Economia e Diritto

Politica monetaria, le ultime decisioni della BCE

Analizziamo insieme le principali decisioni assunte dall’ultimo Consiglio direttivo della Banca centrale europea su tassi di interesse, Asset Purchase Programme e Pandemic Emergency Purchase Programme.


Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (il “Consiglio”), come descritto dal proprio sito istituzionale, si riunisce solitamente due volte al mese nella sede della Banca centrale europea (Bce) a Francoforte sul Meno, in Germania. Ogni sei settimane valuta gli andamenti economici e monetari e assume le decisioni di politica monetaria. Le rimanenti riunioni riguardano aspetti relativi agli altri compiti e responsabilità della Bce e dell’Eurosistema. Per assicurare la separazione della politica monetaria e delle altre funzioni della Bce dai suoi compiti di vigilanza, sono convocate riunioni distinte del Consiglio direttivo.

Le decisioni di politica monetaria possono essere sia di carattere convenzionale, quali ad esempio la conferma o la revisione dei tassi di interesse, sia di carattere non convenzionale, come le scelte in materia di quantitative easing, che finiscono per influenzare l’economia dell’area euro. 

Le principali decisioni assunte dal Consiglio nel corso della sua ultima seduta del 10 marzo hanno riguardato:
– tassi di interesse;
– Asset Purchase Programme;
– Pandemic Emergency Purchase Programme.

Tassi di interesse

Il Consiglio ha confermato la sua posizione attendista rispetto al tema dell’inflazione, continuando con la sua lettura “transitory” del fenomeno, seppur rivedendo al rialzo le stime per il 2021 e il 2022, rispettivamente +1,5 per cento (in precedenza +1 per cento) e +1,2 per cento (precedentemente +1,1 per cento) e mantenendo stabile a +1,4 per cento quella relativa al 2023. 

Al riguardo, come detto dalla Presidente Christine Lagarde, «il Consiglio direttivo della Bce riconosce il ruolo chiave del pacchetto Next Generation EU e sottolinea l’importanza che diventi operativo senza ritardi. Chiede agli Stati membri di assicurare una puntuale ratifica della Decisione sulle risorse proprie, finalizzare i loro piani di ripresa e resilienza velocemente e utilizzare i fondi per una spesa pubblica produttiva, assieme a misure strutturali che rilancino la produttività».

La decisione di mantenere ancora fermi i tassi di interesse è corroborata anche dalla fiducia che la Bce ripone sulla crescita economica dell’Eurozona. Le nuove stime prevedono una crescita del +4,0 per cento nel 2021 (rispetto al 3,9 per cento dello scorso dicembre), del +4,1 per cento nel 2022 e del +2,1 per cento nel 2023. 

Intervenuta alla conferenza “The ECB and Its Watchers XXII”, la Presidente ha voluto ribadire come «tutte le nostre decisioni di politica monetaria nei prossimi mesi saranno necessariamente informate dalle ricadute economiche della guerra e dipenderanno dai dati». Nel corso del suo intervento, la Presidente ha mostrato inoltre nuovamente un’apertura verso possibili adeguamenti dei tassi di interesse che, quando arriveranno, saranno comunque graduali, in ottemperanza ad uno dei tre principi che guidano la strategia della Bce (opzionalità, gradualità e flessibilità).

Christine Lagarde

Asset Purchase Programme

L’Asset Purchase Programme (APP), come definito dall’istituto di Francoforte, fa parte di un pacchetto di misure di politica monetaria non convenzionali che comprende anche operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine e che è stato avviato a metà del 2014 per sostenere il meccanismo di trasmissione della politica monetaria e fornire la quantità di “policy accommodation” necessarie per garantire la stabilità dei prezzi.

Nel corso dello scorso Consiglio, dato l’attuale scenario caratterizzato da una forte incertezza sia di carattere macroeconomico sia di carattere geopolitico, si è deciso di rivedere la tempistica dell’APP. Infatti è stato deciso che «se i nuovi dati confermeranno l’aspettativa che le prospettive di inflazione a medio termine non si indeboliranno, si porrà termine agli acquisti netti nel terzo trimestre». Nello specifico, gli acquisti si attesteranno a 40 miliardi di euro ad aprile, a 30 miliardi di euro a maggio e 20 miliardi di euro a giugno, si legge nel documento. 

Ne consegue che, qualora le prospettive di inflazione a medio termine dovessero subire delle modifiche e le condizioni di finanziamento dovessero risultare non coerenti con ulteriori progressi verso l’obiettivo target del 2 per cento, il Consiglio rivedrà il calendario dell’APP sia in termini di entità che di durata.

La conclusione degli acquisti netti di attività nel quadro dell’APP è un tema legato a doppio filo con quello dei tassi di interesse. Infatti, nel corso dell’ultimo Consiglio, è stato deciso che qualsiasi modifica dei tassi di interesse di riferimento della Bce avverrà qualche tempo dopo la conclusione di tali acquisti da parte del Consiglio direttivo e sarà graduale.

Questo segna una modifica non banale alla guidance, allorché la formula fin qui più volte proposta era quella che gli acquisti netti sarebbero terminati poco prima dell’aumento dei tassi. Come affermato dalla Presidente Lagarde in occasione della conferenza “The ECB and Its Watchers XXII, «ciò mantiene la nostra logica di sequenziamento tradizionale, ma ci offre anche spazio extra, se necessario, dopo la fine degli acquisti di obbligazioni e prima di compiere il passo successivo verso la normalizzazione». 

Pandemic Emergency Purchase Programme

Il Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP) è un programma straordinario di politica monetaria, che si affianca all’APP, introdotto appositamente per far fronte alla crisi economica causata dalla pandemia e che permette alla Bce di comprare titoli pubblici e privati per tenere sotto controllo lo spread. 

ll PEPP risulta essere uno strumento molto più flessibile degli altri programmi di acquisto in quanto, alla luce delle varie deroghe che lo caratterizzano, la Bce non è tenuta a rispettare il “capital key”, ossia quel vincolo in forza del quale la Bce può comprare titoli di uno Stato proporzionalmente al contributo del suddetto Stato al capitale della Banca Centrale. Tra le altre deroghe va segnalata anche la possibilità per la Bce di acquistare obbligazioni con scadenza minima a 70 giorni.

Nel corso dell’ultimo Consiglio direttivo, la Bce ha comunicato che condurrà gli acquisti netti di attività nell’ambito del PEPP a un ritmo inferiore rispetto al trimestre precedente, interrompendo tali acquisti alla fine di marzo 2022.

Il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PEPP verrà reinvestito almeno sino alla fine del 2024. In caso di ulteriore frammentazione del mercato connessa alla pandemia, i reinvestimenti del PEPP potranno essere adeguati in maniera flessibile nel corso del tempo, fra le varie classi di attività e i diversi Paesi in qualsiasi momento.

Gli effetti del conflitto

Il conflitto che sta coinvolgendo direttamente Russia e Ucraina, e indirettamente il mondo intero, produrrà senz’altro un impatto significativo tanto sull’economia quanto sull’inflazione nell’area euro, a causa del rincaro dell’energia e delle materie prime, delle turbative del commercio internazionale e, soprattutto, dell’inasprimento del clima di fiducia. Come rileva la Banca centrale europea, nel Bollettino economico Bce, n. 2 – 2022 (il “bollettino economico”), l’entità di tale impatto dipenderà dall’evoluzione del conflitto, dall’impatto delle sanzioni attuali e da eventuali ulteriori misure.

Il deterioramento del clima di fiducia determinato dalla guerra, congiuntamente al persistere di elevati costi dell’energia, potrebbero scoraggiare la domanda e di fatto deprimere consumi e investimenti, mettendo in discussione, di fatto, le prospettive di inflazione ipotizzate dalla Bce. Come sottolineato nel bollettino economico, «se le pressioni sui prezzi si traducessero in aumenti salariali maggiori di quanto anticipato o vi fossero persistenti implicazioni avverse dal lato dell’offerta l’inflazione potrebbe anche collocarsi su livelli più elevati nel medio periodo. Tuttavia, un eventuale indebolimento della domanda nel medio periodo potrebbe anche ridurre le pressioni sui prezzi».

Per quanto riguarda il settore bancario europeo, la Bce ha evidenziato che le misure sanzionatorie fin qui adottate, compresa l’esclusione di alcuni istituti russi dalla rete Swift, non hanno causato gravi tensioni nei mercati monetari, né carenze di liquidità nel sistema bancario dell’area. Le solide posizioni patrimoniali e i minori livelli di crediti deteriorati stanno permettendo alle banche di godere di un buono stato di salute.


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Rosario Bordino

Classe 1986, mi interesso di politica economia e diritto dell'economia. “il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta.