Io sono l’altro, quando l’amore e la solidarietà superano la diversità

Da gennaio è presente a Palermo una nuova realtà di solidarietà: Io sono l’altro, un’associazione che dà voce agli “altri”, agli “ultimi”, a chi spesso è inascoltato ed invisibile.


Io sono l’altro” nasce, dopo tantissimi anni di esperienza maturata sul campo, grazie a Lina Trimarchi, presidente e tesoriere dell’associazione, Enza Baldi vicepresidente, e Sabrina Alongi, segretaria. È composta da sei soci fondatori: Giovanni Cocheo, Roberta Cocheo, Marco Salomone, Gabriella Lupo, Zaira Zimmardi, Danilo Di Gaetano e Laura Moreschi, nonché da un gruppo di volontari, che attraverso un apposito corso di formazione acquisiscono quel minimo di “preparazione” idonea ad affrontare le cosiddette Missioni serali, nelle quali si viene a stretto contatto con i senzatetto, i “Fratelli”.

L’associazione si pone l’obiettivo di fornire assistenza e supporto a chi non ha nulla ed è stato privato dei propri beni e di tutto ciò che possedeva, ma anche a chi ha rinunciato a vivere la propria vita in modo ordinario e ha abbandonato il proprio Paese e le proprie ricchezze per vivere la propria esistenza in piena libertà. 

Tale assistenza avviene mediante la distribuzione di pasti caldi, cibo di qualsiasi tipo, vestiario, mascherine: in poche parole, tutto ciò che occorre per assicurare agli stessi una vita dignitosa. Ciò che l’associazione si propone di raggiungere è l’integrazione tramite la creazione di una rete di solidarietà che consenta di superare le barriere mentali e le distanze fisiche tra chi conduce una vita “normale” e chi no e far sì che questa solidarietà acquisisca potere e voce anche all’esterno, in quei contesti nei quali certe cose appaiono scontate o persino dimenticate.

io sono l'altro

L’associazione dispone di una pagina Facebook e una Instagram sulle quali è possibile trovare foto, testimonianze dei volontari e tutte le informazioni necessarie per poter partecipare attivamente alle missioni o, semplicemente, alla preparazione di cibi o contribuire con eventuali donazioni.

Donare il proprio tempo a qualcuno, in particolare a chi non ha nulla, è sempre qualcosa di meraviglioso. È un gesto d’amore che nasce dalla consapevolezza di accettare l’altro nella sua diversità. Scendere in strada il lunedì sera significa dimenticare, per un paio d’ore, i propri problemi, le proprie crisi interiori, i propri disagi e mettere se stessi completamente al servizio di chi ne ha bisogno.

Durante le missioni è possibile incontrare qualsiasi persona: uomo, donna, alcolista, tossicodipendente, straniero. Non si conosce realmente la storia di ciascuno di loro e non è determinante conoscerla perché dinanzi vi è un essere umano da aiutare, e questa è l’unica cosa che conta.

io sono l'altro

Ogni singola uscita è diversa dall’altra: non sai chi incontrerai, cosa accadrà e ogni volta è un’emozione diversa, impossibile da descrivere attraverso le parole, perché certi contesti devono essere vissuti a fondo per poterli comprendere, non basta che qualcuno ne parli e li descriva. Non del tutto almeno. 

Donare loro qualcosa non significa soltanto consegnare un paio di pantaloni nuovi, un paio di scarpe, una bottiglia d’acqua o un tè freddo; significa donare tempo, comprensione, amore, presenza, calore, fiducia, e queste sono le cose di cui essi hanno realmente bisogno.

Sono persone sole che, nella loro indipendenza e, spesso, sofferenza, nutrono la speranza che qualcuno si avvicini semplicemente per chiedere “Come stai? Di cosa hai bisogno?”. Parole che a noi appaiono scontate ma che in certi casi acquisiscono un immenso valore ed un grande significato. Per questo chi fa parte dell’associazione Io sono l’altro sa che scendere in strada è una grandissima responsabilità, quella di provare a rendere felice, anche se per pochi istanti, ogni singola persona che incontra per strada.