Macron, le priorità per rilanciare l’UE nel semestre europeo

Alla guida del Consiglio dell’UE, la Presidenza francese ha tre priorità: transizione climatica, dimensione sociale e digitalizzazione.


Ha preso avvio il 1° gennaio 2022 la Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea sotto la bandiera francese di Emmanuel Macron, con il motto “ripresa, forza e senso di appartenenza”. Ripresa, per permettere all’Unione di sostenere la transizione ecologica e digitale; forza, per difendere e promuovere i valori e gli interessi europei; senso di appartenenza, per contribuire alla costruzione di una visione europea condivisa, attraverso la cultura, i valori e la storia che accomuna i Paesi dell’UE. 

Si inaugura così il nuovo trio di Presidenza, che vedrà succedere al semestre francese, nei prossimi 18 mesi, quello ceco e quello svedese. Tale sistema, introdotto a partire dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, mira a garantire maggiore continuità all’azione politica dell’Unione Europea e a definire con anticipo e in maniera congiunta le priorità dell’Agenda comunitaria. 

Gli obiettivi e la strategia politica del Presidente francese Emmanuel Macron erano già stati resi noti nel 2017, durante uno speech alla Sorbona, in cui è stato posto l’accento sulla nozione di “Agenda sovranazionale”. Si tratta di un programma che guarda all’Unione Europea come soggetto autonomo nel panorama internazionale, capace di difendere i suoi valori e i suoi obiettivi strategici, e che ha già visto una sua prima esecuzione nella risposta coesa e solidale alla pandemia.

Tra le priorità dell’Agenda francese vi è, innanzitutto, la transizione ecologica. Com’è noto, l’UE mira a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, devolvendo un terzo del suo budget alla lotta al surriscaldamento globale. In tale settore, una forte intesa è stata sviluppata, da tempo, tra Emmanuel Macron e Mario Draghi, che sostengono come una maggiore flessibilità economica nell’ambito degli investimenti per favorire la transizione ecologica sia la soluzione per uno sviluppo equilibrato e solidale di tutti gli Stati Membri. 

Centralità è conferita, altresì, ai temi connessi alla digitalizzazione: tra questi, l’Unione si è già impegnata per una riforma del copyright e per la rimozione dei contenuti a sfondo terroristico dal web, e sta lavorando per garantire l’introduzione di regole che favoriscano un uso più responsabile delle piattaforme online. 

Quanto alla dimensione sociale, al cuore del dibattito vi è il tema del lavoro. Le politiche sociali, difatti, rientrano nell’ambito delle materie di competenza concorrente tra l’Unione Europea e i suoi Stati Membri; tuttavia, anche in tale settore, l’Unione è riuscita a ricavare un proprio spazio di autonomia – prevalentemente attraverso l’introduzione di direttive – soprattutto con riferimento alla tutela del principio di uguaglianza tra lavoratori.

Sul punto, la Presidenza francese ha rilanciato una delle priorità da perseguire, ossia garantire parità di salario, in caso di medesime mansioni espletate nello stesso posto di lavoro. Si tratta di un obiettivo che incrocia, altresì, i temi dell’uguaglianza di genere, ma che ha un respiro più ampio e che si propone di tutelare, più in generale, tutti i soggetti vulnerabili che operino in qualità di lavoratori. 

Nella lista delle priorità, vi è anche il rilancio del settore della difesa europea. Al riguardo, la Presidenza francese ha rammentato come l’Unione abbia già costituito il suo primo bilancio militare congiunto e come, con il supporto di 13 Stati Membri, sia stata già avviata l’Iniziativa europea di intervento, allo scopo di sviluppare i requisiti per lo svolgimento di impegni operativi congiunti, in diversi scenari di intervento militare. 

La cooperazione nel settore militare, d’altra parte, ha visto la Francia protagonista negli ultimi anni, unitamente alla Germania, con la quale – anche attraverso lo strumento della cooperazione strutturata permanente – si intendono sviluppare armamenti comuni, tra cui carri armati e caccia. 

L’Europa, secondo Macron, deve potenziare la capacità di anticipare i rischi e garantire la propria sicurezza, restando ferma dinanzi alle interferenze e ai tentativi di destabilizzazione che provengono dall’esterno – in particolare, in questa fase storica, dalla Russia – e rispondendo efficacemente alle violazioni del diritto internazionale.

Sotto il profilo economico, Macron ha ricordato la rilevanza del Recovery plan per arginare le conseguenze della perdurante crisi e ha evidenziato il progressivo impegno dell’Unione Europea nell’acquisizione di strumenti per la tutela degli scambi commerciali, che non lascino l’UE impreparata dinanzi a un mercato sempre più globalizzato. 

Alla base dell’Agenda francese vi è la volontà di rilanciare un nuovo modello europeo di crescita, fondato sui valori comuni degli Stati Membri e dotato di strumenti che consentano un’efficace tutela dei principi democratici su cui l’Unione è fondata, da promuovere dentro e fuori i suoi confini.

In tal senso, la Presidenza francese sembra essere consapevole, altresì, dell’importanza della dimensione culturale nel processo di costruzione dell’Europa unita. Ed infatti, tra gli obiettivi dell’Agenda di Macron vi sono anche la progressiva espansione del programma Erasmus e il potenziamento della collaborazione di Atenei, Centri di ricerca e Accademie nel territorio UE, allo scopo di favorire il dialogo europeo su tutti i temi relativi al processo di integrazione.

Un elemento significativo di questa Presidenza è rappresentato dalla volontà di sviluppare un programma che non assecondi esclusivamente gli interessi dei 27 Stati Membri, ma che tenti anche di andare incontro alle aspettative e alle esigenze dei cittadini europei. È un’ambizione, questa, che sembra colmare – seppur in misura minima – il deficit democratico che ha da sempre caratterizzato l’operato del Consiglio e, più in generale, dell’Unione Europea tutta. 

A tale auspicio risponde anche la Conferenza sul Futuro dell’Europa, iniziativa che ha coinvolto tutti i cittadini europei in programmi e progetti che hanno promosso un forum di dibattito sui temi principali per il rilancio dell’Unione, e che si concluderà nella primavera del 2022,  proprio nel corso del semestre di Presidenza francese. 

Su questo stesso solco, d’altra parte, si collocano sia la volontà di riaprire un dibattito sul tema dello Spitzenkandidat, per giungere a un sistema che preveda una sorta di elezione diretta del Presidente della Commissione, sia l’estensione del diritto di iniziativa – oggi detenuto proprio dalla Commissione – in capo al Parlamento europeo.

Mentre alcuni sostengono che Macron stia utilizzando il suo turno di Presidenza come un trampolino di lancio per una riconferma all’Eliseo in vista delle prossime elezioni presidenziali in programma per il 10 aprile, ciò che più appare interessante, oggi, è l’impatto che il suo semestre di Presidenza avrà sullo sviluppo del processo di integrazione. 

«Questo è il tempo per l’Europa. Per fronteggiare le sfide sanitarie ed economiche, l’ascesa di potenze aggressive e il cambiamento climatico, la migliore risposta è un’Europa unita». Questo è l’auspicio lanciato dal Presidente francese, nonché il parametro in base al quale potremo concretamente tracciare un bilancio, alla fine di giugno 2022.