Gli indigeni Mapuche: storia di una lunga resistenza
I Mapuche, un popolo che non si è arreso a secoli di prevaricazione e che oggi lotta per vedersi riconosciuti diritti e territori sottratti ingiustamente.
I Mapuche sono un popolo indigeno che da oltre 2000 anni abita alcuni dei territori ancestrali della parte meridionale del vastissimo continente Sud Americano. In particolare essi occupavano gran parte del territorio oggi corrispondente al Cile centrale e meridionale, nonché alcuni territori della Patagonia e delle Ande argentine.
Questo popolo, a causa della colonizzazione europea prima, e della conquista delle aree meridionali e remote del Cono Sud da parte dei governi Argentini e Cileni poi, ha dovuto affrontare secoli di lotte e resistenza per evitare la completa espropriazione dei propri territori, ed addirittura la completa estinzione. Oggi i Mapuche sono una delle più importanti e protette minoranze etniche in America Latina, che continuano la loro battaglia contro i governi centrali per il mantenimento dei loro territori, delle loro tradizioni, dei loro costumi e della loro storia. Sono un popolo estremamente legato alle proprie terre, al proprio passato ed alla propria lingua; protagonista nei secoli di lotte volte alla strenua difesa dei luoghi a loro appartenenti.
Il termine Mapuche, che significa “Popolo della Terra”, deriva dall’unione di numerosi gruppi indigeni che vivevano nelle aree meridionali di Cile e Argentina. Questi gruppi avevano in comune l’utilizzo della lingua Mapudungun, oltre a molteplici tradizioni e costumi. Alcuni archeologi hanno trovato tracce dell’esistenza del popolo Mapuche risalenti circa al 500-600 a.C.. I ritrovamenti sono stati effettuati in una zona del Cile meridionale, compresa tra i fiumi Itata e Toltén, che viene definita come zona centrale della nascita ed espansione di questo popolo.
I conquistadores spagnoli, dopo aver conquistato il Perù, nel 1541 si diressero verso sud, alla conquista dei territori che oggi appartengono al Cile, dove vivevano appunto la maggior parte degli indios Mapuche. Essi resistettero quasi 350 anni ai sistematici tentativi da parte dei colonizzatori di conquistarli e sterminarli. Migliaia di Mapuche morirono durante le violentissime battaglie di resistenza contro l’esercito spagnolo; mentre coloro i quali non perirono in battaglia furono uccisi dalle malattie che gli europei portarono nel “Nuovo Mondo”.

Fino al 1882 i territori cileni centro-meridionali continuarono ad appartenere ai Mapuche, fin quando proprio in quell’anno l’indipendente Stato cileno decise di cominciare la conquista e l’annessione della regione dell’Aracaunía. Questa regione, terra dei Mapuche, una volta occupata fu colonizzata dai nuovi cittadini cileni, mentre i suoi abitanti indigeni che riuscirono a rimanere in vita, vennero cacciati dalla propria terra e dalle proprie case. Durante l’occupazione migliaia di Mapuche morirono a causa delle carestie e delle malattie. Da popolo libero ed indipendente, i Mapuche si ritrovarono forzatamente a far parte del nuovo e giovane Stato latinoamericano, dove conobbero discriminazione, razzismo ed esclusione dalla società.
I Mapuche sono il popolo indigeno più numeroso in Cile; circa il 10% (1,5 milioni di persone) della popolazione cilena si definisce appartenente a questo gruppo etnico. L’odierna società cilena non ha ancora risolto la questione del popolo Mapuche, che continua ad essere il gruppo sociale più discriminato, più povero e più marginalizzato del Paese. Anche in Argentina meridionale le comunità Mapuche, che contano circa 250.000 abitanti, continuano a subire una fortissima discriminazione, tanto che numerose organizzazioni che lavorano per la tutela e la difesa dei popoli indigeni si sono ormai da decenni mobilitate per la salvaguardia delle rimanenti comunità Mapuche.
I Mapuche, come moltissimi altri popoli indigeni in tutto il mondo, supportati da Organizzazioni Non Governative, Organizzazione Internazionali e dalla società civile, continuano a chiedere a gran voce la restituzione delle proprie terre ancestrali; come dimostrano le grandi proteste che qualche anno fa si sono verificate per le strade di Santiago de Chile ed in altre città cilene. Proteste che si sono acutizzate alla fine dello scorso anno, quando il Cile ha vissuto il periodo più buio dal ritorno della democrazia, che ha riportato alla memoria i nefasti anni della dittatura di Pinochet.
Il Cile, a differenza di altri Stati, come ad esempio la Bolivia, non ha mai lavorato alla stesura di una Costituzione che preveda la nascita di uno Stato Plurinazionale; nonostante, come detto precedentemente, i Mapuche costituiscano circa il 10% della popolazione totale. Questo, già dagli anni della dittatura e dell’esperimento liberista dei Chicago Boys imposto da Pinochet, ha fortemente contribuito alla crescente discriminazione e marginalizzazione dei Mapuche dalla società cilena.
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