La censura alle «bambine ribelli»

Di Alice Castiglione – Da quando in Turchia nel 2016 Erdogan ha messo in scena un colpo di stato incolpando Fetullah Gülen , si è inasprita l’attività di censura e di controllo sistematico della comunicazione, di repressione contro insegnanti, giornalisti, editori e di tutte quelle professioni che, almeno sulla carta, sono ispirate dal principio della libertà di pensiero.

da Financial Times

Mentre l’Europa alterna annunci generici e contraddittori sul tema della vendita delle armi alla Turchia, Erdogan fa sapere che non solo non gli importa (in fondo ha già gli arsenali pieni) ma che dal 2016 ha rimosso dalle scuole e distrutto più di 300.000 libri. Pensate che quasi due milioni di libri di testo che contenevano la parola “Pennsylvania” sono stati ritirati e poi ristampati senza il nome dello stato americano, dal momento che Gülen attualmente vive lì.

È di qualche giorno fa la notizia della censura del libro “Storie della buonanotte per bambine ribelli” scritto dalle italiane Francesca Cavallo ed Elena Favilli, edito nella versione italiana da Mondadori. Questo libro racconta le storie di donne come Serena Williams, Malala Yousafzai, Rita Levi Montalcini, Frida Kahlo, Margherita Hack e molte altre. In breve è una raccolta di biografie di 100 personalità femminili rivolta ad un pubblico di ragazzine e ritratta da 60 illustratrici provenienti da tutto il mondo. Scienziate, pittrici, astronaute, sollevatrici di pesi, musiciste, giudici, vulcanologhe, chirurghe. Esempi di coraggio, determinazione e coscienza di genere che non devono essere certo piaciute al regime del sultano turco. Viene il sospetto che Erdogan ce l’abbia a morte con le donne soprattutto per la dimostrazione di forza delle combattenti curde, che non hanno avuto paura di alzare gli scudi contro il califfato e hanno inferto colpi decisivi all’ISIS fino alla sconfitta. 

Storie della buonanotte per bambine ribelli

Ma perché questo libro, tradotto in 48 lingue, sarebbe così pericoloso? Sicuramente perché dà ispirazione ed esempi positivi alle bambine, ma non solo. Alla fine del libro si trova un quaderno in cui la piccola lettrice può raccontare se stessa, sentendosi parte di qualcosa di più grande; la sezione si chiama Io sono una bambina ribelle: la storia delle mie rivoluzioni. Un titolo pericoloso, che di fatto allontana le bambine da qualsiasi visione patriarcale, in base alla quale una femmina vale meno di un maschio ed è un soggetto politico meno importante se non addirittura lesivo per il potere costituito. 

Un personaggio fra le pagine del libro Storie della buonanotte per bambine ribelli Feltrinelli

In Turchia, l’attacco alle donne è radicato e costante, non si arresta ma muta forma a seconda della questione. Non stupisce che anche le bambine vengano coinvolte in questo tentativo di restaurazione delle gerarchie sessuate e di un ordine sociale che le donne hanno messo ampiamente in discussione. In risposta alle proteste delle donne, il governo ha persino annullato l’8 Marzo come giorno di lavoro pagato. Non è un caso che uno dei primi obbiettivi mirati durante l’offensiva di questi giorni sia stata Hevrin Khalaf: donna, attivista per i diritti delle donne che lavorava per la pacificazione del Rojava tra curdi, cristiani ed arabi nel rojava siriano. Non sorprende dunque che l’Ente per la Protezione dei minori del governo turco abbia dichiarato che il libro avrebbe un’influenza dannosa per le giovani donne e che ne abbia vietato la vendita.

Questa posizione ricorda molto il discorso pronunciato da Joseph Goebbels ai giovani tedeschi in occasione del grande rogo di libri avvenuto il 10 Maggio 1933 nella Germania appena conquistata dai nazisti: in quell’occasione, davanti al rogo che bruciava opere di alcuni dei maggiori pensatori, scrittori ed intellettuali del tempo (Marx, Brecht, Adorno, Arendt, Stein, Weber, Fromm, Gropius, Kandinsky e Mondrian, Einstein, Freud) Goebbels parlò di «immondizia intellettuale del passato» e di «cultura degenerata». La libertà e l’autodeterminazione, da sempre, fanno paura ai regimi e quello turco non fa eccezione. 


In copertina modifica all’illustrazione di Sara Bondi

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