La più giovane della Costituente

Di Alice Antonacci – Ci sono nomi che tutti conoscono e ricordano ed altri dei quali invece solo in pochi sanno. Uno di questi nomi, di cui poco si legge e si parla, è quello di Teresa Mattei, la più giovane delle madri costituenti, quelle 21 donne che vennero elette all’Assemblea Costituente il 2 giugno del ‘46.

teresamattei.5Teresita, questo il suo nome all’anagrafe, nasce a Genova il 1° febbraio del 1921 e cresce fra Milano e Firenze, in una famiglia antifascista. Ben presto diventa attrice dell’azione politica: a soli 16 anni il padre le affida il compito di recarsi a Nizza per consegnare una colletta ai fratelli Rosselli.

Nel 1938, durante una manifestazione a sostegno della superiorità della razza ariana e di propaganda razzista contro gli ebrei, Teresa manifesta il suo dissenso con queste parole: «Io esco perché non posso assistere a queste vergogne»; un gesto imperdonabile, che ne determina l’espulsione da tutte le scuole del regno. Sostiene poi gli esami di maturità da privatista, nel suo liceo Michelangelo, su consiglio di Calamandrei, amico del padre (Ugo Mattei).

Gli anni successivi sono densi di avvenimenti ed è da questi che si può cogliere la sua fermezza nel volersi opporre al regime. Aderisce alla Resistenza ed entra a far parte del Partito Comunista clandestino insieme al fratello, che qualche tempo dopo viene arrestato e per non denunciare i propri compagni si toglie la vita.

teresa-mattei-a-ventanniCiò nonostante Chicchi (nome che sceglie come partigiana) non si ferma, continua a partecipare alle azioni di liberazione. Durante la sua attività viene catturata dai Tedeschi subendo le violenze che vengono “riservate” alle donne prigioniere ma riesce a salvarsi dalla fucilazione.

Non si tratta di non avere paura, possiamo capirlo ricordando le parole che ha detto in un’intervista a Gianni Minà nel ’77: «Io non credo agli eroismi senza paura, credo che l’unico eroismo sia di vincere la paura e di fare lo stesso quello che abbiamo deciso di fare»; probabilmente è stata quest’idea a spingerla ed a farla proseguire nel suo cammino.

Dopo la liberazione di Firenze decide di passare dalla lotta armata all’impegno politico, per un’Italia diversa e più democratica. È in questo frangente che interviene ad una conferenza organizzativa del PCI e Togliatti ne viene vividamente colpito, tanto da decidere di volerla a Roma nella direzione del suo partito.

Aderisce all’Udi, l’Unione delle donne italiane, spostandosi per questo in tutta l’Italia, e fu in occasione dell’organizzazione dell’8 marzo 1945 che propose di regalare alle donne la mimosa, un fiore povero e facilmente reperibile.

Teresa_Mattei_alla_firma_della_CostituzioneDopo la fine della guerra, nel 1946, a soli 25 anni è fra le donne elette all’Assemblea Costituente ed è anche la componente più giovane. Teresa è una donna concreta ed è a lei e ad un suo incisivo intervento che si deve l’inserimento delle parole: “di fatto” nell’articolo 3 della nostra Costituzione nel suo assetto attuale:

«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso , di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche , di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».

Enrico-De-Nicola-con-alcune-donne-elette-nellAssemblea-Costituente.Il suo impegno politico è caratterizzato dall’attenzione ai temi dell’uguaglianza, della partecipazione delle donne alla vita politica e sociale e della tutela del fanciullo. Tuttavia negli anni della Costituente i rapporti con il partito iniziano ad incrinarsi.

Ha una gravidanza extraconiugale ed i vertici del PCI vorrebbero che lei la interrompesse. Teresa Mattei rifiuterà, sostenendo che le ragazze madri in parlamento non siano rappresentate e che potrebbe rappresentarle lei; questo la porterà ad uno scontro con “il Migliore”.

Vi è un altro elemento di distanza: la Mattei non condivide il richiamo ai Patti Lateranensi di cui all’art. 7 della Costituzione, che le viene imposto dal partito e che determina il suo rifiuto alla candidatura proposta per le elezioni del 18 aprile 1948.

I punti di rottura sono diversi e la frattura con Togliatti diventa insanabile nel 1955, quando viene espulsa dal partito a causa dei suoi dissensi. Si conclude così l’esperienza politica ma continua l’impegno civile.

Dal 1958 si trova a Milano dove prosegue nel suo lavoro in favore delle donne e dei bambini aprendo anche un Centro Studi. Si appassiona alla cinematografia e presiede una cooperativa che produce film realizzati dai bambini nelle scuole. La sua attenzione nei confronti dell’infanzia permane e la spinge a promuovere grandi campagne di sensibilizzazione in favore di questo tema.

Fra le varie iniziative, a distanza di anni, ricordiamo la raccolta di firme per il conferimento del Premio Nobel per la Pace ai bambini di Sarajevo nel 1992. Prosegue nel suo impegno con progetti radiofonici, partecipa nel 2004 al pellegrinaggio nei campi di sterminio, parlando a Mathausen a 200.000 ragazzi di tutta Europa e continua fino agli ultimi anni della sua vita ad impegnarsi in difesa della Costituzione.

Nel 2013 Teresa Mattei muore, a 92 anni. Si spegne per ultima tra le donne partecipanti all’Assemblea Costituente, lei che ha scelto da che parte stare, perché come lei stessa ha detto: «la cosa più importante della nostra vita è aver scelto la nostra parte».