Elisabetta Conci, la pasionaria bianca

Di Alessandra Fazio – Elisabetta Conci, comunemente conosciuta come Elsa la “pasionaria bianca”, nacque a Trento il 23 Marzo del 1895. Figlia di Maria Sandri e di Enrico Conci, deputato a Innsbruck e al Parlamento di Vienna, si occupò sin da giovanissima di politica. L’educazione religiosa che ricevette fece sì che la sua vita, le sue opere e la stessa politica si ispirassero, quasi completamente, ai principi cardine dell’ordinamento cattolico.  

Conseguì la maturità liceale, il diploma in pianoforte presso il Conservatorio e infine si iscrisse all’Università di Vienna, presso la quale studiò Filosofia. Fece parte della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI) diventando in poco tempo presidente della sezione romana e partecipando, nel 1920, al Congresso di Trento organizzato dalla stessa FUCI e presieduto da Alcide De Gasperi. Presentò la sua relazione dal titolo “La moralità della giovane” con la quale valorizzò l’impegno delle sezioni femminili. 

Dopo qualche anno si spostò a Roma, città nella quale conseguì la laurea in Lettere. Si dedicò all’insegnamento e dopo aver vinto la cattedra a Trento vi si trasferì per circa quindici anni. Insegnò lingua tedesca e si occupò di attività assistenziali, consentendo agli alunni che si trovassero in difficili condizioni economiche di partecipare a lezioni gratuite di doposcuola. 

Subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale entrò a far parte della Democrazia Cristiana, ricoprendo l’incarico di Vicesegretario e successivamente di Segretario. Scrisse vari articoli di stampo etico e politico sul quotidiano “Il Popolo Trentino” e nel 1946 venne eletta delegata al Congresso Nazionale della DC e, poi, all’Assemblea Costituente.

Edoardo Martino, Elisabetta Conci e Giulio Pastore
Da sinistra: Edoardo Martino, Elisabetta Conci e Giulio Pastore

Si occupò del coordinamento degli Statuti Speciali e della Costituzione assumendo, nel 1963, l’incarico di Segretaria della “Commissione Speciale per l’esame del disegno e della proposta di legge concernenti provvedimenti per la città di Napoli”. Fu delegata italiana presso il Parlamento Europeo. Due anni dopo si ammalò gravemente; morì a Mollaro il 1 novembre del 1965.

Elisabetta Conci era una donna semplice ma ambiziosa, con una notevole capacità di adattamento. Una donna rigorosa e forte. L’ empatia e il forte senso religioso accompagnarono la sua vita al punto tale da far nascere in lei la convinzione che le opere del Governo e le opere sociali dovessero essere interamente fondate su principi religiosi; che la politica non dovesse essere altro che il riflesso di una realtà più grande, divina. Elisabetta Conci era una donna che non aveva paura di lottare né di imporsi; di opporsi a quelle realtà non tollerabili, né rispettose dei diritti umani. Oggi la ricordiamo così.

Foto copertina da www.eletteedeletti.it


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