I cimiteri come musei a cielo aperto: il necroturismo
Non è di certo la forma di turismo più usuale, ma sta finalmente iniziando a diffondersi l’abitudine di visitare i cimiteri, veri e propri luoghi d’arte fin troppo a lungo sottovalutati perché marchiati come posti tristi e macabri.
È vero, si tratta di un ambiente cupo – per ovvi motivi – e per questo può non piacere a tutti. La maggior parte delle persone vi si reca anche solo una volta l’anno, magari nel giorno della commemorazione dei defunti, a visitare parenti o amici; ai più, insomma, l’idea di andare al cimitero fa venire il malumore e il groppo in gola e sembra inconcepibile l’idea di farlo per interesse personale.
Eppure, vi è chi visita volentieri luoghi del genere, apprezzandone l’arte che si nasconde al loro interno, come nel caso dei cimiteri monumentali, ricolmi di evocative sculture e cappelle imponenti. Esiste, adesso, addirittura un termine che indica l’abitudine di visitare questi posti: coimetromania, definito «attrazione nei confronti dei cimiteri e desiderio di visitarli».
Ma non è solo la maestosità dell’architettura cimiteriale a piacere: molti ne amano la tranquillità, il silenzio, la pace, l’odore dei fiori e l’atmosfera antica: anime romantiche che sognano di muoversi in un’elegia di Thomas Gray.
La curiosità verso i cimiteri non è una novità, ma qualcosa che apparteneva già ad altre epoche: basti pensare ai vittoriani e alla loro (quasi) ossessione con la morte. Non a caso, è proprio a questo affascinante periodo della storia inglese che risale la costruzione dei Magnificent Seven, i magnifici sette cimiteri londinesi: Kensal Green, West Norwood, Highgate, Abney Park, Brompton, Nunhead e Tower Hamlets.
I Magnificent Seven sono stati costruiti tra il 1832 e il 1842 per ovviare al sovraffollamento dei churchyards (letteralmente i “giardini delle chiese”), cioè dei piccoli sepolcreti fino ad allora diffusi nella capitale dove venivano sepolti i defunti. Tutti e sette i cimiteri hanno in comune il fatto di essere edificati all’interno di giardini, tanto da sembrare dei veri e propri parchi, dove i vittoriani amavano, appunto, andare a passeggiare. Questa abitudine ancora oggi non è scomparsa: i turisti in visita a Londra, se incuriositi dalle peculiarità di questa splendida città, non possono fare a meno di vedere almeno uno di questi meravigliosi cimiteri.
Tra i Magnifici Sette, il più noto è Highgate Cemetery. Tanto grande da essere diviso in due ali – est e ovest – è il luogo in cui riposano personalità come Karl Marx, George Michael e Lizzie Siddal e perciò anche quello più turistico, con la possibilità per i visitatori di prenotare persino dei tour guidati. Il cimitero è molto suggestivo e i suoi viali alberati, su cui sorgono tombe e statue, antiche e moderne, in molti casi coperte da rampicanti e muschio, rendono l’atmosfera quasi magica, soprattutto nella stagione autunnale, quando i verdi alberi si tingono di giallo e di rosso.
Abney Park Cemetery è un vero gioiello per gli appassionati. L’impressione che il visitatore ha è quella di trovarsi in un’altra dimensione, in un altro tempo, lontano anni luce dalla caotica Londra contemporanea. Varcato il cancello, bisogna camminare un po’ per arrivare al vero cuore del cimitero: una volta raggiunto, la vegetazione è così fitta che sembra quasi di trovarsi all’interno di una foresta urbana.
Sul terreno dissestato dalle radici si ergono lapidi e sculture, che sembrano ormai un tutt’uno perfettamente armonioso con la natura circostante. Avventurandosi tra i sentieri e le tombe in pietra, a un certo punto il visitatore si trova di fronte la cappella gotica, sublime edificio fino a qualche anno fa in stato di abbandono (e per questo ancor più affascinante), capace di rievocare atmosfere degne dei romanzi di Ann Radcliffe.
Brompton Cemetery, anch’esso di enormi dimensioni, è invece più simile all’idea dei cimiteri che abbiamo in Italia: la sua architettura è infatti ispirata alla Basilica di San Pietro di Roma. Al contrario dei due già menzionati, questo cimitero ha maggiormente le sembianze di un giardino, tanto da essere inserito nella lista dei parchi reali di Londra. Il suo prato all’inglese in primavera si riempie di tulipani, che contrastano con i loro colori vivaci il grigio delle pietre tombali, e meravigliosi narcisi dorati che riportano alla mente i raffinati versi di William Wordsworth: Brompton Cemetery è un luogo da visitare assolutamente. Riposano qui personaggi come Emmeline Pankhurst e John William Godward.
Famoso per le sepolture di personaggi illustri come Oscar Wilde, Jim Morrison, Marcel Proust, Amedeo Modigliani e molti altri è il Père Lachaise di Parigi, uno dei più grandi cimiteri della città e sicuramente tra i più noti al mondo: proprio per via delle spoglie che custodisce è diventato una delle mete più ambite, che accoglie ogni anno migliaia di visitatori.
Impossibile non conoscere il Cimitero ebraico di Praga, impressionante luogo situato proprio nel centro storico della capitale ceca e ormai tappa imperdibile di ogni turista. Il campo totalmente tempestato di migliaia di lapidi, tutte posizionate molto vicine tra loro, e la luce filtrata dai fitti alberi che lo sormontano rendono fascinosamente tetra l’atmosfera.
Sorge a ridosso del fiume Moscova il Cimitero di Novodevičij, il più importante della capitale russa. Racchiuso all’interno delle imponenti mura dell’omonimo monastero, è ormai un luogo turistico che vede ogni giorno tantissimi appassionati di letteratura emozionarsi davanti alle tombe di celeberrimi personaggi come Bulgakov, Čechov e Gogol’, ai quali non mancano mai fiori freschi. Visitato in inverno, il cimitero fa un certo effetto: sotto gli alberi spogli, dal candore della neve emergono sculture e ricchi mausolei costruiti in stili diversi in base all’epoca di appartenenza. Tra questi, risultano molto interessanti le tombe risalenti al Novecento, che richiamano il classicismo socialista in voga all’epoca.
Chiaramente anche in Italia, il Paese d’arte e storia per eccellenza, sono presenti cimiteri degni di nota; da Nord a Sud, è possibile ammirare sfarzose sculture, tombe gentilizie o umili lapidi, e spesso capita anche di imbattersi nelle sepolture di grandi personaggi del passato.
Tra i più conosciuti cimiteri d’Italia vi è il Monumentale di Milano, che ospita, tra gli altri, i resti di Alessandro Manzoni, Alda Merini, Giorgio Gaber e Dario Fo. Questo luogo può davvero essere considerato un’oasi all’interno della città, un posto in cui cercare protezione dal caos e dal trambusto quotidiano milanese: la pace che si avverte al suo interno è quasi inverosimile; inoltre, in estate il Monumentale è perfetto come rifugio dal caldo e dal solleone grazie all’ombra rinfrescante dei suoi viali alberati, pieni di meravigliosi cipressi.
Ancora in Lombardia si trova un altro tra i cimiteri più belli d’Italia, ovvero il Monumentale di Bergamo. La sua imponenza si percepisce già dall’ingresso, dove il visitatore viene accolto da un maestoso prospetto austero, solenne. All’interno del cimitero, ultimato nei primi anni del Novecento, ci si può perdere tra le numerosissime sepolture e cappelle, tutte splendidamente decorate. Così, vagando tra i suoi viali, è possibile ammirare le toccanti sculture dedicate a chi riposa in questo luogo: angeli piangenti, donne afflitte, uomini affranti dal dolore.
Ma c’è qualcosa che cattura particolarmente l’attenzione dei visitatori: mentre ci si reca verso l’uscita, infatti, è possibile notare la presenza di un piccolo campo, tempestato di piccole lapidi bianche sommerse di fiori, girandole e giocattoli colorati: è il cimitero dei bambini mai nati, inumati in quest’area con soltanto la data di sepoltura incisa sulla lapide, così da rispettare pienamente la dignità dei piccoli e dei loro genitori.
Spostandosi in Liguria, è impossibile non menzionare il Cimitero monumentale di Staglieno, a Genova. Aperto nel 1851, si tratta di un luogo straordinario, tanto che fu elogiato persino da Friedrich Nietzsche e Guy de Maupassant, rimasti incantati dalla romantica suggestione suscitata dopo una passeggiata al suo interno.
Nella Città Eterna si trova invece il grandioso Cimitero Acattolico per gli stranieri, che unisce uomini e donne appartenenti a diversi Paesi, lingue e professioni: le incisioni sulle tombe appaiono, infatti, in quindici lingue diverse. Moltissimi i personaggi di spicco sepolti in questo cimitero: scrittori, attori, pittori, filosofi riposano nel loro sonno perpetuo a Roma. Tra le tombe di questi ultimi, le più visitate sono quella di John Keats e Antonio Gramsci.
A Napoli, famoso è il Cimitero di Santa Maria del Pianto, situato nel quartiere di Poggioreale e non lontano dall’altro grande cimitero della città. Qui, moltissimi ammiratori continuano tuttora a lasciare omaggi e lettere nel luogo di sepoltura del grande Totò, tornato dopo la morte nella sua città natale, a lui tanto cara. Una menzione particolare merita il Parco Vergiliano a Piedigrotta, che nonostante non sia un cimitero, ospita i monumenti sepolcrali di due importanti personaggi che, nella storia del nostro paese, hanno lasciato la loro impronta: Giacomo Leopardi e Virgilio.
Per quanto riguarda il capoluogo siciliano, vi sono almeno due cimiteri di cui vale la pena parlare. Il primo è il Cimitero dei Rotoli, il più grande della città, che sorge sulle pendici di Monte Pellegrino. Inaugurato nella prima metà dell’Ottocento, si tratta di un luogo particolarmente bello: un insolito miscuglio di pietre tombali, cipressi e meraviglioso mare blu: si trova, infatti, nel quartiere Vergine Maria, nelle vicinanze della litoranea che corre lungo la costa palermitana e porta a Mondello.
Il cimitero non ha una struttura pianeggiante, ma è costruito in pendenza; salendo verso la “cima”, il panorama di cui si gode è sbalorditivo: il verde degli alberi e il grigio delle sculture si fondono nel mare azzurro, scintillante di caldo sole siciliano. In questo luogo sono sepolti personaggi di rilievo della città: è possibile ricordare, tra i tanti, Ernesto Basile ed Emanuele Notarbartolo.
Il Cimitero di Santa Maria di Gesù, invece, ha un fascino diverso, primitivo: è, infatti, il più antico di Palermo, fondato nel 1426. Situato ai piedi del Monte Grifone, il complesso monumentale presenta, oltre al cimitero stesso, l’omonimo convento. Il visitatore può muoversi in uno spazio superbamente dominato da cappelle gentilizie (da qui l’appellativo “cimitero dei Nobili” con cui il luogo è conosciuto dai palermitani) costruite in diversi stili architettonici, dal neoclassico al liberty, e sculture realizzate da artisti come Basile e Damiani Almeyda. Oltre a fare un viaggio nel passato grazie all’atmosfera del luogo, è anche possibile lasciare un fiore sulle tombe di Paolo Borsellino, Antonino Salinas e di alcuni esponenti della famiglia Florio.
Probabilmente la maggior parte delle persone continuerà a percepirli negativamente, li guarderà quasi con terrore, immaginando scenari da film horror e romanzi fantasy. Eppure, abbiamo visto come i cimiteri possono essere dei luoghi perfetti per fare una passeggiata, stare con se stessi e riflettere su ciò che tormenta i nostri pensieri. Non bisogna dimenticare, infatti, che anche gli esponenti della poesia sepolcrale sono stati ispirati da questi posti, tanto pieni di pace e tranquillità, per scrivere componimenti rivelatisi immortali.
I cimiteri, però, per quanto belli e interessanti possano sembrarci, non sono luoghi usuali, si tratta pur sempre di sepolture di defunti; allora esiste un unico accorgimento da prendere in considerazione quando li si visita: trattarli con il dovuto rispetto.
(Foto in copertina e dentro l’articolo di Chiara Gagliardo – Foto in gallery di Virginia Monteleone)