Elezioni 2022, il Manifesto di Amnesty International sui diritti umani
Amnesty ha stilato un manifesto di dieci punti per chiedere ai politici di impegnarsi di più nella protezione di diritti spesso dimenticati dai programmi elettorali.
A pochi giorni dalle elezioni, è tempo di resoconti per una campagna elettorale che ha relegato i diritti civili all’ultimo posto o li ha usati come mera propaganda. Per questi motivi, Amnesty International ha lanciato un Manifesto di dieci punti chiedendo ai politici di aderire per garantire eguali diritti a tutti i cittadini.
«In un contesto di forte incertezza, tra crisi pandemica, conflitti e instabilità economica, la politica italiana non può perdere di vista i diritti umani», queste le parole con cui inizia il Manifesto nella sua premessa.
I vari partiti che fanno parte delle coalizioni affrontano in maniera diversa i grandi temi relativi ai diritti, alcuni di questi presentati in modo marginale, altri del tutto assenti. Abbiamo letto i loro programmi elettorali per osservare come alcuni diritti presenti nel Manifesto di Amnesty International, verranno attuati dopo le elezioni.
La tutela dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne
Uno dei punti del manifesto riguarda i diritti sessuali e riproduttivi delle donne, la violenza di genere e l’interruzione volontaria di gravidanza. Si chiede di investire nell’educazione, nei centri antiviolenza e di finanziare le strutture sanitarie per offrire servizi consoni a chi vuole esercitare il diritto all’aborto.
Partendo dalla destra, proprio il primo punto del programma di Fratelli D’Italia, dal titolo “Sostegno alla natalità e alla famiglia” fa riferimento a queste tematiche focalizzandosi sulla famiglia tradizionale come elemento fondante della società e su una campagna di comunicazione sul tema della fertilità.
In questo punto si promuove la piena applicazione della legge 194, «a partire dalla prevenzione» e l’istituzione di un fondo che possa aiutare le donne più in difficoltà a portare avanti la gravidanza.
Nel programma della Lega si parla di potenziare il supporto alla maternità, destinando dei fondi alle ragazze in difficoltà che «altrimenti deciderebbero di interrompere la gravidanza».
Italia viva e Azione non menzionano il diritto all’aborto, ma parlano di contrasto alla violenza di genere con l’aumento dei centri antiviolenza e il rafforzamento del reddito di Libertà, un sussidio economico a favore delle vittime di violenza istituito dal Decreto Rilancio 2020.
Il PD promette di garantire l’applicazione della legge 194 su tutto il territorio italiano rafforzando la rete di consultori, menziona la Convenzione di Istanbul e non aggiunge altro.
Nel programma del Movimento 5 Stelle si parla solamente di educazione sessuale, tematica molto a cuore dell’allenza Verdi-Sinistra Italiana, i quali pongono l’attenzione sull’importanza di fornire la possibilità di sottoporsi a esami clinici, contraccettivi e aborti gratuiti nei consultori.
Secondo Federica di Martino, fondatrice della piattaforma “IVG, ho abortito e sto benissimo”, i partiti sono rimasti ancorati a una legge che dovrebbe essere rivista e aggiornata per garantire davvero il diritto all’aborto a tutte, soprattutto se si prende in considerazione quanto ancora sia alto il tasso di obiettori di coscienza in Italia.
Tutela delle persone che necessitano di protezione
Un altro punto importante del manifesto di Amnesty riguarda l’immigrazione. Prima le persone, poi le frontiere: quello che si chiede di offrire sono canali sicuri e regolari verso l’Italia sospendendo qualsiasi cooperazione con la Libia, una riforma delle politiche migratorie e la revisione del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Degli accordi con la Libia ne parlano la coalizione di sinistra, Unione Popolare e +Europa, che vi si oppongono a essi perché in contrapposizione con gli Accordi di Ginevra; non vengono menzionati dal centro destra e dal Movimento 5 stelle.
In netta contrapposizione con queste posizioni, la Lega parla di “diritto alla sicurezza” e si schiera a favore dell’attuale legge Bossi-Fini, a cui invece si oppone l’Alleanza Verdi-Sinistra Italiana, che propone una riforma dell’accoglienza che si basi sul diritto internazionale umanitario. Infine, si accenna ai corridori umanitari nei programmi del Terzo Polo, di Unione Popolare e del PD.
Riforma della legge sulla cittadinanza
Molti partiti, nei loro programmi, inseriscono accanto alla tematica dell’immigrazione anche le loro proposte sulla riforma della legge sulla cittadinanza, liquidando in poche righe o paragrafi una questione che dovrebbe essere presentata in modo più strutturato, non riguardando soltanto gli immigrati arrivati da poco nel nostro Paese.
Nella parte relativa alla tematica della cittadinanza, Amnesty riporta che una nuova legge riguarderebbe oltre un milione di ragazzi nati o cresciuti in Italia che potrebbero ottenere tutti i diritti derivanti dall’ottenimento della cittadinanza italiana.
Fratelli D’Italia non menziona la riforma della cittadinanza, ma lega questo tema con il fenomeno migratorio sottolineando l’importanza di «fermare l’immigrazione illegale». La Lega si oppone allo Ius soli, menzionato soltanto nel programma di Unione Popolare e Alleanza Verdi-Sinistra Italiana.
Il PD e il Terzo Polo invece, propongono lo Ius Scholae, disegno di legge non più discusso nella legislatura uscente. Il M5S non fa alcuna menzione di diritto alla cittadinanza.
Azioni contro l’omobitransfobia, abilismo e misoginia
Amnesty International chiede di adottare pratiche efficaci per contrastare l’abilismo, la misoginia e tutti gli atti discriminatori che vengono subiti dalla comunità LGBTQI+. Andando a consultare le proposte dei partiti su questo argomento, la legge contro l’omobitransfobia, affossata durante l’ultima legislatura, è supportata da tutti i partiti tranne quelli di destra.
Fratelli D’Italia parla di contrasto a ogni tipo discriminazione ribadendo però, proprio in questo punto, il divieto di adozione omogenitoriale. In realtà, oltre ai partiti di destra, né il Movimento 5 stelle, né il PD e Italia Viva, menzionano il riconoscimento dei figli delle coppie dello stesso sesso.
Altra tematica assente è quella relativa ai diritti delle persone transgender. Quasi tutti i partiti (dal centro alla sinistra) sostengono espressamente il matrimonio egualitario, tranne Italia Viva-Azione che non lo menzionano nel programma; i partiti come Lega e Fratelli D’Italia, invece, parlano di combattere l’ideologia gender.
Il problema maggiore risiede comunque nel non essere riusciti ad approvare le leggi a tutela della comunità LGBTQI+ quando se ne era presentata l’opportunità, dunque sarà necessario capire in modo concreto quale supporto sarà dato a questi temi una volta in Parlamento.
I diritti umani citati dal Manifesto sono molteplici e ogni partito li ha affrontati in modo diverso, non sempre suggerendo delle proposte concrete che vadano al di là del mero slogan elettorale.
Ma, come ha scritto Amnesty, «sui diritti umani non si torna indietro, si deve andare avanti».