Turismo, com’è cambiata la vacanza durante la pandemia

La pandemia ha cambiato inevitabilmente il modo di viaggiare. Ci troviamo su terreno fertile per nuove idee progettuali? Il turismo diventa “lento”, di prossimità, esperienziale, sostenibile ma soprattutto sicuro.


Il panorama turistico italiano si sta pian piano convertendo in un’occasione unica per gli attori del settore di collaborare in maniera sinergica con il proprio territorio. L’attenzione si sta rapidamente spostando verso un’offerta turistica sostenibile, inclusiva e non di massa. Enti, istituzioni e associazioni diventano promotori attivi di servizi da offrire all’interno di parchi, borghi, cammini d’Italia e tutto ciò che sia socialmente, ecologicamente ma anche economicamente sostenibile.

L’economia del turismo, come affermato dalle organizzazioni internazionali mondiali già nel giugno 2020, si vede particolarmente colpita dalla pandemia e dalle misure introdotte per contenere la diffusione. Da una prima stima fatta si prevedeva una decrescita che sarebbe potuta oscillare tra il 60 e l’80 per cento. Effettivamente, abbiamo assistito a un crollo del settore turistico-alberghiero

È in questo scenario che i Paesi europei stanno spostando la loro attenzione verso interventi a favore di una ripresa e soprattutto a un ripensamento del settore turistico. Le opportunità che si prevedono a medio-lungo termine sono date dal trend positivo adottato dal turismo di prossimità, dalla distribuzione del vaccino e dagli effetti dell’aumento della sensibilità sociale verso un turismo più esperienziale

Possiamo dunque definire questo periodo un terreno fertile per nuove idee progettuali? Probabilmente sì. Il turismo si dota, allora, dell’appellativo “lento”, di prossimità, sostenibile ma soprattutto sicuro.

Cosa sono turismo di prossimità e turismo lento?

Da qualche tempo si parla di turismo di prossimità, ossia la scelta di muoversi, fare turismo, nei luoghi a noi vicini. Un ritorno alle vacanze made in Italy di un tempo, quando si passavano le ferie con tutta la famiglia in un luogo vicino casa. 

L’elemento principale del periodo pandemico (e post-pandemico probabilmente) è la ricerca di una location non affollata, e per ovvie ragioni. Via dunque ai luoghi a contatto con la natura, con i borghi poco frequentati o addirittura dimenticati e alla ricerca della tipicità. 

Il turismo di prossimità è anche profondamente connesso al turismo sostenibile. La sostenibilità, in questo senso, vedrà protagoniste le piccole realtà, gli agriturismi con la loro produzione a km 0 e la riscoperta delle risorse del proprio territorio. 

Il viaggiare lento, quindi, significa immergersi completamente nei luoghi che visitiamo cogliendone sfumature e caratteristiche con un ritmo molto più rilassato, ben lontano da quelle vacanze “omologate” in luoghi molto frequentati e dominati da una frenesia vincolata.

Cos’è il turismo esperienziale?

Il principio generale che governa la scelta di una vacanza è sempre l’idea centrale della fuga dalla routine di tutti i giorni, anche se non sempre deve essere incentrata solo su relax, svago e spensieratezza. 

Si parla sempre di più di turismo esperienziale che può essere facilmente contrapposto al turismo di massa, ed è strettamente connesso ai viaggi “lenti” e, nella maggior parte dei casi, a quelli “sostenibili”. Ciò è dovuto alla scelta delle destinazioni e alle motivazioni: immersione nella natura, tour enogastronomico, culturale – con il coinvolgimento attivo del turista-protagonista nelle attività oggetto di interesse del viaggio – archeologico ed escursionistico sono solo alcuni esempi di esperienze.

Ciò che conta non è la destinazione, se è conosciuta o meno, ma vivere un’avventura intima e profondamente conoscitiva. Il viaggiatore, qui, non si accontenterà più di ricordare il proprio viaggio semplicemente accumulando fotografie, ma desidererà delle autentiche esperienze di vita che può condividere e raccontare agli altri.

Pandemia e nuove frontiere (di necessità)

Nonostante le misure adottate, raccomandate dell’OMS, sappiamo bene come il diffondersi della pandemia abbia portato, tra le tante spiacevoli cause, a chiusure generalizzate degli esercizi pubblici commerciali con gravi danni per i gestori.

A livello nazionale, regionale e municipale, sono state prese misure precauzionali per favorire la cultura e il turismo. Le principali misure adottate sono: i sussidi straordinari per i lavoratori del turismo e della cultura; i contributi alle aziende della cultura, dell’intrattenimento e del turismo per cui sono stati disposti bonus, benché limitati e spesso di difficile percepimento; la creazione di un Fondo di emergenza per eventi, cinema e audio a favore di  operatori, autori e attori; i bonus per vacanze delle famiglie in hotel, musei, teatri e altri luoghi della cultura.

Al fine di favorire tutte queste azioni, vi è però la necessità di adeguare le strutture ricettive, la ristorazione e i luoghi della cultura, rendendoli ambienti consoni e sicuri per il pubblico o il turista. 

Opportunità che si spera arrivi a medio-lungo termine. Ripensare a una conversione del turismo esperienziale, promuovendo la qualità dei servizi, l’innovazione e il senso di responsabilità verso un mondo ormai sempre più sostenibile. Non resta che prepararsi all’arrivo di una nuova domanda turistica, di prossimità e sicura. 

di Monica Amato


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