Il Decreto Salvini e il giro di vite sull’immigrazione

Di Antinea Pasta – Tante le novità contenute nei due decreti approvati dal Consiglio dei Ministri la scorsa settimana. Salvini: «Garantiranno agli italiani un futuro più sereno». Sarà vero? Vediamo i punti principali e alcune criticità riguardarti principalmente i provvedimenti che dispongono la stretta sull’immigrazione

Lo scorso 24 settembre un vittorioso Matteo Salvini presenta in conferenza stampa, con tanto di cartello con hashtag, il cosiddetto decreto Salvini su sicurezza e immigrazione, approvato all’unanimità dal Consiglio dei Ministri. Il prossimo passo sarà l’esame da parte del Presidente della Repubblica Mattarella che dovrà firmarlo per renderlo operativo, dopodiché dovrà essere ratificato entro 60 giorni da entrambe le aule parlamentari. Ma il decreto ha da subito sollevato numerose critiche e dubbi, a partire dal ricorso alla decretazione d’urgenza per regolamentare questa materia. Aspetto questo che dovrà dirimere proprio il Capo dello Stato.

Il decreto sicurezza nella versione approvata accorpa due diversi provvedimenti, uno sull’immigrazione l’altro sulla sicurezza. Il ché di certo non lascia dubbi sul registro di narrazione scelto dal vice premier Salvini: immigrazione = questione sicurezzaMa vediamo cosa prevede il decreto e quali sono i punti più controversi.

migranti-salviniStretta sui permessi di soggiorno per motivi umanitari. La protezione umanitaria prevede la concessione di un permesso di soggiorno temporaneo nei casi in cui non siano presenti tutti i requisiti per lo status di rifugiato, ma ricorrano comunque situazioni meritevoli di tutela per seri motivi umanitari. Con il decreto Salvini questo tipo di permesso scompare, e al suo posto viene introdotto un permesso di soggiorno temporaneo per alcune fattispecie: motivi di salute di eccezionale gravità, calamità naturali nei Paesi d’origine, grave sfruttamento lavorativo, atti di violenza domestica e infine per atti di particolare valore civile.

Possibile revoca della cittadinanza ed espulsione per chi delinque. Si amplia il ventaglio di reati per cui sarà possibile negare o revocare la protezione internazionale, tra questi: i reati di violenza sessuale, lesioni gravi e rapina, violenza a pubblico ufficiale, mutilazioni sessuali, furto aggravato e traffico di droga. Previsti provvedimenti analoghi anche in caso di pericolosità sociale seppure l’immigrato non sia ancora stato condannato. Mentre viene disposta la revoca della cittadinanza e l’espulsione immediata per i reati di terrorismo accertati con sentenza definitiva.

Migranti-620x360Permanenza più lunga nei Cpr e riduzione Sprar solo per rifugiati e minori. Si allungano i tempi di permanenza nei Cpr, ovvero di centri di detenzione amministrativa propedeutici al rimpatrio. Si passa da 3 a 6 mesi.  Mentre il sistema Sprar – il sistema pubblico per l’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati realizzato in collaborazione con gli enti locali – limiterà i suoi servizi d’accoglienza solo a chi è già titolare di protezione internazionale e  ai minori non accompagnati. Vengono esclusi i richiedenti asilo.

A queste misure legate specificatamente all’immigrazione si affiancano le altre del pacchetto sicurezza, tra queste il braccialetto elettronico per reati di stalking e maltrattamenti; l’utilizzo del taser per la polizia urbana nei comuni più grandi; l’applicazione del Daspo urbano che  oltre a stazioni o aree turistiche, può essere disposto anche in «mercati, fiere e pubblici spettacoli». Infine, c’è una norma contro le occupazioni: una pena raddoppiata per chi le organizza, e la possibilità di usare le intercettazioni per gli occupanti.

Queste sono in breve le principali disposizioni previste e alcune hanno suscitato diversi dubbi circa la loro l’efficacia e legittimità. In particolare, l’abolizione del permesso di protezione umanitaria è tra i provvedimenti più controversi proprio perché rischia di avere l’effetto esattamente contrario a quello sperato dal suo fautore, ovvero un aumento delle irregolarità a causa del mancato rinnovo dei permessi già concessi nel 2016-2017, portando ad un aumento degli irregolari di circa 30 mila persone, secondo le stime elaborate dall’Ispi.

La possibilità di revocare la cittadinanza italiana potrebbe essere a rischio di incostituzionalità, dal momento che la Costituzione non prevede che quest’ultima possa essere concessa o revocata per ragioni di buona condotta, proprio perché altrimenti tale principio dovrebbe essere applicato anche ai cittadini italiani.

Molte critiche arrivano anche per la scelta di restringere il sistema degli Sprar. Lo Sprar sembrerebbe essere ad oggi il modello a cui tendere proprio perché propone una forma di accoglienza integrata, basata su progetti portati avanti insieme agli enti locali, che prevede anche iniziative di integrazione e avviamento al lavoro. Il decreto Salvini va nella direzione opposta e lo limita spostando i richiedenti asilo nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria), grandi strutture a gestione privata, spesso situate in luoghi lontani dai centri abitati, con buona pace dello spirito di integrazione e della supervisione da parte dello stato.

Adesso dovremo attendere che passi al vaglio del Presidente della Repubblica e della Corte Costituzionale per capire se la legge-bandiera di Matteo Salvini vedrà la luce o meno.


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