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Elezioni in Perù, Pedro Castillo dichiara la vittoria

Pedro Castillo, marxista e maestro elementare in una delle regioni più povere del Perù, supera di pochissimi voti Keiko Fujimori, la candidata di destra e figlia del dittatore Alberto Fujimori.


In una delle elezioni più controverse degli ultimi anni, il Paese ha visto arrivare al ballottaggio due figure politiche molto diverse tra loro: da un lato Pedro Castillo, dall’altro Keiko Fujimori. Estrema sinistra ed estrema destra si sono scontrate per decretare il sesto presidente peruviano nell’arco di soli cinque anni. Alla fine di un lungo scrutinio di più due giorni, Castillo supera di pochissimi voti Fujimori.

Questo ballottaggio è il risultato del primo turno svoltosi l’11 aprile scorso, in cui erano presenti ben 18 candidati. I due candidati che sono passati al ballottaggio si sono fermati a meno del 20 per cento. Lo scorso anno, a seguito delle pressioni del governo, l’allora presidente Martin Vizcarra si dovette dimettere. A lui successe Manuel Marino, che a sua volta dovette cedere il posto, in seguito a numerose proteste, a Francisco Sagasti, presidente ad interim fino a questo momento. La recente politica peruviana è stata infatti segnata da diversi scandali e accuse di corruzione che hanno reso il governo molto instabile. 

Pedro Castillo, figura nuova nella scena politica peruviana, rappresenta il partito socialista Peru Libre (Perù Libero) che si autodefinisce marxista e si batte prima di tutto per l’eliminazione della povertà. Il suo slogan è «mai più persone povere in un paese ricco». Il suo simbolo è invece quello della penna, che mette in risalto il suo passato da insegnante: Castillo ha sempre lavorato nel campo dell’istruzione, insegnando in un piccolo paese del Nord del Perù insieme alla moglie e ai tre figli. Salì alla ribalta nel 2017 proprio durante una protesta degli insegnanti di cui lui era a capo. 

Tra i piani del candidato dell’estrema sinistra c’è sicuramente quello di investire di più sull’istruzione ma anche sulla sanità, già bistrattata a causa del Covid-19. «Bisogna capire che la pandemia è un problema strutturale, non solo un problema di salute, che è già stato trascurata in Perù», ha dichiarato durante uno dei suoi comizi. Inoltre, Castillo propone di eliminare il modello economico del mercato libero e di nazionalizzare tutte le industrie di materiali come oro, argento o litio che, come sostiene lui stesso, appartengono al Perù.

Un modello economico introdotto nel Paese da Alberto Fujimori, la cui figlia è arrivata al ballottaggio nella speranza di diventare la prima presidente donna del Perù. Keiko Fujimori è infatti l’erede politico del presidente che ha governato tra il 1990 e il 2000 e che attualmente si trova in carcere per crimini contro l’umanità. Keiko aveva promesso che avrebbe liberato il padre per la condanna di 25 anni che sta scontando, qualora avesse vinto. Ma anche lei stessa è stata brevemente in prigione lo scorso anno, per frode e corruzione, ed è stata rilasciata poco tempo dopo.

Keiko Fujimori ha già una carriera politica alle spalle e si è candidata alle presidenziali per la terza volta, con il Fronte popolare, opponendosi alle politiche di nazionalizzazione del suo avversario – anzi, promettendo un contributo aggiuntivo al settore minerario. L’impegno nella distribuzione del 40 per cento di una tassa sull’estrazione mineraria, petrolifera e del gas alle famiglie povere nelle comunità rurali e la promessa di un pagamento di 2500 dollari a tutte le famiglie con almeno una vittima di Covid non sono stati sufficienti a garantirle il successo.

La sua campagna è basata anche sullo ristabilire l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale. «Dobbiamo agire in modo risoluto e questo è ciò che offro: il pugno di ferro di una madre, affinché i piani del governo vengano rispettati» aveva dichiarato Fujimori, madre di due bambini.

I suoi sostenitori sembravano cresciuti di recente, a seguito di un attacco terroristico che ha coinvolto 16 persone lo scorso maggio e che è stato attribuito a Sendero Luminoso, gruppo di estrema sinistra che vorrebbe instaurare nel Paese un regime comunista ed è stato collegato allo stesso Castillo, attaccato dalla sua avversaria per i presunti legami con l’organizzazione. Fujimori aveva invitato i suoi elettori a non votare per Castillo per evitare che il Paese cadesse in mano a un governo comunista. 

Il rischio, sostiene la candidata, è quello di trasformare il Paese in una dittatura stile Venezuela, che ha spinto milioni di rifugiati a migrare in Perù. D’altra parte, tuttavia, la candidata del Fronte Popolare è ancora associata alla sua famiglia e al suo passato e molti cittadini hanno paura di assistere di nuovo a corruzione e mafia dilaganti.

I sostenitori di Pedro Castillo vorrebbero vedere una novità alla presidenza, qualcuno che non abbia mai ricoperto un ruolo politico. I suoi elettori non solo vogliono contrastare Fujimori ma anche supportare una nuova economia che possa risollevare il Paese ed eliminare le diseguaglianze tra ricchi e poveri. Castillo ha anche affermato che riscuoterà i maggiori debiti statali dei gruppi di potere dei settori finanziari e delle compagnie aeree. Tuttavia, in molti temono uno stravolgimento delle politiche interne e un processo più difficile per la convivenza con le multinazionali sul territorio. 

Nonostante le evidenti e molteplici differenze, entrambi i candidati si oppongono fortemente sia all’aborto che al matrimonio egualitario. Inoltre, hanno promesso entrambi vaccini per tutta la popolazione, di cui solo il 3,5 per cento ha già ricevuto una dose. 

Il nuovo presidente dovrà prima di tutto fare i conti con una gestione disastrosa della pandemia, in uno dei Paesi con il più alto tasso di mortalità tra quelli del Sud America e con uno scandalo sui vaccini segreti da poco uscito allo scoperto. In più, dovrà sapersi destreggiare bene in un paese frammentato che sarà difficile da risollevare a breve.


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Matilde Mancuso

Classe 1995. Appassionata di letteratura, diritti umani, cinema e musica, nella mia vita non può mancare una tazza di tè e il prossimo viaggio programmato.