Lasciate la vostra idea di civiltà: benvenuti a Slab City

Slab City (la città invisibile) esiste davvero. Esiste uno spazio sulla Terra in cui la parola d’ordine è libertà, dove si fugge dalla civiltà e dalle imposizioni dello Stato: questo posto è Slab City, nel cuore del deserto californiano di Sonora.


Slab City è una comunità che si è sviluppata nel deserto californiano di Sonora. Il paese più vicino è quello di Niland, mentre a una decina di chilometri di distanza, è possibile visitare le rive del Salton Lake, il più grande lago californiano – celebre, purtroppo, per essere così tossico da rendere la sua spiaggia un inquietante cimitero di ossa di pesci. Slab City – anche detta The Slabs – sulle cartine o sui GPS non esiste, è come se fosse invisibile, eppure è pronta ad accogliere tutti coloro che vogliono farne parte. 

Slab City, dove la vera ricchezza è la libertà

Nata negli anni Cinquanta, dove prima sorgeva una base militare, Slab City appare come un luogo di miseria dove regna una comunità abusiva ma tollerata. Durante gli anni Ottanta, il villaggio ottenne il suo maggior successo, diventando meta prediletta di hippie, pensionati e chiunque desiderasse allontanarsi dal trambusto delle grandi città, persone in fuga dalla società ma anche emarginati, soli al mondo, poveri o dal passato burrascoso. Non è di certo un luogo ricco nel senso più comune del termine ma è un luogo che fa della libertà la sua vera ricchezza.

Popolato da hippie e nomadi che vivono tra camper, vecchi autobus, roulotte o tende, è un rifugio per tutti coloro che non possono permettersi un posto migliore o hanno scelto di vivere lontano dalla civiltà e dalle imposizioni statali. Popolata da chi ha scelto di rigettare tutte le norme sociali moderne e di creare un pezzettino di mondo differente. A Slab City si vive in povertà, tuttavia si è liberi di essere e di fare ciò che si vuole entro certi limiti e confini.

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Come si vive a Slab City?

Entrando a Slab City si ha l’impressione di essere in uno scenario post-apocalittico ma i colori sgargianti la rendono allegra e accogliente: un’area arredata con vecchi autobus in disuso adibiti a dormitori, sculture create con carcasse d’auto o con vecchi televisori rotti, costellazioni di rottami, carcasse di autoveicoli (c’è anche un aereo), manichini addobbati in modo stravagante, sculture di teste di bambole che danno al villaggio un tocco tra l’horror e il meraviglioso, tra lo stravagante e l’enigmatico. Una città totalmente fuori dagli schemi.

In generale, a Slab City le persone vivono di donazioni, rifiutano l’attaccamento ai beni materiali e non si sentono rappresentate da alcuno Stato. L’anarchia è la forma di governo che descrive la vita in questa comunità. L’abusivismo che la caratterizza è tollerato, ma per niente tutelato dal governo. Non esistono regole o leggi, non c’è tecnologia o qualsiasi tipo di servizio. Niente riscaldamento e aria condizionata poiché non c’è elettricità.

Alcuni pannelli solari installati nelle roulotte permettono di avere un minimo di energia. Per l’acqua si ricorre a una cisterna comune. Non è possibile affermare che brutte diatribe, sparatorie e violente ripercussioni non siano presenti; tuttavia gli abitanti dichiarano che sono episodi sporadici poiché quiete e tolleranza sono il mood vigente.

A Slab City però non manca nulla: esiste una biblioteca comune, un giardino di sculture, un cimitero, uno skate park e negozietti di manufatti.

Salvation Mountain il simbolo into the wild della città

Il simbolo di Slab City è un’opera d’arte realizzata in una montagna dal nome Salvation Mountain che si sviluppa su una collina artificiale costruita grazie a materiali di scarto e decorazioni con pittura acrilica. Messaggi e simboli dedicati a Dio e all’amore universale conferiscono a quest’opera un’aura sacra – tutto il villaggio ne è pervaso e aderisce a quest’energia come un culto. Si trova all’ingresso del villaggio ed è stata realizzata grazie a Leonard Knight, un’artista folk visionario, ex veterano della guerra in Corea.

slab city salvation mountain

Fu nei primi giorni di permanenza nei dintorni di Niland che Leonard Knight pensò di utilizzare dei piccoli palloni aerostatici per trasmettere il suo messaggio di amore universale. Non contento di questo, iniziò ad abbozzare una costruzione sul corso di un vecchio fiume usando del cemento, della vernice e tutto quello che potesse essere utile. Il lavoro continuò per i mesi successivi finché questa prima montagna non raggiunse i 50 metri d’altezza. 

Dopo quattro anni però l’intera opera crollò su sé stessa, ma Leonard Knight non si perse d’animo e iniziò a costruire la Salvation Mountain, quella che possiamo vedere ancora oggi. Ci vorranno ben 28 anni di lavoro per far sì che la costruzione si regga in piedi e formi la meravigliosa e allegra opera che oggi si può vedere appena si arriva in zona. «God is Love»: queste sono le tre parole che svettano sulla Salvation Mountain. 

Questo luogo è conosciuto in tutto il mondo perché è stato il set di alcune scene del film Into the Wild e, dal momento della sua uscita nelle sale cinematografiche, il flusso di turisti verso Salvation Mountain si è notevolmente intensificato tanto che molti turisti la ritengono ormai una tappa imprescindibile nel proprio itinerario della California. Fondamentale per la fama è stato anche il libro di Jon Krakauer Nelle terre estreme. Anche nei videogiochi si trova riferimento a Slab City: l’accampamento compare persino nel noto titolo GTA V.

Da quando Leonard Knight è deceduto un’associazione di volontari si prende cura della montagna e continua a diffondere la sua filosofia e il suo messaggio.

Slab City raccontata dagli Slabbers

Peter Passalacqua è un resident artist della comunità, si è trasferito dall’Oregon, dove era uno tra i tanti, per diventare un personaggio considerato e rispettato da tutti a Slab City. Si è costruito un laboratorio nel quale crea sculture rudimentali che vende, cura i restauri e gli ampliamenti della Salvation Mountain. Lui dice di essere felice nel suo regno a cielo aperto: l’atelier, una grande cucina, perfino una pista da ballo. La camera da letto è una tenda trasparente: «Qui sono davvero libero, posso vestirmi da cowboy o indossare una gonna e nessuno ha da ridire. E dormo davvero sotto le stelle».

Miguel Martines, un pensionato di origini messicane, racconta la vita a Slab City: «Qui gli inverni sono freddi ma brevi e le estati troppo calde. Non hai riscaldamento né aria condizionata perché non c’è elettricità, né acqua. Non ci sono nemmeno le fognature. Ma non paghi nulla. Vieni e ti sistemi in un pezzetto di terra bruciata libero. Lo delimiti con una fila di vecchi copertoni d’auto ed entri nella comunità».

The Slab è davvero incontaminata?

L’insorgere di varie problematiche recenti hanno messo a rischio la pace e la libertà compromettendo l’intera comunità. L’accoglienza ai turisti diviene sempre più complicata e l’idea iniziale di città libera ha dovuto fare i conti negli ultimi anni con problematiche come quelle legate al Covid. La libertà che caratterizza The Slabs e che unisce tutti coloro che la abitano ha un costo, come ammette qualcuno tristemente.

Andra Dakota, gestore di un piccolo centro per il salvataggio degli animali domestici abbandonati, si è vista costretta a interfacciarsi con le autorità al dilagare della pandemia. Come racconta Andra, è stato difficile recuperare i sieri ma ancora più difficile si è rivelato convincere gli abitanti di Slab City a vaccinarsi. 

Andra dice di essere diventata una fan dei vaccini dopo aver visto la loro efficacia nel prevenire i virus canini. Una volta ottenuti i sieri però ha faticato a persuadere i suoi concittadini, spesso anziani vulnerabili ma ostili a ogni tipo di autorità, condizionati dalla loro mentalità anti-establishment. «Molti – racconta – si sono convinti e sono stati vaccinati, ma tanti altri no. Magari non oppongono un rifiuto netto, ma mi dicono che preferiscono aspettare, un rinvio dopo l’altro».

Il successo come limite alla libertà

Se è vero che gli abitanti di Slab City vivono all’insegna della libertà è ancora più vero che, dato il successo e la fama del luogo, sembrerebbe che stia nascendo inevitabilmente l’esigenza di imporre alcune leggi e regolamenti. 

Se d’inverno vi sono circa 400 abitanti, d’estate si arriva facilmente a un migliaio di persone e da ciò ne conseguono furti, abuso di droghe e problemi di convivenza civile. L’assenza di fognature inoltre rende l’aria davvero pesante e ciò porta a riflettere che ben presto si dovrà trovare una soluzione come quella di creare un sistema di smaltimento dei rifiuti. Queste problematiche, finora mai insorte, hanno un costo più caro di qualsiasi banconota: costano libertà.

Slab unica realtà alternativa?

Viviamo in un mondo dove l’uomo fin da subito deve confrontarsi con una società precostituita. Fin dalla nascita sottostiamo alle regole di uno Stato senza neppure rifletterci, agendo privi di coscienza in base alle leggi dettate dal sistema. C’è chi invece esce fuori da tutti i dettami, in maniera utopica, o in maniera un po’ più pratica c’è chi ha sognato una società diversa. The Slab è di certo un esempio di questa geniale follia messa in atto da visionari controcorrente ma non è l’unica realtà alternativa.

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Auroville è una città progettata per ospitare fino a 50 mila abitanti provenienti da ogni parte del mondo, e per il momento in fase di sviluppo nel sud est dell’India. Un luogo di ricerca e sperimentazione, con lo scopo di realizzare – per la prima volta sulla Terra – una vera unità umana, in una diversità che rappresenti l’intera umanità.

Christiania è una comunità autonoma nel centro della capitale danese, un quartiere hippie con una storia stupefacente e uno stile di vita che difficilmente troverete da un’altra parte.

Arcosanti è una città “nuova”, fondata ex novo, sul progetto del torinese Paolo Soleri, in Arizona. Un modo nuovo, diverso, di concepire, abitare e vivere la città. Una diversa visione della concezione stessa di città, un esperimento urbano e architettonico. Un prototipo urbano in cui oggi vivono circa cento persone.

Le varie aree alternative sono contraddistinte ognuna da idee differenti con il minimo comune multiplo della libertà e del rispetto della diversità; tuttavia The Slab rimane tra queste una tra le realtà più originali, un posto tra sogno e realtà, una città che non esiste ma che, una volta visitata, sa farsi ricordare per sempre.


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