Sentenza della Corte Suprema sull’aborto, un’analisi tecnica
La Corte Suprema americana ha abolito il diritto all’aborto. Ѐ stata una scelta politica? Quali sono le conseguenze per le donne che vivono negli Stati Uniti?
La Corte Suprema americana, con la recente sentenza del 24 giugno 2022, ha abolito il diritto all’aborto a livello nazionale. La decisione in oggetto ha invertito la posizione dei giudici rispetto a quanto era stato deciso nel 1973 con la sentenza Roe vs Wade, che invece legalizzava l’aborto negli USA.
Secondo l’odierno orientamento avallato dalla Corte Suprema, la Costituzione statunitense non conferisce il diritto all’aborto. Si è giunti ad un verdetto che non vede affatto la decisione unanime dei supremi giudici, con 6 voti a favore e 3 contrari. Posto che a livello nazionale il diritto all’aborto non trova più alcun fondamento normativo, d’ora in poi saranno i singoli Stati a decidere come regolare la materia, cioè a dire se legalizzare o meno tale pratica.
Vi sono Stati – come il Texas e il Missouri – che hanno reso l’aborto illegale, mentre altri – come quello di New York – hanno assicurato che le donne potranno continuare a scegliere se proseguire o meno la loro gravidanza.
La differenze tra il sistema giuridico di common law e civil law
Ѐ bene precisare che il sistema giuridico vigente negli USA è definito di “common law”: con questo termine si intende il sistema basato sulla prevalenza del diritto giurisprudenziale, ossia sulle decisioni dei giudici. Nello specifico, trova applicazione il principio del c.d. stare decisis, secondo il quale il giudice, nel risolvere una determinata controversia, è vincolato dai precedenti giudiziari in materia, ossia dalle sentenze precedenti.
Nei sistemi di common law, l’organo giudicante è chiamato ad analizzare il caso, prestando molta attenzione a orientamenti passati e tentando di trovare analogie o differenze, ai fini della c.d. ratio decidendi, ossia la ragione giuridica sulla quale baserà il proprio verdetto finale.
Negli ordinamenti di common law, i possibili contrasti tra precedenti decisioni che vertono sulla stessa materia sono superati dall’obbligo imposto ai giudici di conformarsi ad un orientamento giurisprudenziale già consolidato. Il predetto obbligo è vincolante e costituisce un precedente di notevole importanza, in quanto i giudici che dovranno decidere su una nuova questione che presenta analogie con una oramai definita, non potranno discostarsi dalla ragione giuridica già individuata e argomentata.
A differenza del sistema giuridico basato sulla common law, il sistema di “civil law”, come quello italiano, è imperniato su codici e leggi. In questo caso, l’organo giudicante valuterà dapprima leggi e norme da applicare e, solo in un secondo momento, andrà alla ricerca della giurisprudenza sul tema. In questa situazione, il giudice parte dalla regola giuridica per arrivare al fatto concreto.
Queste distinzioni non devono, però, trarre in inganno e far credere che i precedenti giurisprudenziali siano vincolanti in un sistema e totalmente assenti in un altro. Ogni giudice, infatti, sia di civil law sia di common law, elabora la propria decisione analizzando molteplici fattori; da un lato, il grado di autonomia degli indirizzi precedenti e la produzione legislativa di riferimento, dall’altro, le consuetudini in materia e il contesto sociale del periodo storico.
Fatta questa precisazione di ordine teorico, bisogna dire che il diritto all’aborto negli Stati Uniti non è espressamente sancito in Costituzione, piuttosto era stato riconosciuto, come già detto, con la storica sentenza Roe vs Wade del 1973.
Prima e dopo la sentenza
Prima della suddetta sentenza, l’aborto negli USA era regolato da ciascuno Stato con una legge propria. Fino a quel momento, secondo il commow law americano, l’aborto era proibito in 30 Stati, mentre nei restanti poteva essere praticato a certe condizioni (deformazione del feto, stupro, pericolo di vita per la madre) e in 4 di questi bastava la richiesta della donna.
La Corte Suprema nel 1973 tolse vigore alle leggi contro l’aborto vigenti fino a quel momento con la seguente dichiarazione: “la corte ha dichiarato nullo lo statuto sull’aborto in quanto vago ed eccessivamente lesivo nei confronti di coloro che si appellano al Nono e al Quattordicesimo Emendamento”. Ai giudici veniva chiesto se il diritto all’aborto fosse riconosciuto anche in assenza di problemi di salute della donna, del feto e di ogni altra circostanza che non fosse la libera scelta della gestante. La decisione venne presa con una maggioranza di 7 giudici a favore e 2 contrari.

La sentenza Roe vs Wade ha influenzato la politica nazionale statunitense, dividendo gran parte del Paese tra pro-Roe (per la libertà di abortire) e pro-Wade (contro la possibilità di aborto).
La sentenza del 2022 riporta il sistema a quando non c’era un diritto garantito per tutte le donne su base nazionale. Ad oggi, 73 milioni di persone vivono negli undici Stati in cui l’aborto non è già più possibile: si tratta di più di un quinto della popolazione americana. La divisione degli Stati segue in modo rigido gli orientamenti politici, con gli Stati del Sud e dell’Ovest che presentano un orientamento repubblicano, i quali hanno immediatamente chiuso le cliniche per l’aborto. Invece, negli Stati guidati dal partito democratico, l’aborto rimane una pratica legale e garantita alle donne.
Infine, in merito alle possibili conseguenze a seguito di una decisione di tal genere, vari esperti ritengono che il verdetto della Corte avrà ripercussioni negative non solo sul versante sanitario per via dei possibili aborti clandestini, ma anche in ambito economico, con conseguenze devastanti. Secondo il rapporto Turnaway sull’argomento, le donne che devono portare avanti una gravidanza non desiderata hanno una probabilità di quattro volte superiore di ritrovarsi in una condizione di povertà. Uno studio del Dipartimento dell’Agricoltura americano ha rivelato che crescere un figlio sino alla maggiore età costa in media 230 mila dollari a famiglia.
La decisione odierna sull’aborto riporta il sistema statunitense a quanto era stato deciso prima del 1973. Questo evento pone un’attenzione molto alta sulla questione a livello internazionale dal momento che la conquista o la perdita dei diritti va al di là degli interessi politici di una sola nazione e non può interessare solamente le donne americane, ma quelle di tutte il mondo.
Foto di Copertina: Al Drago—Bloomberg/Getty Images