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Chi è Peppe Nappa, il re della maschera siciliana

Pigro, fannullone, goloso, goliardico e terribilmente furbo: Peppe Nappa è il simbolo del carnevale di Sciacca e la maschera siciliana per eccellenza. Ma come nasce questo personaggio? E perché è diventato così famoso?


Tra i vanti della Sicilia ha sicuramente un posto di rilievo il carnevale di Sciacca, tanto da essere definito “il più antico di Sicilia e il più allegro di Italia”. Ogni anno sfilano carri e maschere molto più simili a vere e proprie opere d’arte, in cui cittadini e associazioni investono tempo, soldi ed energie solo per colorare le strade saccensi. Tra tutte, ce n’è una in particolare, diventata simbolo consolidato del carnevale di Sciacca e della Sicilia stessa: quella di Peppe Nappa

peppe nappa
Illustrazione Peppe Nappa (1770)

Chi è Peppe Nappa 

Peppe Nappa (o Beppe Nappa o Peppi Nnappa), prende il nome dall’unione di due parole, “Peppi” (diminutivo siciliano di Giuseppe) e “nappa”, ovvero toppa, rattoppo dei calzoni, simbolo universale di povertà. Letteralmente “Giuseppe toppa nei calzoni”, incarna l’essenza di “uomo buono a nulla”, il tipico fannullone che preferisce bighellonare e mangiare al posto di lavorare per il suo barone (padrone).

La figura che incarna è quella del servo pigro, burlone ed estremamente goloso (ricalcando alcuni dei vizi più comuni dei caratteri siciliani) ma anche furbo e agile all’occorrenza, che viene spesso picchiato per le sue marachelle. La sua apparizione in scena è spesso anticipata da un lungo sbadiglio, seguito da passi di danza agili e felpati. Non porta alcuna maschera e il suo volto è senza trucco, raso, con sopracciglia sottili e sguardo malandrino. Il suo abito è generalmente una casacca dalle maniche lunghissime, assolutamente troppo grandi per lui, e dei calzoni azzurri, a loro volta di diverse taglie più grandi, lerci e rattoppati. Ciliegina sulla torta è il cappellino di feltro bianco (o azzurro) dalle falde rialzate.

Peppe Nappa, la nascita della maschera siciliana nella commedia dell’arte

La maschera di Peppe Nappa si afferma in Sicilia nel XVI secolo con la nascita della commedia dell’arte, periodo d’oro per il teatro in Italia, rimasto in voga fino al XVIII secolo, anni della riforma goldoniana della commedia. Rimanda alla tipizzazione di maschere del teatro comico romano, con palesi riferimenti al Pierrot francese, privati però della sua iconica malinconia. 

Frutto della “Commedia dell’arte” furono anche le altre maschere carnascialesche italiane, tra cui il celebre Arlecchino, Pulcinella, Brighella, Colombina, e tantissimi altri. 

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tratta da: Maschere Favole Costumi Personaggi – 1950 ed. MAP

In merito alle sue origini, è difficile risalire con certezza alla città natale: c’è chi ipotizza Palermo, Trapani, Messina o addirittura la stessa Sciacca, certo è che è siciliano. 

Come ogni maschera del periodo, il personaggio veniva tramandato ai posteri oralmente, tramite racconti e storie. Solo nel 1978 la figura di Peppe Nappa viene trascritta su un copione di teatro dialettale da Alfredo Danese, commediografo catanese dedito alla ricerca del teatro popolare e della letteratura dialettale siciliana. Ciononostante, possiamo ritrovare la sua figura anche in opere più remote, tra cui il “Lazzo del lavaggio dei vestiti” (Napoli, 1610) e il “Lazzo dello svenimento per sonno” (Parigi, 1688).

Peppe Nappa, sindaco di Sciacca

Viene adottata dalla città di Sciacca negli anni ‘50 per volere del Senatore Giuseppe Molinari: da quel momento, ogni anno, Beppe Nappa apre il carnevale sfilando su un carro allegorico fuori concorso, e prendendo simbolicamente la nomina di “sindaco della città” in quei giorni di festeggiamento. 

A fine manifestazione è previsto un rogo, al centro della piazza, in cui i cittadini ballano e intonano l’inno di Peppi Nnappa: «Nel clamor del Carnevale / svelta la tristezza scappa / ed è cosa assai normale / che arrivi Peppe Nappa. / Col vestito celestino / corre e gioca a girotondo, / sembra sempre ragazzino / mette sottosopra il mondo. / Porta a spasso un gran cappello / su un testone portentoso, / lui si crede molto bello / perch’è proprio vanitoso ! / Dicon sia tonto un poco / ma la cosa non lo turba, / la sua vita è solo gioco / e la mente forse furba. / Son Peppe Nappa siciliano, / mascherina un po’ da niente / ma ho il cuore nella mano / e il sorriso do alla gente. »

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Rappresentazione Peppe Nappa Carnevale di Sciacca 2019

Il rogo del Re del Carnevale di Sciacca

Come da tradizione pagana, la maschera di Nappa nasce con l’intento di “cacciare” l’inverno e accogliere la primavera, usanza comune in passato per assicurare prosperità e fortuna all’agricoltura: non è un caso che Peppe Nappa sia così tanto amante del cibo e del buon vino, e che il suo carro negli ultimi anni regali salsicce alla brace, caramelle, vino e spremute di arance durante la sfilata. 

Il rito propiziatorio si consolidava poi in un rogo finale, usanza che ad oggi continua nella sue rappresentazioni contemporanee, ma che assume una connotazione diversa, più ampia, lasciando che il pigro fannullone diventi capro espiatorio della comunità e con il suo sacrificio liberi la città da tutti i mali. 

In quanto rappresentante dei “vizi” locali di cui si fanno proprie le maschere del teatro, potrebbe anche essere una rivalsa dalla nomina di “pigri nullafacenti”  di cui il popolo siciliano è stato vittima nel corso dei tempi. 

Nonostante cambi ogni anno nella sua rappresentazione, Beppe Nappa rimane uno dei personaggi più amati del folklore siciliano, e rinomato a livello nazionale. 


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Ester Di Bona

Responsabile "Palermo Si Cunta". Amo combinare arte e sociale, coltivando competenze e aiutando, al contempo, gli altri a scoprire e implementare le proprie passioni.