Crisi climatica: un futuro senza figli?

L’incertezza sul futuro del nostro pianeta sta avendo conseguenze anche sulle nostre vite. Molti giovani non vedono figli nel loro futuro e il motivo è il cambiamento climatico.


I giovani sono sempre più consapevoli delle conseguenze che il cambiamento climatico avrà sul futuro del nostro mondo. L’incertezza del domani sta già iniziando ad avere conseguenze tangibili sul presente: molte persone, infatti, pensano non sia più il momento di avere figli. Uno studio pubblicato lo scorso novembre svela come un’alta percentuale di giovani adulti (più del 95% degli intervistati) sia molto preoccupata per il futuro dei propri figli, reali o ipotetici. Si tratta di una preoccupazione concreta che arriva a modificare la propria visione della vita.

Uno degli intervistati ha affermato che l’incertezza dovuta al cambiamento climatico è l’unico motivo che lo ha portato a decidere di non avere figli. Altri hanno intimamente confessato di essersi pentiti di aver messo al mondo dei figli in un mondo con così poche speranze di sopravvivenza. Una ragazza di 27 anni ha detto che «non sentirebbe la coscienza pulita portando un bambino in questo mondo e obbligandolo a sopravvivere in condizioni che potrebbero essere apocalittiche».

La gravità estrema di queste affermazioni sottolinea la situazione disperata nella quale versa il nostro pianeta, ma i sacrifici che siamo disposti ad affrontare per invertire questa rotta catastrofica sono ancora troppo pochi. Riciclare, ridurre l’uso di plastica, preferire i mezzi pubblici, usare la bicicletta, sono tutti imperativi con i quali abbiamo imparato a convivere. Non fare figli, o farne meno, per salvare il pianeta, non riesce ad entrare nelle nostre menti con la stessa imponenza. Suona come una violazione, un’intrusione nel privato.

Uno studio dell’Università dell’Oregon mostra la correlazione tra l’aumento della popolazione mondiale e l’impatto sulla produzione di carbonio. Avere un figlio in meno, rispetto alle nascite attuali, ridurrebbe del 2000% le emissioni di gas serra rispetto ad uno stile di vita completamente improntato alla sostenibilità. La maggior parte della popolazione è inconsapevole dell’impatto che una decisione privata, come quella di avere un figlio, può avere sul mondo intero.

Un altro dato da sottolineare è il differente impatto che la nascita di un bambino ha sull’ambiente in relazione al luogo in cui nasce: un nuovo nato negli Stati Uniti inquina fino a 160 volte in più di un bambino in Bangladesh. Nessuno di questi studi sottintende la necessità di una regolamentazione delle nascite da parte dei governi, ma evidenziano tutti la necessità di una maggiore consapevolezza dei singoli dell’impatto che proprie decisioni di vita hanno sul resto dell’umanità.

Viste le condizioni di emergenza e urgenza in cui versa la situazione climatica del nostro pianeta, però, non sarebbe illusorio sperare che l’auto regolazione, la coscienza dei singoli possa davvero bastare a salvare il mondo? Gli intervistati dello studio sopra citato non erano arrivati alle loro conclusioni perché consapevoli dei dati sulle impronte di carbonio dei nascituri, le motivazioni erano più intime ed emotive: i giovani non fanno figli perché non vogliono vederli soffrire, chi li ha già non vorrebbe averli obbligati ad una vita di sacrifici e sofferenze. 

Ancora una volta ciò che spinge l’essere umano è un sentimento di natura egoistica: il motivo per non fare figli è mantenere pulita la propria coscienza. Gli studi, invece, ci dicono di non fare figli per preservare il futuro del nostro pianeta o, per lo meno, per dagli una possibilità. Qualsiasi sia il motivo, ci troviamo davanti ad un cambiamento sociale di estrema rilevanza e, probabilmente, il primo derivante direttamente dal cambiamento climatico.


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Federica Agrò

Ho due vite parallele e soddisfacenti: in una mi occupo di strategie di marketing e social media management, nell’altra scrivo di diritti umani, attualità, cultura ed ecologia.

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