«Amiamo la vita abbastanza da morire», parlano i curdi in protesta

Di Alice Castiglione – È noto come in Turchia siano stati compiuti migliaia di arresti fra oppositori politici e semplici contestatori della presidenza di Erdogan. Sono tanti i casi di censura e pressione sulle famiglie di noti personaggi sportivi che rendono difficile la comunicazione del dissenso da parte dei Curdi e degli stessi cittadini turchi. Per questo motivo è importante ascoltare la testimonianza di chi ha vissuto e vive direttamente l’oppressione sistematica turca.

La Turchia e i curdi sono oggi al centro dell’attenzione mondiale per lo scontro che si sta consumando nel nord della Siria. Nonostante le minacce, la repressione, l’occupazione territoriale – rallentata da una tregua di 5 giorni che si chiude oggi – e la morte di esponenti politici anche sul fronte progressista siriano, la lotta contro la dittatura del “sultano” turco continua.

Qui di seguito vi proponiamo un documento esclusivo – il secondo dei due che pubblichiamo, qui il primo – di un attivista curdo “esiliato” a Londra e in sciopero della fame da mesi. Abbiamo sottotitolato il video in inglese e messo a disposizione la traduzione integrale in italiano sotto il video.

[La traduzione in italiano del messaggio]. Mi chiamo Mehmet Sait Yilmaz. Faccio parte della comunità dei curdi a Londra. Sono in sciopero della fame da 72 giorni. Il motivo per cui lo portiamo avanti è il sistema che potremmo descrivere come una “tortura sistematica” senza precedenti negli ultimi 20 anni. Sin dal 2011, va avanti una situazione di totale isolamento che non permette al nostro leader Abdullah Ocalan di vedere i suoi avvocati, arrestato e fatto ostaggio nella prigione in un’isola.

L’attivista Leyla Guven è in sciopero della fame dal 7 Novembre 2018 per rompere l’isolamento del nostro leader e sconfiggere il fascismo. Si tratta di un movimento diffusosi in tutto il mondo dalle prigioni in Turchia, al Kurdistan, da Strasburgo a St. Gallen, da Agnes Heller all’attivista Nasir Yagiz.

Stiamo chiaramente sostenendo questo, da curdo, da membro del popolo Curdo, da giovane curdo: la verità non può essere censurata, la nostra realtà sociale va verso questa direzione, la nostra esistenza va verso questa direzione. Dunque, da giovane curdo ho dovuto inasprire le mie proteste (lo sciopero della fame ndr) man mano che l’isolamento andava avanti. Così, sono stato coinvolto in questa iniziativa dal 14 Marzo. Ad esser onesto, la mia vita è piena dal 14 Marzo. La gente pensa che siamo masochisti, in realtà a noi piace essere affamati, ma le nostre giornate trascorrono dentro questo edificio senza far niente. Ne approfittiamo per documentarci più di quanto non abbiamo mai fatto. Proviamo a studiare e imparare tantissimo. Imparare sul mondo. Imparare sulla natura. Imparare su noi stessi. Ci stiamo riconciliando al nostro corpo e a noi stessi. Alla nostra logica, alla nostra prospettiva sul mondo. Abbiamo modo di apprezzare molto più la vita. Per questo motivo, come disse Kemal Pir nella prigione sotterranea di Amed nel 1982: “amiamo la vita abbastanza da morire”. Questo motto è diventato epico ed è giunto sino ai giorni nostri. E noi, da eredi, siamo parte del più grande sciopero della fame della storia. Siamo parte di questa resistenza. E la resistenza ha dimostrato che, specialmente con gli eventi recenti.

Quando la gente agisce in maniera organizzata quando le loro richieste sono umane, non c’è nulla che non possa essere compiuto. Lo abbiamo sperimentato direttamente su noi stessi. Probabilmente i nostri corpi si stanno indebolendo giorno dopo giorno, ma siamo consapevoli che la nostra forza di volontà va crescendo sempre più. Crediamo di potercela fare. Sappiamo che ce l’abbiamo già fatta giorno dopo giorno e sia le reazioni congetturali che quelle della Turchia fascista dimostrano che stiamo andando verso la giusta direzione.

Quando abbiamo iniziato queste azioni, il nostro obiettivo e le nostre richieste erano di far uscire il nostro leader dall’isolamento per permettergli di rincontrare il suo avvocato e la sua famiglia, e di disporre del diritto di seguire la stampa e i media da vicino e per garantire lo stesso diritto a tutti gli altri (detenuti ndr). Abbiamo dichiarato le nostre intenzioni prima intraprendere quest’azione. Le nostre richieste e aspettative sono pienamente conformi al diritto internazionale ed alle norme “universali” dei diritti dell’uomo.

Parliamo della Costituzione turca.. La costituzione turca garantisce ai prigionieri di incontrare i propri familiari e avvocati e di seguire la stampa. La nostra richiesta non è astratta. Vogliamo una giusta ed equa applicazione di tutte le regole contenute nella Costituzione turca. Abdullah Ocalan, leader dei curdi, vittima di un complotto internazionale, è attualmente in un sistema che sta diventando man mano sempre più repressivo da parte del governo fascista turco, e i Curdi dichiarano di non poterlo più accettare. Come saprai, più di 7000 prigionieri continuano la loro resistenza in Turchia e Kurdistan e centinaia di amici in varie parti d’europa.

Lo diciamo chiaramente: comunque vada a finire, continueremo questa resistenza fino a quando l’isolamento non sarà finito e continueremo a difendere i diritti umani dei popoli del mondo. Ne abbiamo avuto un chiaro esempio in Rojava. Contro le bande barbariche dell’Isis, più di 11.000 giovani curdi sono morti sul campo di battaglia. Sono stati martirizzati in giovane età e lo diciamo sempre. Il mondo e l’europa devono essere riconoscenti ai curdi, alle donne curde, e ai giovani curdi che hanno rischiato la loro vita contro l’Isis. Hanno difeso i diritti umani di tutte le persone nel mondo, hanno combattuto per loro.

Oggi, come curdi, abbiamo iniziato la resistenza per chiedere che le norme legali universali vengano applicate anche per i curdi. Questa è la vergogna del mondo intero, questa è la vergogna del Comitato europeo per la prevenzione della tortura (CPT). Con questa richiesta e con questo auspicio, migliaia di persone hanno deciso di aderire allo sciopero della fame. Questa è anche la vergogna della gente che vive in Europa, è la vergogna del sistema vigente. Oggi, invochiamo l’attenzione delle persone e degli Stati non ostili. Stiamo facendo delle richieste umane contro questo illegale sistema imposto e anche contro l’isolamento imposto e ciò dev’essere noto a tutti, anche voi potreste essere nella nostra posizione, un domani ci si potrebbero trovare altre persone nel mondo. Per questo motivo, siamo in una posizione tale da espandere la richiesta di solidarietà internazionale, come ci siamo guadagnati la solidarietà internazionale contro l’esercito barbaro dell’Isis.

In questo momento abbiamo bisogno della solidarietà internazionale contro questo sistema in “decomposizione”, agonizzante e che non promette nulla tranne lacrime e sangue. Se combattiamo in questo modo, il mondo sarà un posto più vivibile. Dunque, ci auguriamo che con i nostri compagni si possa essere solidali gli uni con gli altri. Saluto tutti voi con rispetto, grande rispetto.

(aiuto video Ester Di Bona, traduzione Federico Mazzara)


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