Protezione speciale a rischio, cos’è e perché non si tratta di una “furberia” italiana
Dopo la tragedia di Cutro il Governo Meloni si prepara ad una nuova stretta sui migranti e sulle tutele loro garantite, quali la protezione speciale.
Durante la visita di stato in Etiopia, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è detta favorevole all’abolizione della protezione speciale, obiettivo da tempo perseguito dalla Lega. Secondo Meloni la protezione speciale è «una protezione ulteriore rispetto a quello che accade nel resto d’Europa». Ma non è così.
Infatti, ben altri 17 Paesi europei offrono una tutela simile. Germania, la Spagna, l’Italia, la Svizzera, l’Irlanda, i Paesi Bassi, la Svezia, l’Austria, la Finlandia, la Danimarca, il Montenegro, l’Islanda, la Norvegia, Malta, la Slovacchia, il Liechtenstein, l’Ungheria e la Polonia prevedono permessi di soggiorno speciali alternativi e ulteriori rispetto a quelli previsti dalla normativa europea e dalle convenzioni internazionali.
L’argomento è diventato oggetto di negoziato tra alleati di governo, con Salvini che vorrebbe bypassare i trattati internazionali che disciplinano la materia, cosa che aprirebbe la strada a una ipotetica incostituzionalità del provvedimento. Tale eventualità ha spinto il governo Meloni ad accantonare momentaneamente l’ipotesi abolizione, optando per una più tenue riforma dell’istituto.
Cos’è la protezione speciale?
La protezione speciale è un istituto di recente introduzione. Nasce per rimediare ai danni derivanti dall’abolizione di un istituto simile, ossia la protezione umanitaria, eliminata, anche in quel caso, per volere della Lega di Salvini durante il primo governo Conte.
Essa consiste in un permesso di soggiorno spettante al cittadino straniero richiedente asilo in quanto se rimpatriato rischia di essere sottoposto a tortura, trattamenti inumani o degradanti, violazioni sistematiche e gravi di diritti umani ma al quale, al contempo, non è riconosciuta la protezione internazionale, vale a dire né lo status di rifugiato né la protezione sussidiaria.
Si tratta, pertanto, di una protezione più debole ma anche più inclusiva, essendo riconosciuta a coloro che non possono ottenere o non hanno ancora ottenuto lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria ma nei confronti dei quali comunque sussistano fondati motivi di ritenere che l’allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare.
Ha durata di due anni, è rinnovabile ed è convertibile in un permesso di soggiorno per lavoro.
Per la Lega la protezione speciale verrebbe concessa in modo eccessivo a troppi richiedenti.
Secondo i dati forniti da Eurostat, nel 2022 in Italia 6161 persone hanno ottenuto l’asilo politico, 6770 hanno ottenuto la protezione sussidiaria mentre 10865 persone hanno ottenuto la protezione speciale. Ben il 53% delle richieste di protezione presentate è stata invece rigettata.
Per Salvini i numeri parlano chiaro. Sono stati concessi più di 46 mila permessi per cercare lavoro, e solo 2.600 sono stati convertiti in contratti, appena il 5%. Questo giustificherebbe la sua abolizione, ha dichiarato l’attuale ministro delle infrastrutture. Per Salvini la protezione speciale sarebbe addirittura una “furberia”.
Ma i numeri elaborati dall’Ufficio Statistico dell’Unione Europea, prima di essere manipolati e utilizzati per mera campagna elettorale, vanno interpretati nel modo corretto, come spiegato da Filippo Miraglia, vicepresidente di Arci.
Secondo Miraglia, infatti, «quando uno straniero si reca in questura con il suo permesso di soggiorni in scadenza, e chiede il rinnovo o la conversione, soprattutto nelle grandi città, come Roma o Milano, ci impiegano anche più di due anni, cioè un tempo più lungo della stessa durata del permesso di soggiorno. Salvini probabilmente sta contando solo quei pochi che sono già riusciti ad avere il permesso di soggiorno e l’hanno già convertito. Cosa che magari può essere successa nelle piccole province, dove le questure hanno poche richieste. I numeri che dà il ministro non ci dicono assolutamente nulla».
Un ulteriore contributo arriva da Nazarena Zorzella, avvocatessa dell’Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione), la quale ha spiegato che «nella maggior parte dei casi le domande di protezione speciale devono ancora essere definite e la conversione, con l’eventuale trasformazione in permesso di lavoro, può essere fatta solo alla scadenza. I dati che sta dicendo Salvini sono delle emerite bugie, non si capisce da dove li tragga. Il ministro non sa di cosa parla».
«Occorre fermare questa follia»
L’eliminazione della protezione speciale è stata duramente criticata dalle associazioni che si occupano di immigrazione e accoglienza.
Per il presidente dell’ Ics (Consorzio italiano di solidarietà) e socio dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, Gianfranco Schiavone, gli emendamenti al disegno di legge Cutro proposti dal governo sono «scellerati non solo per ciò che riguarda l’abrogazione della protezione speciale ma anche per la demolizione del sistema di asilo vigente sia per ciò che riguarda l’accoglienza sia per le procedure».
Anche per Medici per Diritti Umani (MEDU) la decisione del Governo è una decisione «sciagurata». L’abolizione della protezione speciale lascerà in uno stato di totale abbandono migranti, anche coloro che si trovano in condizioni di grande fragilità in quanto soffrono di forme di grave disagio psichico post traumatico e depressione.
L’abolizione di tale strumento di tutela non avrà alcuna conseguenza sul numero dei migranti in arrivo ma al contrario non farà altro che aumentare il numero di persone irregolari, le quali cadranno facilmente nella rete del lavoro nero, dello sfruttamento, del caporalato.
Secondo Alfio Nicotra, co presidente di Un ponte per, la proposta del governo non sarebbe altro che un assist alla mafia in quanto «la cancellazione della protezione umanitaria speciale getterà nella clandestinità migliaia di esseri umani e non fermerà certamente il flusso di persone che fuggono da guerre, persecuzioni e carestie. Si supera così pericolosamente una linea rossa facendo un regalo a chi sfrutta la manodopera a nero e alle organizzazioni criminali verso le quali le persone private di protezione saranno spinte. Occorre fermare questa follia».
Immagine in copertina Montecruz Foto da Flickr