«Hey, Mister Lennon!»: la fine di un uomo e l’inizio della leggenda

Icona mondiale della musica, interprete del rock and roll, leader del movimento pacifista, uno dei protagonisti della Baby Boom generation e uno dei mitici Fab Four: tutto questo, e molto altro, è John Lennon.


Manhattan, 8 dicembre 1980. John Lennon stava rientrando a casa con la sua dolce metà Yoko Ono. Un ragazzo urlò «Hey, Mister Lennon!» e sparò quattro colpi di pistola letali. John con l’ultimo filo di voce disse: «I was shot», “mi hanno sparato”, e cadde a terra. Morì mentre veniva trasportato in ospedale. Il 9 ottobre 2020 avrebbe compiuto 80 anni. Avrebbe festeggiato il suo ottantesimo compleanno un’icona mondiale della musica, interprete del rock and roll, leader del movimento pacifista, uno dei protagonisti della Baby Boom generation e uno dei mitici Fab Four: tutto questo, e molto altro, è John Lennon.

A quarant’anni dall’omicidio, Mark Chapman, l’assassino di Lennon, chiede scusa alla vedova Yoko Ono: «l’ho ucciso per avere fama, è stato un atto molto egoista, spregevole e mi dispiace per il dolore che le ho causato». Ancora oggi, l’omicidio di John Lennon resta velato di incertezze e molte sono le tesi complottiste che vedono il cantante vittima di un omicidio politico. I suoi album, oggi, continuano ad accompagnare i fan e a trasmettere fiducia e speranza.

Ma chi era John Lennon prima che diventasse un’icona? John Winston Lennon nacque a Liverpool, il 9 Ottobre 1940, da Alfred Lennon e Julia Stanley. Quando i genitori divorziarono, nel 1946, John si trasferì in un sobborgo di Liverpool da Mary Elizabeth detta “Mimi”, la zia materna, sposata con lo zio George e senza figli. La casa della zia Mimi fu il suo unico porto sicuro familiare dove il giovane tornava quando attraversava momenti difficili.

Con la madre Julia rimase fortemente legato: fu la sua musa e, anche grazie a lei, ricevette la sua prima chitarra con la quale da autodidatta iniziò a strimpellare. John trovava nella musica il suo conforto e per questo non si stancò mai di far vibrare le corde della sua chitarra e scrivere versi. Celebre divenne la frase della zia, la quale affermava che la chitarra non gli avrebbe fatto fare i soldi, ma la storia le darà torto.

Quando John aveva solo diciotto anni vennero a mancare lo zio George e la madre, lutti che segneranno parecchio la sua vita. Pochi anni dopo affermerà: «L’unico motivo per cui sono diventato una star è la mia repressione. Nulla mi avrebbe portato a questo se fossi stato “normale”» (da Imagine This – Io e mio fratello John Lennon di Julia Baird, 2008, Perrone editore).

Da quel momento John fu tutto fuorché un uomo qualunque: al contrario delle previsioni della zia, Lennon divenne un celebre cantautore, polistrumentista e, soprattutto, divenne un membro dei Beatles. La carriera insieme alla celeberrima band inglese andò avanti per dieci anni e, in coppia con Paul McCartney, compose la maggior parte delle canzoni, creando un sodalizio musicale di successo, tra i più importanti della storia della musica del ventesimo secolo.

Il boom con la band arrivò nel 1963, in cui scrisse con Paul McCartney i primi due successi dei Beatles: “Please Please Me”, nata inizialmente come una ballata ma poi accelerata per renderla più commerciale, piena di sottintesi significati sessuali (colti benissimo dai giovani dell’epoca, che ne decretarono l’immediato successo) e l’indimenticabile “She Loves You”, con il ritornello yeah yeah yeah, tanto semplice e immediato, quanto efficace e incisivo, che divenne un vero tormentone tra i giovani inglesi. Da lì fu un susseguirsi di successi e riconoscimenti che consacrarono la band sul podio delle divinità della musica. Sono inoltre al primo posto nella lista dei 100 migliori artisti secondo la rivista Rolling Stone.

Dopo la separazione dai Beatles, nell’aprile del 1970, John Lennon divenne esponente del pop contemporaneo e successivamente si cimentò anche con l’hard rock: i suoi brani da solista divennero sempre più tormentati, più politicizzati e tendenti alle ballate romantiche, ma non abbandonò mai la sua impronta rock.

John era un fervente attivista politico e tutto ciò fu accentuato e sostenuto dalla sua seconda moglie, Yoko Ono, con la quale intraprese molteplici performance dimostrative contro la guerra, in particolare contro quella in Vietnam, conflitto perpetrato in quegli anni.

John e Yoko si incontrarono per la prima volta il 9 novembre 1966 e iniziarono a frequentarsi solo due anni dopo: insieme sono divenuti il simbolo di una rivoluzione generazionale che vede protagonisti l’amore libero dai canoni sociali passati e la dedizione della propria vita in favore di ideali pacifisti.

Yoko Ono era una ricca borghese, studentessa di composizione musicale ed arte negli States e, per un certo periodo, componente del movimento d’avanguardia “Fluxus”; artista concettuale, si potrebbe quasi sostenere fosse precorritrice di Marina Abramovic (regina indiscussa della performance art). Quando i due vennero presentati, lei lasciò all’allora Beatle un biglietto con su scritto una sola parola: «Breathe». John allora invitò Yoko nella sua casa del Surrey ad ascoltare i suoi nastri inediti; trascorsero l’intera giornata, la sera e la notte nello studio di registrazione, componendo i brani di quello che sarebbe divenuto il loro primo album, Two Virgins.

La loro storia d’amore divenne celebre quanto la musica di Lennon. Il loro matrimonio diede inizio ad un lungo periodo in cui la coppia si rese protagonista di manifestazioni a favore della pace: famoso divenne “Bed-In” del 1969 in occasione della loro luna di miele, nella camera 1902 dell’Hilton Hotel di Amsterdam. L’immagine memorabile dei due distesi sul letto (in pubblico) durante il loro viaggio di nozze venne consacrata come una delle più famose proteste pacifiste. Il brano “The Ballad of John and Yoko”, ad esempio, è una cronaca degli eventi che accompagnarono il matrimonio dei due, inclusa la famosa performance.

Ma, come narra la leggenda, il legame fra i due innamorati fu la causa scatenante dello scioglimento dei Beatles e l’inizio della carriera solista dei suoi membri.

Nell’immaginario comune mondiale, John Lennon è un uomo sarcastico dagli occhiali tondi e soprattutto l’autore di “Imagine”: manifesto iconico della lotta contro la guerra, simbolo di pace e di un mondo senza odio. Conosciamo tutti questo inno di speranza per un mondo migliore che, a quasi 50 anni dalla sua pubblicazione, resta a tutti gli effetti una delle canzoni più famose della storia della musica contemporanea.

Nel 2020 è uscito “Gimme Some Truth: the ultimate mixes”, un cofanetto celebrativo della carriera solista dell’ex Beatle curato personalmente da Yoko Ono e dal figlio Sean Lennon. La raccolta trae il titolo dall’omonimo brano di John Lennon contenuto nell’album Imagine: il cofanetto deluxe è costituito da due Cd, un disco audio Blu-ray contenente gli Ultimate Mixes in Studio Quality; nel box-set è incluso anche un libro di 124 pagine curato da Simon Hilton, produttore e responsabile della serie Ultimate Collection, che comprende alcune interviste inedite e di archivio, fotografie mai pubblicate prima, fotogrammi, lettere, testi, scatole di nastri e cimeli di vario genere pescati dagli archivi di John e Yoko.

Sempre per l’anniversario avrà luogo un evento di raccolta fondi per l’associazione War Child Uk; l’evento, intitolato “Dear John” e trasmesso in streaming su Youtube, si terrà in diretta dal palco dell’Hard Rock Cafe Oxford Street di Londra e ospiterà moltissimi personaggi famosi che celebreranno una delle voci più celebri nella storia della musica mondiale. La Blurred Vision ha annunciato l’evento mediante un post su Instagram: «Con un piccolo aiuto dei nostri amici, ci riuniamo per celebrare la musica, l’eredità e l’ottantesimo compleanno del nostre grande eroe, John Lennon, e raccogliere fondi per l’organizzazione benefica War Child».