L’importanza delle donne nella lotta dei Fasci Siciliani

Alla guida dei Fasci siciliani non c’erano solo uomini: le donne siciliane erano in prima linea, in lotta per i diritti di tutti. Le prime femministe d’Italia lottavano molti anni prima del voto repubblicano.


Per quanto la storia venga spesso raccontata al maschile, le donne siciliane furono il fulcro del grande movimento dei Fasci siciliani che vide come protagonisti i lavoratori ed i loro diritti. Di loro, ancora oggi, si sa ben poco, nonostante parteciparono attivamente al movimento di lotta.

Le donne prendevano parola negli scioperi ed erano in prima linea nella militanza, inoltre si occupavano della gestione degli eventi legati a comizi, cerimonie e conferenze. 

Un aneddoto interessante riguarda la vigilanza nelle taverne: nelle ore del voto, le donne pattugliavano i bar locali per non far sì che gli uomini fossero distratti dall’alcol e potessero così andare a votare. La sezione femminile più consistente era quella di Piana degli Albanesi. In 3.500 soci, mille di loro erano donne, e il comune di Piana degli Albanesi, ai tempi, contava 9.000 abitanti.

Per seguire la loro causa, molte donne si allontanarono dalla Chiesa, e ricevettero numerose minacce di scomunica. In risposta alle minacce dei preti, manifestarono in massa: tutte le donne rifiutarono di partecipare alla celebre processione Corpus Domini del 1893. 

Nonostante ciò, le donne non abbandonarono la loro fede e fu per questo che nel nome di Cristo, contadine, casalinghe e donne di ogni ceto sociale furono pronte ad iscriversi ai Fasci. Davano al loro credo un’ulteriore interpretazione e vedevano in Gesù «il primo socialista» in assoluto della storia dell’umanità.

Se nel XXI secolo abbiamo delle giovanissime rappresentanti di molte cause sociali, come Greta Thunberg o Malala Yousafzai, anche l’Ottocento aveva le sue nuove voci. Una di queste è Marietta De Felice Giuffrida, 14enne, meravigliosa oratrice della rivoluzione, nonché figlia di Giuseppe De Felice Giuffrida, uno dei più importanti fondatori del movimento dei Fasci siciliani.

fasci siciliani

Le donne dei Fasci furono tristemente protagoniste anche di scontri corpo a corpo. Ad esempio, il 3 gennaio 1894, ci fu un importante sciopero: il municipio di Marineo impose un nuovo aumento del dazio sulle farine e, giustamente, un distaccamento dei Fasci siciliani organizzò una manifestazione contro quest’aggressiva decisione. Il corteo fu represso con violenza da guardie campestri e carabinieri.

La prima vittima fu una piccolissima vita umana; aveva soltanto un anno. Si chiamava Anna Oliveri e dormiva beata tra le braccia della madre, Caterina Trentacosti, ignara di un terribile destino.Oltre alla neonata, le vittime donne furono le fascianti Concetta Lombardo, Maria Spinella e Cira Russo ed infine, sempre a causa di questo evento, il Tribunale militare di guerra condannò alcuni personaggi di rilievo del Fascio di Marineo, tra cui Cira Lombardo e Rosa Di Galbo.

Mentre il resto dell’Europa combatteva per il diritto al voto, le siciliane combattevano al fianco dei diritti di tutte e tutti. Erano ragazze giovani, forse avventate, c’è chi direbbe “incoscienti”, ma furono più semplicemente le prime femministe d’Italia.