Basi NATO in Sicilia: l’aeroporto di Birgi, il definitivo scalo trapanese

La base di Birgi – l’aeroporto “Vincenzo Florio” di Trapani con annesso impianto militare – fu attivata ufficialmente solo nei primi anni Sessanta, ma è l’ultima di una serie di basi aeree nel trapanese. 


La base NATO siciliana meno famosa, se così si può dire, è quella di Birgi, in provincia di Trapani. Ma l’attuale aeroporto di Trapani-Birgi “Vincenzo Florio” è, in ordine cronologico, solamente il terzo scalo del trapanese. Infatti, prima della Seconda guerra mondiale, era attiva la base militare di Milo – non come la celebre località nel catanese bensì come la frazione di Trapani che ospitava la base.

Dal 1955, e solo per sei anni, fu aperto al traffico civile lo scalo di Chinisia, nato anche questo come aeroporto militare, ma solamente nei primi anni Sessanta, Birgi entrò finalmente in attività, divenendo uno snodo importante per le tratte da e per Palermo, Pantelleria, Lampedusa e Tunisi, oltre che una base militare sempre più trafficata dagli anni Settanta.

La storia prima di Birgi

La base aerea militare di Trapani-Milo venne costruita all’inizio degli anni Trenta, con una scelta progettuale che prevedeva una distanza abbastanza ridotta dal centro abitato di Trapani: la vecchia base di Milo si trovava infatti a soli quattro chilometri dal capoluogo di provincia. 

Durante la Seconda guerra mondiale era la base di controllo del Canale di Sicilia – quella zona del Mar Mediterraneo compresa tra la Regione e la Tunisia – e costituiva il riferimento per i collegamenti e i rifornimenti con le truppe italiane in Nord Africa e, quindi, anche per l’aviazione tedesca. 

In quel periodo il traffico aereo si serviva di mezzi decisamente più imponenti, in gran numero e di utilizzo civile, per cui a partire dal 1949 lo scalo di Milo venne definitivamente abbandonato – anche per l’eccessiva vicinanza con il centro abitato di Trapani – in favore di un nuovo aeroporto militare, quello di Chinisia. I terreni e le strutture del vecchio progetto aeronautico trovarono comunque uno scopo dopo l’acquisto da parte dell’Agenzia spaziale italiana che, intorno alla metà degli anni Settanta, trasformò la base di Milo in una “Base di lancio palloni stratosferici”, l’importante centro spaziale italiano intitolato a Luigi Broglio.

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La vecchia base di Milo abbandonata, tagliata in due dall’autostrada (foto jbdodane)

La seconda base aerea trapanese in ordine cronologico fu, appunto, quella di Chinisia – oggi anche sede del kartodromo Kinisia – e all’inizio del 1955 cominciò a essere utilizzata anche come aeroporto civile per scali regionali. Qui i voli militari continuarono a essere effettuati fino agli anni Ottanta, ma il traffico civile fu interrotto già quasi vent’anni prima. 

E alla fine arriva lo scalo di Birgi

L’aeroporto di Trapani-Birgi dista 15 chilometri dalla città di Trapani e 12 dalla città di Marsala (e infatti rientra per poco nelle competenze del trapanese). Intitolato a Vincenzo Florio, è solamente dai primi anni Duemila che il traffico aereo ha visto un sensibile incremento, fra tratte nazionali e internazionali. 

Grazie alla posizione geografica strategica, già dagli anni Ottanta la struttura ha conosciuto anche un incremento dell’attività militare, ma in una zona separata dallo scalo civile, intitolata a Livio Bassi, proprio per garantire la piena autonomia di esercizio di entrambi gli impianti. 

Questo aeroporto militare è sede del 37° Stormo dell’Aeronautica Militare Italiana, base di appoggio per gli F-16 del 18° e 10° Gruppo caccia intercettori, e dell’82° Centro CSAR (Combat Search and Rescue). L’aeronautica militare condivide comunque con l’impianto civile “Vincenzo Florio” una sola pista, ancora operativa.

La base militare di Birgi è stata protagonista nel 2015 della più grande esercitazione della NATO dai tempi della caduta del muro di Berlino. La “Trident Juncture 2015”, l’evento addestrativo internazionale inizialmente pianificato in Sardegna, ha portato a operare a Trapani oltre 80 velivoli e circa cinquemila militari di varie nazionalità. 

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Base aerea di Trapani, il 22 ottobre 2015, durante il “Trident Juncture 15”

L’impegno odierno

Come il resto del sistema di difesa NATO, la base di Birgi è entrata in “stato di allerta” a causa degli scontri armati, iniziati da oltre un mese, tra Ucraina e Russia. Proprio in virtù del sostegno del governo italiano per le operazioni militari dell’esercito ucraino, la base di Birgi risulta a disposizione per operazioni NATO

Come già accaduto con la Libia, l’intensificarsi dell’impegno dell’aeroporto militare di Trapani potrebbe portare a un rallentamento dell’attività dell’aeroporto civile che, ricordiamolo, costituisce la zona più imponente dell’intera infrastruttura. 

A testimonianza dell’importanza del sito, non solo a livello regionale ma anche simbolico per l’Occidente, lo scorso mese, pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione russa e della minaccia su Kiev, presso l’aeroporto di Trapani ha avuto luogo una imponente mobilitazione di attivisti per la pace in Ucraina, con la partecipazione di diverse sigle sindacali e con un sit-in contro l’escalation delle tensioni internazionali.