Slovenia Natasa Pirc Musar

Slovenia, Natasa Pirc Musar è la prima Presidente donna

Aria di cambiamento in Slovenia, dove il 23 dicembre entrerà ufficialmente in carica Natasa Pirc Musar, la prima donna capo di stato nella storia del paese balcanico.


Tempo di elezioni in Slovenia. Dal 23 ottobre al 23 novembre si sono susseguite tre consultazioni elettorali e dal 13 novembre si è votato per 4 domeniche di fila, tra presidenziali, amministrative e diversi referendum. Il 13 novembre è stata eletta la prima presidente donna della Slovenia, Natasa Pirc Musar, che entrerà in carica dal 23 dicembre prossimo. 

Con il 53% dei voti, la candidata di centro sinistra ha sorpassato al secondo ballottaggio il conservatore Anže Logar, ex ministro degli Esteri nello scorso governo di Janez Jansa. La neo eletta presidente non aveva mai ricoperto cariche politiche di rilievo nel Paese, ma era nota come ex garante della privacy e per la sua esperienza da giornalista nel notiziario principale della Slovenia. 

Laureata in legge con un dottorato a Vienna, è conosciuta anche per essere stata l’avvocato di Melania Trump, di origini slovene, durante il mandato dell’ex presidente degli Stati Uniti. Nel 2016 aveva difeso gli interessi della first lady contro alcuni giornali che avevano diffuso notizie false sul suo conto. 

Nonostante il suo sia un ruolo più di carattere cerimoniale, Pirc Musar ha già affermato che sarà molto coinvolta negli affari interni. «Non sono mai stata in silenzio quando era necessario far sentire la propria voce», ha dichiarato durante la campagna elettorale, riferendosi anche all’operato dell’ex primo ministro Janez Jansa, che non era intervenuto durante le proteste antigovernative contro le misure covid. 

Janez Jansa

Rispetto al suo predecessore, il social democratico Borut Pahor, la nuova presidente ha una visione più europeista e afferma di voler avvicinare di più il Paese ai valori democratici sui quali è stata fondata l’Unione Europea. Inoltre, nei suoi discorsi ha evidenziato l’importanza di battersi contro i cambiamenti climatici, per assicurare alle prossime generazioni un futuro migliore. «I giovani stanno mettendo il peso della responsabilità sulle nostre spalle di politici per prenderci cura del pianeta cosicché la prossima generazione vivrà in un ambiente pulito».

Inoltre, ha voluto sottolineare che sarà la presidente di tutti e si concentrerà ad unire il Paese e a lottare per i diritti umani. Infatti, Natasa Pirc Musar è stata anche presidente della Croce Rossa slovena per due anni e si è specializzata in ambito legale per difendere i diritti della comunità LGBT. Ed è proprio di quest’anno la notizia che i matrimonii tra persone dello stesso sesso sono stati equiparati a quelli etereosessuali in Slovenia, un grande passo avanti per il Paese, il primo nei balcani a garantire questo diritto alle persone queer. 

A giugno 2022, la Corte slovena aveva dichiarato incostituzionale il divieto alle coppie dello stesso sesso di sposarsi, dando quindi sei mesi di tempo all’Assemblea Nazionale per rivedere il Family Code. L’emendamento con la sua revisione è passato proprio ad inizio ottobre, dando la possibilità alle persone queer sia di sposarsi che di adottare.

È quindi un periodo di cambiamento per il piccolo Paese dei Balcani occidentali. Uno degli ultimi referendum proposti, per il quale si è votato il 27 novembre, chiedeva di ridurre l’influenza politica sulla rete televisiva nazionale, RTVSLO. I suoi leader erano stati nominati dallo scorso governo di destra di Janez Jansa, ma il nuovo governo di centro sinistra, eletto ad aprile, aveva deciso di applicare delle riforme per depoliticizzare l’informazione pubblica. 

Lo stato dell’informazione slovena è peggiorato nel corso dell’anno, facendo posizionare la Slovenia al 54esimo posto nella classifica di Reporters Without Borders sulla libertà di stampa, dopo il 36esimo posto dell’anno precedente. Più del 60% dei votanti ha supportato le nuove riforme durante il referendum, dando il via a una rete nazionale più democratica. 

La nuova presidente dovrà anche far fronte ai problemi legati all’immigrazione, dopo la promessa del governo di rimuovere il filo spinato tra la Slovenia e la Croazia. Negli ultimi anni, un numero considerevole di persone sono morte cercando di attraversare questa parte della rotta balcanica

La ministra dell’interno Tatjana Bobnar aveva infatti assicurato che tutti gli ostacoli al confine sarebbero scomparsi, ma è di pochi giorni fa la notizia delle sue dimissioni. Secondo le prime indiscrezioni, Bobnar si sarebbe dimessa dopo aver denunciato pressioni politiche sulla polizia, sostenendo che il governo avesse nominato in posizioni di rilievo esponenti di centro destra. Nonostante queste critiche, Tatjana Bobnar era stata a sua volta ripresa per la repressione dei migranti al confine. Non si sa ancora chi la sostituirà, ma sicuramente la situazione è destinata a cambiare dopo l’entrata della Croazia nell’area Schengen da gennaio 2023. 

Il 2022 per il Paese di Lubiana è stato dunque pieno di sorprese, elezioni e riforme. Pirc Musar ha già dovuto fronteggiare le accuse rivolte a lei e al marito di investire nei paradisi fiscali, dovrà provare di essere pronta a navigare la Slovenia verso un vero cambiamento.