Cambogia, ennesimo attacco alla libertà di stampa

In Cambogia è stata revocata la licenza a Voice of Democracy, uno degli ultimi siti di informazione indipendente del Paese, in quello che rappresenta l’ultimo attacco del primo ministro Hun Sen alla libertà di stampa.


In Cambogia è stato sferrato l’ennesimo attacco alla libertà di stampa, dopo la recente chiusura di Voice of Democracy (VOD), una radio popolare e giornale online, da parte del primo ministro Hun Sen.  

Lo scorso 12 febbraio 2023, Hun Sen ha improvvisamente annunciato l’annullamento della licenza amministrativa dell’organizzazione madre di VOD, il Cambodian Center for Independent Media (CCIM), chiudendo uno degli ultimi organi di informazione indipendenti del Paese e continuando, di fatto, l’eliminazione di ogni traccia di libertà dei media

VOD è stata fondato nel 2003 come media locale indipendente con pubblicazioni sia in lingua khmer che in inglese, per produrre programmi radiofonici, informare e denunciare di questioni come la corruzione degli esponenti del governo, le violazioni dei diritti umani, la presa di mira dei lavoratori organizzati, gli scandali della microfinanza, l’accaparramento delle terre e la distruzione dell’ambiente in Cambogia.

La lunga scia di violazioni di diritti umani

Durante il 2022, come riporta Human Rights Watch, più di 100 membri dell’opposizione politica, connessi al dissolto Cambodian National Rescue Party (CNRP) e decine di sostenitori dei diritti umani sono stati sottoposti a una serie di processi di massa da parte dei tribunali politicizzati. Secondo le accuse, gli imputati sono stati accusati di “incitamento a commettere un reato” solo per aver esercitato il loro diritto alla libertà di parola, di associazione e di riunione pacifica. 

La legge del 2021 sulle misure per prevenire la diffusione del Covid-19 e di altre malattie gravi, pericolose e contagiose è stata di fatto utilizzata dal governo per ostacolare il diritto dei manifestanti a riunirsi pacificamente, con il pretesto di combattere l’epidemia nel Paese.

Il provvedimento dava ai funzionari l’autorità di condannare i presunti violatori del provvedimento Covid-19 fino a 20 anni di carcere, in totale assenza di un monitoraggio indipendente e di garanzie procedurali, oltre ad avere disposizioni estremamente ampie. 

In occasione dell’esame dell’adesione della Cambogia al Patto internazionale sui diritti civili e politici, nel marzo 2022, il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha riferito che tra marzo e ottobre 2021 sono stati effettuati più di 700 arresti sulla base della suddetta legge.

La chiusura di Voice of Democracy

Lo scorso 9 febbraio, VOD ha pubblicato un articolo in cui si affermava che il figlio del primo ministro Hun Manet (e probabile successore di Hun Sen, già al potere dal 1985) avesse approvato l’invio di un pacchetto di aiuti finanziari di 100mila dollari alla Turchia dopo il disastroso terremoto che ha colpito il Paese, anche senza avere l’autorità di disporre di fondi pubblici.

Il primo ministro Hun Sen ha accusato il giornale di aver attaccato lui e suo figlio e di aver ferito la “dignità e la reputazione” del governo cambogiano, concedendo a VOD 72 ore per presentare delle scuse. Il Cambodian Center for Independent Media (CCIM), che gestisce VOD, ha inviato domenica scorsa una lettera a Hun Sen esprimendo “rammarico” per la confusione causata dall’articolo e chiedendo “perdono” per il torto subito. 

Un messaggio di scuse rifiutato categoricamente dal primo ministro, che nella stessa giornata ha scritto su Facebook: «è lecito usare le parole ‘rammarico’ o ‘perdono’ invece delle parole ‘scusa’? […] Non posso accettarlo», ordinando poi al Ministero dell’Informazione di cancellare la licenza per VOD e di interromperne le trasmissioni.

Non è la prima volta che VOD finisce sotto il mirino del governo. Cinque membri del giornale, insieme ad altri quattro attivisti ambientali, erano già stati ingiustamente arrestati il 16 agosto del 2022, quando stavano coprendo lo smantellamento delle foreste di Phnom Tamao, nel Sud della Cambogia, dove si pensa siano stati distrutti fino a 500 ettari di foresta in una sola settimana all’inizio di agosto. Le attrezzature dei giornalisti sono state sequestrate con la forza dalle autorità, che li hanno anche accusati di diffondere informazioni false.

Phil Robertson, vice direttore per l’Asia di Human Rights Watch, ha dichiarato che «Voice of Democracy è stata per anni un’importante colonna portante del giornalismo investigativo indipendente e della critica obiettiva, anche se la tolleranza del governo cambogiano per le opinioni critiche è notevolmente diminuita […] La chiusura di Voice of Democracy da parte di Hun Sen è un colpo devastante per la libertà dei media nel Paese e avrà un impatto su tutta la società cambogiana».

Dopo la chiusura del Cambodian Daily nel 2017, la vendita del Phnom Penh Post, e la chiusura di Radio Free Asia, quello a VOD è l’ennesimo attacco (stavolta fatale) alla libertà di stampa nel Paese, specialmente in vista delle prossime elezioni parlamentari previste per il 23 luglio 2023.


Immagine in copertina di Thierry Ehrmann

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Davide Renda

Caporedattore, responsabile "Orizzonti". Appassionato di storia, studi post-coloniali e del socialismo umanista.