercare di raggiungere, il decimo campionato del mondo: «Io ci credo ancora, so che sarà difficile ma ci voglio provare».

Nove volte campione del Mondo MotoGP, 115 vittorie e 234 podi in 402 gare disputate, 41 anni compiuti proprio ieri, The Doctor, dopo 25 stagioni si appresta a chiudere la sua meravigliosa carriera in MotoGp. Nato il 16 febbraio 1979, Rossi è tra i piloti più titolati delle due ruote, in virtù dei nove titoli mondiali conquistati (cinque dei quali vinti consecutivamente tra il 2001 e il 2005), è l’unico pilota nella storia del Motomondiale ad aver vinto il Mondiale in quattro classi differenti:125, 250, 500 e MotoGP.

18 agosto 1996, prima vittoria di Rossi

L’8 marzo, in Qatar, il grande circo della MotoGp tornerà a far rombare i motori. Ci sarà anche lui, per l’ottavo campionato di fila in sella alla Yamaha. Rossi viene da alcune stagioni abbastanza deludenti. Molti piazzamenti e un successo che manca addirittura dal 2017, dal Gp di Assen. Una vita fa effettivamente, ma nonostante ciò sono ancora in tanti a credere che tornerà presto alla vittoria. Forse è solo una questione di moto, di feeling con il posteriore che ha causato non pochi problemi nella scorsa stagione, soprattutto quando l’usura aumentava e il grip scendeva costringendolo a lottare troppe volte nel gruppo di mezzo.

Un gigante diventato ingombrante anche per Yamaha, alla costante rincorsa di Honda e Ducati. Marquez e Dovizioso scappano via, lo spagnolo è a un passo dal superare Valentino nell’olimpo mondiale. Non sarà una convivenza tranquilla, certamente. Perché Marquez è un altro aspetto del problema: troppo veloce e famelico. Diverso dai vari Biaggi, Gibernau, Capirossi e Stoner che, con e contro Valentino, hanno segnato l’epoca d’oro della classe regina.

Uno dei tanti duelli Rossi vs Marquez

Quartararo, suo collega di scuderia, prenderà il posto sulla Yamaha ufficiale a partire dal 2021, occhi puntati allora sulla nuova stagione che sarà quella decisiva. Il rendimento di Rossi nella prima metà della stagione sarà importante per capire come proseguirà la carriera del 46 italiano; in accordo col suo team, infatti, prenderanno la decisione migliore per il futuro di entrambi.

Purtroppo il tempo passa anche per le leggende come lui e da qui all’inizio dell’estate dovrà decidere se proseguire oppure dire addio al suo mondo dopo oltre vent’anni di carriera, di trionfi, ma anche sconfitte. Una parabola che assomiglia a quella di Francesco Totti, con i dubbi, le riflessioni, gli azzardi. Poi l’addio inevitabile dettato da logiche tecniche e di programmazione. Il tempo non è clemente con i giganti. Totti come Rossi, la Roma come la Yamaha. Storie che si intrecciano, miti che si confondono. E si perdono.

Nei progetti di Valentino Rossi ci sono le gare endurance sulle quattro ruote, ma la speranza di milioni di tifosi è che la sua permanenza in MotoGP venga prolungata il più possibile. Ne Vale ancora la pena?


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