Balla, Lucio, balla

Il 4 marzo 1943 era giovedì a Bologna, quando una bambina giocava a fare la mamma di Lucio Dalla. Si potrebbe scrivere adesso una sorta di lista di ruoli di Lucio Dalla: cantautore, musicista, compositore italiano e – solito commento di Wikipedia – «uno dei più innovativi ed eclettici nel nostro panorama».

E sarebbe pure la verità, ma non importa a volte che di una persona si dica la verità, ma che si dica il vero, e questo non lo possono dire i giornalisti, i critici, le cifre di vendita dei suoi dischi, perché questi artisti, non li conosce mai nessuno.

Lucio Dalla non era solo questo, non è solo un artista da ricordare nel giorno del suo compleanno. Dalla è la domenica mattina perfetta sul giradischi, la sua voce e le sue parole quando è notte, in una villa di campagna di qualcuno che ha dato una festa e la festa è finita.

Lucio Dalla ha scritto poesie e ricordi, ha scritto i nostri brividi lungo la schiena, ne ha fatto una mappa e quando il primo marzo del 2012 è volato via, dentro il mare e in mezzo agli aeroplani, sono rimaste vuote delle tappe, dei versi che avremmo potuto cantare insieme, nuove note da canticchiare passeggiando.

lucio dalla
Dalla, 1980

Gli album registrati in studio sono 22. Ha raccontato di generazioni, storie da sogno, segreti urlati da ubriachi, amori teneri e nascosti. Le abbiamo dedicate tutte, ma siamo rimasti dimezzati. Sentiamo che avrebbe creato ancora, che il suo genio non avrebbe mai smesso, eppure. Un Lucio Dalla capita solo una volta, sembra sia stato creato di proposito.


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