Oleastro di Inveges, l’albero incantato di Sciacca

Passeggiando per la contrada Scunchipani, a circa 7 chilometri dal centro città, è impossibile non imbattersi in un gigantesco albero avvolto dal mistero, conosciuto anche come “l’albero delle fate”. 


Alto 12 metri e composto da due tronchi (rispettivamente “il padre e il figlio”), l’Oleastro di Inveges, conosciuto tra gli abitanti locali come “l’agghiastru ri mezzu” o “l’oleastro delle fate”, prende il nome dai vecchi proprietari del terreno, gli Inveges – antica e nobile famiglia storica e di cui oggi non sono rimasti eredi. 

In questo terreno senza padrone si erge quindi un imponente olivo selvatico, solitario e senza tempo: secondo la tradizione, infatti, l’albero plurisecolare non ha un’età ben precisa, ma è sempre stato lì, dall’inizio dei tempi. Da diversi anni ha attirato l’attenzione di numerosi studiosi di botanica, anche perché l’albero ha effettivamente un’età importante, a cui però non si riesce a risalire con esattezza: in merito, sono state fatte diverse ipotesi, che oscillano tra gli 800 e i mille anni.

L’ultima visita fu eseguita una ventina d’anni fa dal professore Francesco Calabrese, botanico dell’Università di Palermo, che era interessato a fare un prelievo per scoprire effettivamente quale fosse la sua reale età: ancora oggi, però, non esistono studi scientifici certificati. Nel libro sui Grandi Alberi di Sicilia pubblicato dall’Azienda Regionale Foreste Demaniali nel 2007, quando era diretta dal dott. Antonino Colletti, è presente l’oleastro con un’età stimata di circa 800 anni.

Per la sua importanza a livello botanico, e per l’alone di mistero che lo avvolge, è a tutti gli effetti considerato un “monumento” della città, tanto da essere inserito dal Comune di Sciacca tra i beni monumentali. Ma scopriamo di più sulle leggende che lo riguardano. 

Le fate che vivono nell’oleastro di Inveges

La più celebre, e probabilmente anche la più significativa, riguarda la presenza di piccole fate, folletti e spiritelli che dimorano all’interno dell’albero. Pare che tra i nobili della famiglia Inveges ci fosse un mago, e che sia stato proprio lui a “far nascere” quest’olivo gigantesco. 

In tanti giurano di aver visto effettivamente luci, movimenti e cose strane accadere la notte nei dintorni di quell’albero: secondo una leggenda infatti è possibile assistere alla “fiera delle fate”, un evento incantato in cui queste magiche creature espongono oggetti preziosi e abbaglianti. Altrettanto celebre è anche la “fiera degli animali velenosi”, che si svolge ogni sette anni, in cui poter ammirare, allo scattare della mezzanotte, alcune delle specie più pericolose in natura, solo per pochi secondi, prima di sparire.

La maledizione dell’oleastro di Inveges

Proprio per queste fatine che ci vivono, è importante portare molto rispetto all’albero: guai a staccare un ramo o raccogliere le olive direttamente dall’albero, potresti essere maledetto ed essere condannato ad una “mala annata”, ovvero un anno di sciagure e imprevisti. Le piccole drupe (olive), che possono essere raccolte esclusivamente dopo essere cadute spontaneamente a terra, erano utilizzate in passato per fare il cosiddetto “olio santo”, usanza che continua ancora oggi tra i frantoiani o chi ne conosce il mestiere. 

Molto probabilmente, quello della maledizione è stato semplicemente un interessante stratagemma, pensato dai vecchi proprietari, per tenere lontano ladruncoli e curiosi che avrebbero potuto rovinare il loro raccolto; certo è che è stato molto convincente, perché ancora oggi nessuno osa sfidare la maledizione dell’oleastro d’Inveges, e forse proprio per questo è riuscito a mantenersi ancora in buone condizioni. O quasi.

L’incendio del ‘96 e il miracolo dell’albero di Ingeves 

Ad alimentare la sua nomina di albero stregato si aggiunge una curiosa storia legata a una sua ipotetica proprietà “infiammabile”: le voci dicono che il patriarca verde di Sciacca sia a tutti gli effetti resistente al fuoco. In tanti giurano di aver assistito a scenari “ai limiti del surreale”, in cui alte fiamme di incendi inghiottivano spietati l’albero, senza riuscire però ad arrecare alcun danno. 

In effetti, nel 1996 scoppiò un terribile incendio che in molti ancora ricordano, che danneggiò l’olivo distruggendo la “parte più vecchia” dell’albero, il cosiddetto “padre”, che oggi sta comunque ricrescendo attraverso diversi pollini.

L’aeroporto fantasma e la resistenza ai bombardamenti 

Oltre all’incendio, pare che nelle vicinanze del terreno ci fosse un aeroporto che, durante la Seconda guerra mondiale, nessuno riusciva a bombardare. Fu soprannominato, infatti, “aeroporto fantasma” e resistette fino al 21 Maggio 1942, quando un maresciallo italiano fece la spia alle truppe americane, rivelandone le coordinate precise. Ciononostante, anche sotto i bombardamenti a tappeto, l’oleastro di Inveges restò intatto. 

Ancora oggi gli abitanti di Sciacca rispettano questo albero avvolto dalla magia e dal mistero, tramandando di figlio in figlio le credenze locali. Finché nessuno riuscirà a provare il contrario, potrebbe anche essere davvero incantato.