Formula 1 e MotoGP, gioie mondiali per Hamilton e Mir

 
 
 

Lewis Hamilton e Joan Mir si sono laureati ieri campioni del mondo, rispettivamente in Formula 1 e MotoGP.


«Ho ottenuto qualcosa che va oltre i miei sogni, spero che questo sia di ispirazione per i bambini. Mi mancano le parole, non posso far altro che ringraziare tutti, la mia famiglia, il team. Senza di loro non avrei mai potuto ottenere questi successi». Questo è stato il primo commento di Lewis Hamilton dopo la vittoria nel gran premio di Turchia, grazie alla quale ha archiviato la pratica del titolo mondiale con tre gare di anticipo. Quella ottenuta ieri sul circuito di Istanbul è stata per Hamilton la vittoria numero 94 in Formula 1, la decima stagionale su 14 gare disputate.

Con 307 punti in classifica, il pilota della Mercedes ha definitivamente staccato la concorrenza, laureandosi campione del mondo per la settima volta in carriera ed eguagliando così il record di titoli vinti da Michael Schumacher. «Inimmaginabile vincere sette titoli, ma con questo team non ci poniamo limiti. In tutta la mia vita non avrei mai potuto sognare qualcosa di così straordinario, mi sembrava qualcosa di troppo lontano. Sono fiero di quello che abbiamo fatto».

Lewis Hamilton, 35 anni, ha esordito in Formula 1 nel 2007 con la McLaren, scuderia nella quale ha militato fino al 2012, vincendo il suo primo titolo nel campionato mondiale del 2008. Dopo alcune stagioni in chiaroscuro, nel 2013 arriva il trasferimento in Mercedes, svolta decisiva per la sua carriera. Con la scuderia tedesca, Hamilton ha vinto ben sei campionati (2014, 2015, 2017, 2018, 2019 e 2020), diventando tra l’altro il pilota col maggior numero di gran premi vinti (94), di podi raggiunti (162) e di pole position ottenute (97). 

Il campionato 2020 prevede altre tre gare: Bahrein 29 novembre, Sakhir 6 dicembre e Abu Dhabi 13 dicembre. Con il titolo piloti assegnato ieri a Hamilton e quello costruttori già archiviato da tempo in favore della Mercedes, i prossimi gran premi serviranno soltanto a definire le posizioni di rincalzo tra gli altri corridori e le altre scuderie. A tal proposito, da segnalare ieri l’ottima gara delle due Ferrari, partite dalle retrovie sulla griglia ma protagoniste di una grande rimonta che le ha portate, con Sebastian Vettel e Charles Leclerc, rispettivamente al terzo e al quarto posto. 

Passando dalla Formula 1 ai motori, si è disputato ieri anche il gran premio di Valencia, penultima prova del campionato Moto GP. La gara è stata vinta da Franco Morbidelli, su Yamaha Petronas, davanti alla Ducati di Jack Miller e alla KTM di Pol Espargaro. Per il pilota romano è arrivata così la terza vittoria stagionale, col rammarico di non aver avuto, nel corso dell’intera stagione, un rendimento costante che lo avrebbe portato a lottare per il titolo mondiale. La corona di campione del mondo Moto GP ha da ieri un nuovo padrone: Joan Mir, pilota spagnolo del Team Suzuki. Mir, giunto ieri al traguardo in settima posizione, ha ipotecato il titolo anche grazie al ritiro del suo avversario più vicino in classifica, il francese della Yamaha, Fabio Quartararo. 

«Non riesco a piangere o a ridere, è un mix di emozioni diversissime. Sono davvero felicissimo, non ci posso credere. Non mi capacito ancora di quello che è successo. Ho bisogno di tempo, mi devo un attimo rilassare». Queste le prime parole da campione del mondo per il giovane pilota della Suzuki, scuderia che torna al successo nella classe regina, a vent’anni di distanza dal titolo vinto da Kenny Roberts Jr nel 2000. 

Per la cronaca, il campionato si concluderà domenica prossima, in Portogallo, sul circuito di Portimao. Sarà l’ultimo appuntamento di una stagione atipica, condizionata dall’assenza forzata di Marc Marquez, autentico dominatore delle passate stagioni. Senza il fenomeno della Honda, sei volte campione in MotoGP, si è creato un “vuoto di potere” che ha reso appassionante ogni gara e incerto l’esito della competizione iridata. In questo contesto, Joan Mir si è dimostrato il corridore più regolare, raggiungendo sette volte il podio e laureandosi quindi con merito campione del mondo.


 

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