Cinquanta sfumature di Rosa: il genere Romance tra i più venduti

Il romance conosciuto tra gli scaffali delle librerie con l’appellativo “rosa” scatta in vetta alle classifiche. Un genere che non ha mai smesso di respirare, ma che spesso è stato relegato a lettura di serie B. Con noi anche l’opinione dell’autrice Felicia Kinglsey. 


“Libri per femminucce”, “leggere storielle rosa non è leggere” “Li leggi perché ci sono le scene erotiche”. Non solo frasi fatte, ma spesso una vera e propria pressione psicologica perpetrata da quegli sguardi critici in fila alla cassa della libreria, che osservano quel preciso libro che reggi in mano.

Dimmi che genere leggi e ti dirò chi sei. Se detieni un autore russo sei un pesantone, se si tratta di un classico del Novecento italiano, sei un secchione. Se si tratta di un fantasy però, sei sempre un figo, a meno che non siano quei fantasy per “femmine” tipo ACOTAR (l’acronimo inglese della saga La corte di rose e spine) o Sangue e Cenere. Horror o thriller sei noioso o non hai personalità. Leggi rosa? Non sei un vero lettore, sei pigro e quindi leggi cose dalle trame scontate.

Etichette su etichette, ma nel frattempo i dati del 2022 parlano chiaro: tra i generi più venduti in Italia ci sono proprio loro, i romance (+194%) e tra i casi editoriali del 2022 c’è proprio un romance, Fabbricante di lacrime  di Erin Doom.  

Il romance, oltre a scalare le classifiche di vendita, ha una fiera tutta sua, Il Festival del Romance italiano, giunta ormai alla terza edizione e che conta la presenza di oltre 200 autori e migliaia di visitatori ogni anno.

Come nasce il genere rosa in Italia

Siamo negli anni Trenta del Novecento e in Italia nasce un nuovo genere, leggero e di intrattenimento che viene chiamato romanzo rosa. Era sicuramente un genere attenzionato per lo più da un pubblico femminile, nei quali racconti vi trovavano una piacevole fuga dalla realtà, un momento di spensieratezza. Forse per questo venne effettivamente relegato a un genere minore.

Ma perché rosa? Erroneamente si può pensare che sia per via della destinazione di queste storie ovvero ad un pubblico generalmente femminile. Effettivamente l’equivoco potrebbe nascere per via de I romanzi della Rosa della Salani, che presentavano una copertina color cipria ai quali poi sono seguiti i più famosi volumi della collana Harmony, nata agli inizi degli anni Ottanta, dalle copertine prettamente rosa.

genere romance libri

In questi primi romanzi rosa si presenta una struttura simile a quella della favola, in cui troviamo un’eroina come protagonista, un eroe, un antagonista e un lieto fine. Ovviamente nel mezzo ci sono impedimenti, conflitti, ma tutto si risolve per il meglio. L’oggetto principale di questi romanzi è assolutamente l’amore: il sentimento tra i protagonisti viene minuziosamente descritto, eviscerato in ogni singolo dettaglio mettendo in risalto il lato non solo emotivo ma anche psicologico dei personaggi. Tutto ciò poteva avvenire spesso a discapito della trama, che perdeva di forza.

Le molte sfumature del rosa

Nel corso del tempo i romanzi rosa si sono tinti di molte altre sfumature, evolvendo la loro trama in varie sottocategorie: troviamo i romanzi con una forte connotazione erotica, quelli di formazione destinati a un pubblico giovane. Inoltre la consolazione del lieto fine, anche se rimane frequente, può essere contornata da situazioni spiacevoli, tragedie che smorzando l’entusiasmo portando a un finale dal tono comunque positivo. Mantenendo questa rotta arriviamo a una più vasta scelta dentro lo stesso genere. 

Possiamo tranquillamente ringraziare i social e in particolare il BookTok se adesso possediamo molte più informazioni per navigare con più sicurezza dentro questo oceano di sottogeneri. Abbiamo più strumenti per capire cosa potrebbe piacerci di più grazie alla conoscenza dei trope. Ci sono i libri per piangere, storie che raccontano amori pericolosi (dark romance), relazioni proibite (age gap ad esempio) e relazioni queer. I trope sono in estrema sintesi una mappa per potersi orientare e scegliere con facilità se l’argomento contenuto può essere gradito o meno.

Sono davvero libri leggeri? 

Se un libro può portare una persona a trovare dei momenti di sollievo dalla vita reale, un momento in cui può sognare ed immedesimarsi in una storia super romantica o pericolosa o proibita, è davvero un libro “facile”? Un libro con un potere del genere non può essere definito di serie B o meno di un libro definito impegnato, dove si sceglie di possedere una grande concentrazione per capirne il significato. Ogni libro è come un farmaco: specifico per ogni bisogno, per ogni dolore.

Inoltre, molto spesso le protagoniste di  romance sono donne piene di autodeterminazione, che vogliono farsi valere e portano avanti il proprio ruolo, soprattutto sul fronte lavorativo e, in alcuni casi, si trovano a denunciare erronei luoghi comuni sociali legati all’età di una giovane donna: solitamente temi come il matrimonio, la maternità e il dannato orologio biologico.

«Io trovo che sia un’abitudine retrograda e sessista [..] Questa cosa che, compiuti i trent’anni, l’utero di una donna diventi una proprietà pubblica sulla quale tutti possono esprimere il proprio parere è svilente […] è anche oggettificante. E come se si guardasse una donna e, anziché una persona, si vedesse un’incubatrice. E una che a trent’anni è senza figli è inutile come una forchetta in un mondo di zuppe. Una scatola vuota» (Citazione tratta dal romanzo Bugiarde si diventa, di Felicia Kinglsey). 

Due parole con Felicia Kingsley

Se si parla di romance non si può non nominare Lei, Felicia Kingsley, la regina del Romance in Italia con oltre 1 milione di copie vendute. Abbiamo chiesto proprio a lei un parere sull’argomento, in quanto autrice di Matrimonio di convenienza, Due cuori in affitto – di cui è da poco uscito il sequel/prequel Innamorati pazzi – e Ti aspetto a Central Park

Perché secondo te per molti anni il genere detto “rosa” è stato visto come letteratura di serie B? «Credo che questa domanda andrebbe posta a chi in effetti reputa il romance un genere inferiore ad altri, per quanto mi riguarda non ci sono categorie A, B, o C. Anzi, essendo il romance uno dei generi che più converte i non lettori in lettori, ha il potere di avvicinare alla lettura persone che non coltivavano questo interesse, credo meriti il massimo rispetto da addetti del settore e non.»

Nel 2022, tra i generi più venduti in Italia ci sono i romanzi d’amore italiani (+194%) e i romanzi d’amore stranieri (+49%). Secondo te quanto la piattaforma TikTok ha agevolato questa ascesa?  «I social hanno fatto da megafono al passaparola, velocizzandolo e incrementandolo sempre di più, dai tempi di Facebook e dei blog, passando per Instagram e YouTube, fino oggi, appunto, a TikTok. Ogni volta che si aggiunge una piattaforma, il megafono si potenzia. Essendo TikTok un social basato su video di breve durata, la fruizione dei contenuti è molto più incalzante.

Forse è per questo che si nota di più, ma ha semplicemente fatto progredire la naturale evoluzione dei mezzi di comunicazione. Almeno, questo è il mio punto di vista. Chi fa parte della community di lettori che popola il web da anni sa che è fisiologico questo passaggio. Gli altri, quelli che già dagli esordi non credevano nei social, battezzandoli come una “moda passeggera”, invece non li ha visti arrivare, per citare una frase molto virale, al momento».

In un tuo post hai spiegato molto bene cosa e quali sono I trope più comuni nei romance. Esistono dunque degli schemi precisi da seguire per imbastire una buona storia? «Non esistono schemi precostruiti da seguire passo passo per scrivere una storia. I trope possono essere degli snodi ma da soli non servono a nulla se a monte manca l’idea. Come dico sempre, è l’idea che comanda. I trope, poi, non sono di appannaggio esclusivo dei romance, ma ogni genere ha i propri: il fantasy, il giallo, lo storico, perfino nella narrativa contemporanea abbiamo dei trope.

Faccio qualche esempio: la coppia sposata con problemi di comunicazione; l’abbandono della città natale e il confronto con una realtà diversa in cui il protagonista si sente estraneo o escluso; qualche forma di discriminazione; il rapporto complicato con un genitore… A chi reputa facile e banale scrivere un romance dico: “Provaci, scrivilo tu”. Ma non basta, il romanzo va scritto, va FINITO (cosa non scontata), va pubblicato, cerca un editore che lo pubblichi, fai in modo che i lettori lo leggano, che lo apprezzino e solo alla fine di tutto ciò, se effettivamente il percorso è stato tutto in discesa, si può venire a dirmi che il romance è solo buttare lì due personaggi in un luogo e farli incontrare».

Seguendo molte book influencer, si nota che tra i romance più apprezzati è presente una marcata nota “piccante”. Come ti approcci nel tuo lavoro con lo spicy? «Con spicy intendiamo la presenza di scene esplicite, che è il contrario del closed-doors, ossia quando al lettore si fa intuire che tra i due protagonisti si è consumato l’atto ma senza mostrarlo. Il grado di spicy dipende dalla quantità di scene esplicite presenti che, a mio avviso non devono costituire il core della storia, altrimenti siamo nell’erotico.

Personalmente preferisco che lo spicy vada “guadagnato”, quindi nei miei libri è sempre molto avanti. A quel punto i lettori conoscono bene i personaggi, il contesto, le dinamiche, perciò quello che accade tra i protagonisti viene percepito come naturale. Credo che la tensione sia l’ingrediente principale per far funzionare una scena spicy; senza build-up anche le pagine più grafiche e passionali risultano sterili. A mio avviso il grado di spicy non è un indice di qualità della storia. Magari in un libro può essercene pochissimo, oppure per nulla, ma comunque tenere attaccato il lettore. È la tensione a fare la magia».


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