Dalle elezioni in Germania dipende il futuro dell’Europa

Le prime due elezioni in Germania marcano un allontanamento dai democristiani, le altre quattro in arrivo marcheranno il futuro dell’UE.


Vittoria schiacciante dei verdi e dei socialdemocratici e sconfitta per la CDU: questo l’esito del voto di domenica in Baden-Wurttemberg e Renania-Palatinato. Tuttavia, oltre al voto di domenica, è l’intero sistema politico della Germania ad essere ormai avviato lungo un percorso che potrebbe cambiare il volto dell’Europa. 

A settembre, dopo 16 anni alla guida del Paese, la leader del CDU/CSU Angela Merkel uscirà dalla scena politica. Nel mentre, il paese affronterà le elezioni nazionali e altre quattro elezioni nei Lander, tra cui anche quello di Berlino che, secondo i primi sondaggi, vedrebbe un aumento importante di consensi per i verdi del Grune.La fine dell’era Merkel non è rilevante solo in termini diplomatici: il ruolo avuto dalla cancelliera è riconosciuto a livello globale, dalla crisi greca del 2015 alla gestione del Recovery Fund fino alla crisi diplomatica sullo stato di diritto con Ungheria e Polonia. Il suo partito però, sul piano interno, è nella bufera. 

In primo luogo, per lo scandalo delle mascherine, che ha visto tre deputati tra CDU/CSU dimettersi a seguito della notizia relativa a profitti personali che avrebbero tratto dalla vendita delle mascherine. Una crisi che potrebbe sembrare passeggera e che invece la deputata Gitta Connemann ha definito la più grave per la CDU dopo quella dei fondi illegali al partito sotto la guida di Helmut Kohl nel 1999. Dunque, il successore di Angela Merkel avrà sia l’onere di acquisire l’autorità internazionale di chi lo ha preceduto sia il compito di riassestare la credibilità del partito all’interno del Paese.

elezioni in Germania

Secondo i sondaggi di Politico, rispetto a maggio 2020 il partito democristiano avrebbe già perso intorno al 5% dei consensi (dal 38% al 33%). Perché questo è importante? I politologi in Germania parlano di una possibile coalizione tra CDU e Verdi come alternativa all’ormai decennale coalizione tra CDU e SPD (socialdemocratici). In questo scenario, i punti interessanti sono tre. 

Il primo riguarda la possibile formazione di un fortissimo centro-sinistra. I verdi e i socialdemocratici sono arrivati intorno al 20% e in regioni come Baden-Wurttemberg sono riusciti a strappare alla CDU territori importanti con vittorie nette. Il terzo membro di tale coalizione sarebbe FDP (Free Democratic Party) che con il suo 10% – sempre secondo i sondaggi – farebbe arrivare la coalizione intorno al 30%, cifra molto vicina alle proiezioni della CDU. Ovviamente questi numeri non garantiscono una maggioranza ma la crescita di questi partiti simboleggia, almeno nel Paese, un accenno di cambio di rotta da non sottovalutare. 

Dalle eventuali coalizioni emerge un secondo dato rilevante: il possibile ingresso dei Verdi al governo. Se la coalizione tra CDU e Verdi dovesse realizzarsi produrrebbe un cambiamento radicale anche a livello sovranazionale nel Parlamento europeo. Per dieci anni il governo tedesco, ancora di equilibrio nel contesto europeo, si è appoggiato a Bruxelles sulla CDU, appartenente al PPE (Partito Popolare Europeo) e sul SPD, appartenente all’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei democratici. 

L’entrata dei verdi al governo cambierebbe la situazione nell’ambito delle politiche europee, con l’assegnazione della priorità a decisioni rivolte alla sostenibilità ambientale. Un partito di maggioranza diverso sarebbe dunque un cambio di passo da non sottovalutare nella futura politica tedesca ed europea. 

Come terza osservazione, non sono da sottostimare le prossime elezioni in Germania a livello regionale. Le elezioni “regionali” tedesche servono a scegliere i membri del Bundesrat (Consiglio federale). Quest’ultimo è composto dai 69 membri eletti dai singoli Lander ed è la seconda camera parlamentare. Il Bundesrat dispone di potere di iniziativa legislativa al pari del governo e del Bundestag, la camera eletta su base nazionale. 

Ci sono determinate materie, specialmente nei settori che incidono sugli interessi dei Lander in materia finanziaria, per le quali la Costituzione prevede che una legge non possa essere approvata senza il necessario consenso del Consiglio federale (2/3 del Bundesrat). Il sistema tedesco, che è una repubblica parlamentare con una camera di stampo regionale,  consente ai Lander di avere voce e peso nelle decisioni che coinvolgono il Paese e, vista l’importanza tedesca nel panorama europeo, l’intera UE. I vari Lander, per adesso, non sembrano favorire un risultato netto per i democristiani, accennando a un cambio da non sminuire.

I prossimi sei mesi saranno fondamentali per la Germania e per l’Europa.  L’addio di Merkel e le elezioni in Francia nel 2022 potrebbero snaturare l’asse Franco-tedesco, ponendo a leader come Biden e Xi Jinping nuove sfide e opportunità in termini geopolitici. Infine, i prossimi mesi elettorali tedeschi inevitabilmente coinvolgono anche noi. A livello europeo, la discesa di Enrico Letta come nuovo segretario del PD e di Mario Draghi gioca a favore dell’Italia, se si considera la statura internazionale dei due personaggi. Una statura che saremo, forse, costretti a utilizzare se vorremo portare avanti un ideale di europeismo che potrebbe uscire cambiato nei prossimi 18 mesi, partendo proprio dalle elezioni in Germania.

Andrea Manzella


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