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Carovita: lo tsunami travolge tutti, ma alcuni di più

E dopo la pandemia – ammesso che si possa dire davvero dopo – il carovita e le stangate sul prezzo dell’energia possono mettere seriamente a rischio la tenuta sociale di un sistema-paese. 


Da diverse settimane si susseguono in molte città d’Italia, da Nord a Sud, manifestazioni e proteste dove il tema centrale è uno e uno soltanto: il costo, qualunque tipo di costo sia, umano, personale, economico, che stanno pagando famiglie, imprese, lavoratori di diversi settori, talvolta strategici per il Paese. Dalle industrie nel cuore produttivo della Sardegna alla piazza di Bologna tra studenti che fronteggiano il caro affitti e attività che minacciano di chiudere sotto il peso degli aumenti delle bollette divenuti insostenibili. 

In molti chiedono provvedimenti immediati al governo Meloni, in procinto di insediarsi dopo alcune settimane – come di consueto – di batti e ribatti all’interno della coalizione per le poltrone che contano all’interno del prossimo Esecutivo. Intanto gli aumenti, spropositati in alcuni casi, sono già arrivati a chiedere il conto a famiglie e imprese. 

Autunno, solo brutte notizie 

Ottobre è iniziato con una pessima notizia: un balzo del 59 per cento per i clienti del mercato a maggior tutela. Per l’energia, mediamente, ogni famiglia italiana avrà speso alla fine del 2022 una cifra di 1.322 euro, più del doppio dello scorso anno. 

Sul fronte del gas la guerra in Ucraina ha aggravato una situazione già di per sé complicata: l’aumento che è scattato questo mese si aggira attorno al 70 per cento, senza contare che questo mese la bolletta del gas diventa mensile, con un prevedibile ulteriore aggravio dei costi. 

Non si contano più le aziende e i cittadini che mostrano in piazza e in televisione le proprie bollette schizzate alle stelle, con rincari che vanno ben oltre il 100 per cento, da un bimestre all’altro, e intorno al 200 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con aziende, piccole e meno piccole, che hanno visto le proprie bollette schizzare da alcune migliaia di euro a decine di migliaia di euro.

Una stangata che mette in ginocchio tutti

A cascata, il prezzo dei beni alimentari quest’anno – secondo la stima di Coldiretti – è cresciuto del 10 per cento rispetto al 2021. Anche se il record spetta ai prezzi dell’olio di semi, a colpire ancora una volta tutti (non proprio indiscriminatamente) sono i prezzi dei beni di prima necessità, su tutti il pane che rischia di aumentare fino a sei euro al chilo. 

Stando ai dati di Coldiretti ci troviamo davanti a una stangata potenzialmente letale, non solo per le aziende ma soprattutto per milioni di persone in tutto il Paese: il grano duro è arrivato a costare quasi il doppio al chilo (a seconda della Regione si arriva a sfiorare i 500 euro a fronte di un prezzo di appena 290 euro l’anno scorso); e ancora, la pasta e la farina sono cresciute di oltre il 22 per cento; il riso e il latte di circa il 20 per cento; carne di pollo, uova e verdure fresche di circa più del 10 per cento. 

Nel carrello della spesa le famiglie italiane stanno progressivamente mettendo meno prodotti allo stesso costo che pagavano poco più di sei mesi fa. Si tratta della cavalcata dell’inflazione che, secondo gli ultimi dati Istat, arriva a livelli che non si toccavano da quasi quarant’anni. Si tratta di un vero e proprio tsunami economico che non conosce ancora un punto di arrivo, un picco massimo; quello che la pazienza dei cittadini ha già ampiamente raggiunto.

In altre parole, se le proteste in tutto il Paese recitano un sacrosanto «non paghiamo» – spesso condito da un ammasso di bollette date alle fiamme – sul carrello alimentari c’è uno strangolamento in atto, soprattutto per le famiglie meno abbienti, famiglie che hanno assistito a una campagna elettorale (vincente, tra l’altro) che le ha indegnamente tacciate di parassitismo sul tema del reddito di cittadinanza, definito inoltre una «vergogna»

Per quanto la pancia possa essere riempita di promesse politiche e slogan affascinanti, quando a mancare è il pane sotto i denti, risulta a rischio, prima di tutto, la stabilità di un Paese. Perché è in questi caotici chiaroscuri che possono emergere le spinte più oscure e pericolose di una società.

Foto in copertina Alessandro di Marco – Ansa


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Daniele Monteleone

Caporedattore, responsabile "Società". Scrivo tanto, urlo tantissimo. Passione irrinunciabile: la musica. Ho un amore smisurato per l'arte, tutta.