Convenzione di Istanbul, cosa implica l’astensione della destra italiana?

L’astensione della destra italiana alla ratifica della Convenzione di Istanbul, durante il voto al Parlamento Europeo, solleva preoccupazioni sul rispetto dei diritti umani fondamentali a livello nazionale e internazionale.


La Convenzione di Istanbul, adottata nel 2011 dal Consiglio d’Europa, rappresenta uno strumento fondamentale nella lotta contro la violenza di genere e nella promozione dell’uguaglianza di genere. Tuttavia, durante il voto al Parlamento Europeo – avvenuto il 10 maggio 2023 – che ha dato il via alla ratifica della Convenzione a livello comunitario, la destra italiana, rappresentata principalmente dalla Lega e Fratelli d’Italia, ha scelto in buona parte di astenersi. 

La decisione solleva interrogativi sull’impegno di questi partiti nel garantire la tutela dei diritti delle donne e la lotta alla violenza di genere, così come i diritti della comunità LGBTQIA+.

La reazione della società civile

L’astensione della destra italiana è stata oggetto di critiche da parte di attivisti e attiviste, come coloro che compongono la rete D.i.Re (Donne in Rete) contro la violenza di genere, che hanno indirizzato una lettera aperta alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dicendosi preoccupate per «le dichiarazioni di Carlo Fidanza – capo delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo – e dell’eurodeputato Vincenzo Sofo, secondo i quali la Convenzione di Istanbul diventa il cavallo di Troia per imporre l’agenda gender: si tratta di argomentazioni prive di fondamento e che mettono in discussione tutto l’impianto antiviolenza che da anni si sta cercando di costruire e che tentano di allineare l’Italia ai Paesi europei che si stanno distinguendo per il contrasto ai diritti delle donne».

Secondo le dichiarazioni dei rappresentanti della Lega e di Fratelli d’Italia, l’astensione o addirittura il voto contrario sono stati motivati da presunte “preoccupazioni di sovranità nazionale” e dubbi sulla “presunta ambiguità” della Convenzione di Istanbul, in riferimento proprio alle tematiche legate al “gender”. 

Tuttavia, la ratifica della Convenzione non comporterebbe ingerenza negli ambiti della sovranità nazionale, né tantomeno nel settore dell’educazione che rimane di esclusiva competenza degli Stati. Al contrario, il documento costituisce l’unico elemento vincolante nel combattere la violenza di genere così come altre forme di violenza.

Via libera alla Convenzione di Istanbul a livello comunitario

Nonostante il voto contrario o l’astensione dei deputati e delle deputate della destra italiana, è stata raggiunta la maggioranza qualificata che permetterà di procedere alla ratifica. In questo caso, è stato possibile procedere a maggioranza qualificata senza che si rendesse necessaria l’unanimità – data la mancata ratifica o firma di Paesi come la Bulgaria, l’Ungheria e la Lettonia – in seguito a una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione che ha stabilito che l’Unione possa ratificare la Convenzione di Istanbul senza l’accordo di tutti gli Stati membri.

Le implicazioni della decisione di non ratificare la Convenzione di Istanbul sono significative. A livello nazionale, l’astensione della destra italiana potrebbe indebolire l’impegno del governo italiano – considerato nel suo insieme, tra maggioranza e opposizione – nel contrasto alla violenza di genere

La Convenzione richiede ai Paesi aderenti di adottare misure concrete per prevenire, proteggere e sanzionare la violenza di genere, nonché di fornire assistenza e supporto alle vittime. La mancata ratifica potrebbe influire sulla capacità dello Stato italiano di adottare politiche efficaci e mettere in atto interventi mirati per combattere la violenza domestica, il femminicidio, lo stalking e altre forme di violenza.

A livello internazionale, questa astensione invia un segnale preoccupante sulla posizione dell’Italia nella promozione dei diritti umani e dell’uguaglianza di genere. Inoltre, potrebbe comportare una violazione dei basilari diritti umani delle donne.

È importante sottolineare che la violenza di genere è un problema diffuso che colpisce tutti i Paesi e tutte le società. Le donne, in particolare, sono spesso le principali vittime di questa forma di violenza, ma non sono le uniche. La ratifica della Convenzione di Istanbul rappresenta un impegno per tutelare tutti coloro che sono esposti a violenze basate sul genere, inclusi gli uomini, i bambini e le minoranze sessuali e di genere.


Immagine in copertina di UN Women Europe and Central Asia

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