Un nuovo colosso per la Marina italiana

Di Marco Tronci – Cambiano i tempi, mutano i conflitti e di conseguenza i mezzi per combatterli. Così la Marina Militare italiana, fiore all’occhiello delle nostre Forze Armate, si rinnova con il varo – avvenuto lo scorso 25 maggio presso i cantieri navali Fincantieri di Castellamare di Stabia – della nave Trieste.

Un momento di festa ma soprattutto di orgoglio, sia per gli operai che hanno contribuito alla costruzione della nave, che per le più alte cariche politiche e militari presenti al varo. La madrina dell’evento è stata Laura Mattarella, figlia del Presidente della Repubblica.

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La realizzazione della Trieste – unità anfibia multiruolo – è prevista dalla legge navale del 2015, fortemente voluta dall’allora Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio De Giorgi. Questa legge dà inizio ad un processo di svecchiamento delle unità navali italiane. 

Appartenente alla classe LHD, ovvero portaelicotteri per l’assalto anfibio, la Trieste è la più grande costruzione navale dal dopoguerra ad oggi, il cui progetto trae spunto dalla classe Queen Elizabeth britannica. Lunga 245 metri (fuori tutto) e larga 47, la Trieste è dotata di un sistema di propulsione CODLAG, misto diesel/elettrico e turbine a gas, che la rende meno rumorosa e meno inquinante. L’unità può raggiungere una velocità superiore ai 25 nodi con un’autonomia di circa 7 mila miglia marine.

Il suo armamento, per quanto riguarda l’artiglieria, è composto da 3 cannoni multiruolo Oto Melara 76/62 mm del tipo Super RapidoMF Davide, con munizionamento guidato e predisposizione per l’impiego del futuro munizionamento autoguidato tipo “Vulcano” 76 mm, 3 torrette mitragliere Oto Melara 25/80 con cannone Oerlikon KBAda 25x137mm a controllo remoto e 2 lanciarazzi Leonardo ODLS-20, integrati con un sistema di contromisure. Il sistema missilistico è invece composto da 2 lanciatori verticali DCNS Sylver A50in moduli da 8 celle ciascuno per missili MBDA Aster 15/30.

Si tratta di un’unità polivalente in grado di adempiere a tutte le operazioni nei teatri più caldi. Grazie al suo bacino allagabile la Trieste sarà in grado di ospitare i più moderni velivoli, mezzi corazzati e da sbarco NATO, oltre a un cospicuo contingente di uomini. La presenza di un ospedale dotato di sale operatorie, laboratori di analisi e radiologia ne sottolineano la multifunzionalità. Da non escludere anche il suo utilizzo per scopi non militari come quelli di protezione civile.

Insieme alla nave Cavour – portaeromobili in mare dal 2008 – rappresentano la punta di diamante della Marina Militare e sono entrambe destinate ad ospitare sul ponte di volo gli F35B, variante a decollo corto e atterraggio verticale del tanto discusso F35.

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Nave Cavour

Le sue caratteristiche la rendono perfettamente in linea con le Marine delle altre nazioni ma per vedere all’opera l’imponente imbarcazione bisognerà attendere ancora qualche anno; la sua entrata in servizio è infatti attesa per il 2022 e sono tuttora in corso le verifiche necessarie per renderla a tutti gli effetti la Capital Ship della flotta italiana.