pilastro per i giovani

PNRR, il pilastro per i giovani al vaglio in Parlamento

Uno studio del Consiglio Nazionale dei Giovani con la Fondazione Bruno Visentini ha evidenziato la necessità di un pilastro per i giovani nel PNRR italiano.


Da giorni si discute, in seno al Parlamento italiano, della modifica del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR), la cui consegna è prevista per il prossimo 30 aprile. Tuttavia, mancano ancora degli elementi fondamentali. Uno su tutti, una modifica importante richiesta dalle nuove linee guida della Commissione Europea, datate 22 gennaio 2021, per la redazione di ciascun Piano nazionale. In particolare, una parte del Piano deve essere integrato con misure per il sostegno alle nuove generazioni.

Proprio il Regolamento (UE) 2021/241 del 12 febbraio 2021 del Parlamento europeo e del Consiglio – oltre a trasformazione digitale, transizione verde crescita sostenibile e inclusiva, coesione sociale e territoriale, sanità e resilienza – ha definito e descritto il pilastro (il cosiddetto sesto pilastro) parlando di politiche per la prossima generazione, l’infanzia e i giovani, come l’istruzione e le competenze”.

È da sottolineare anche il 16° punto del regolamento, che recita: «Le riforme e gli investimenti nella prossima generazione, i bambini e i giovani, sono essenziali per promuovere l’istruzione e le competenze, comprese le competenze digitali, l’aggiornamento, e la riqualificazione della forza lavoro attiva, i programmi di integrazione per i disoccupati, politiche di investimento nell’accesso e nelle opportunità per i bambini e i giovani relative all’istruzione, alla salute, all’alimentazione, all’occupazione e all’alloggio, e politiche che colmino il divario generazionale in linea con gli obiettivi della Garanzia per l’Infanzia e della Garanzia dei Giovani».

Il nuovo gruppo interparlamentare Next Generation Italia per l’equità intergenerazionale e le politiche giovanili

A sostegno delle modifiche di dettaglio necessarie alla bozza del PNRR del precedente governo (datata 12 gennaio 2021), c’è stato un passo in avanti importante. Ci si riferisce alla creazione di un gruppo interparlamentare per l’equità intergenerazionale e le politiche giovanili.

La fondazione del gruppo si deve all’iniziativa del deputato Massimo Ungaro di Italia Viva, a cui hanno aderito 57 parlamentari facenti parte sia dell’opposizione che della maggioranza. Questo risultato ha concretizzato gli sforzi fatti dal Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG), l’organo consultivo della Presidenza del Consiglio dei Ministri che rappresenta le giovani generazioni nel rapporto con le Istituzioni.

La Presidente del CNG, Maria Cristina Pisani, ha dichiarato di essere molto felice che «si concretizzi la nostra proposta di costituire un intergruppo parlamentare per le politiche giovanili». Grazie a questo, i giovani avranno rappresentanza in Parlamento per quel che concerne la definizione del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza.

I risultati e le proposte dello studio del Consiglio Nazionale dei Giovani e della Fondazione Bruno Visentini

L’idea di un Pilastro interamente rivolto alle politiche per i giovani è nato dagli sforzi del CNG, in collaborazione con la Fondazione Bruno Visentini, oggi anche Osservatorio delle Politiche Giovanili. I due enti hanno infatti realizzato uno studio che tenesse conto delle previsioni contenute nel Regolamento UE 2021/241 del 12 febbraio scorso.

Ci si è accorti che la seconda bozza del PNRR italiano, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 12 gennaio, non prevedeva un pilastro per i giovani e che le risorse a loro destinate erano state inserite solo come priorità trasversale e orizzontale. C’è da dire, però, che la versione del PNRR presentata a inizio gennaio dall’allora governo Conte era più elaborata e precisa della precedente.

Erano stati infatti inseriti maggiori indicazioni su obiettivi, risorse e destinazione dei fondi, coerentemente con le indicazioni europee presenti nel Next Generation EU. Ciò che mancava era il livello di dettaglio richiesto dalla Commissione Europea, riferito a uno specifico elenco di obiettivi, ognuno affiancato a una precisa allocazione di risorse. È questo ciò che serve oggi per allinearsi alle previsioni normative del regolamento UE ed è da qui che ha mosso i propri passi lo studio in questione.

In particolare, l’analisi condotta agli inizi di febbraio mostrava come le risorse totali per il sostegno degli interventi rivolti direttamente agli under 35 e messe a disposizione dalla proposta di PNRR lo scorso 12 gennaio 2021 (le cosiddette “misure generazionali”), ammontassero a circa 4,53 miliardi di euro per il periodo 2021-2026. Di questi fondi, 3,6 miliardi di euro erano finanziati dal Recovery Plan e 0,93 miliardi di euro dal Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe (ReactEU). In tale contesto, le misure generazionali indicate (provvedimenti intesi a incidere sul divario generazionale, poiché diretti esclusivamente ai giovani under 35) erano pari solo al 2% dell’intero piano.

In questo senso, quindi, è stato necessario rivedere i conti per far sì che, con il nuovo pilastro per i giovani, il PNRR  potesse anche essere in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 non presenti nel Piano. Ciò che dovrebbe spingere verso la realizzazione di tale pilastro, e che ha smosso le coscienze in seno al Parlamento, è che saranno le nuove generazioni a pagare il prossimo debito. In questo senso, è fondamentale che vengano inseriti investimenti in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2030.

Ci si riferisce in particolare ai target 8.6 e 8b dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, entrambi da raggiungere già nel 2020. Tali target sono una strategia per l’occupazione giovanile e il raggiungimento della riduzione del numero di NEET. Proseguendo con lo studio, è stato osservato che, mantenendo il saldo complessivo invariato, è possibile ridistribuire le risorse a favore delle nuove generazioni.

Secondo i calcoli fatti, le risorse dedicate ai giovani attraverso misure esclusivamente generazionali potrebbero essere pari a 16,31 miliardi di euro, con specifici interventi nelle missioni indicate nel precedente Piano. Ci si riferisce alla missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività̀ e cultura”, alla missione 4 “Istruzione e ricerca” e alla missione 5 “Inclusione e coesione”.

Oltre a questa redistribuzione di risorse, lo studio in questione ha proposto l’aggiunta di alcune quote per un totale di 12,41 miliardi di euro, da destinare specificamente ai giovani, rilevabili nelle missioni numero 1, 4, 5 e 6 del Piano. Complessivamente, quindi, le risorse del Next Generation EU da assegnare ai giovani raggiungerebbero la quota di 28,72 miliardi di euro su una dotazione complessiva di 224 miliardi di euro (relativo alla somma del PNRR del 12 gennaio 2021). In questo modo, il pilastro per i giovani avrebbe un’incidenza complessiva rispetto a tutto il Piano pari al 12,83%.

Un confronto con gli altri Paesi

Lo studio ha inoltre fatto una disamina comparatistica fra i vari Paesi UE per comprendere, rispetto all’Italia, quanti sono stati i fondi del Next Generation EU destinati ai giovani. È risultato che il nostro Paese, senza le modifiche descritte precedentemente, sarebbe indietro rispetto ai principali Stati membri nel dedicare le risorse alle giovani generazioni.

Lo si può notare dalla figura in basso. In particolare, fra tutti i Paesi citati, la Spagna è quella che ha dedicato più risorse per le misure di orientamento e sostegno all’istruzione, alla formazione di accesso e on the job oltre che all’acquisizione di nuove competenze. 

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Figura 1 – Le risorse destinate ai giovani per tipologia di misura (%) – Fonte Fondazione Bruno Visentini

Lo studio ha paragonato anche l’incidenza delle singole misure sull’importo che i PNRR degli Stati destinano ai giovani e, come si può notare dalla successiva immagine, il risultato è molto interessante.

Infatti, se si adottasse la proposta del CNG, il nostro Paese raggiungerebbe la Spagna, che condivide con l’Italia alti tassi di disoccupazione giovanile e di NEET. Di contro, se si lasciasse invariata l’attuale dotazione, l’Italia scivolerebbe sotto la Germania, dove la situazione giovanile è ovviamente diversa.

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Figura 2 – Incidenza (%) degli interventi per i giovani sulle risorse complessivamente programmate dai PNRR – Fonte Fondazione Bruno Visentini

Il nuovo pilastro proposto dal Consiglio Nazionale dei Giovani, adesso al centro del dibattito parlamentare, dovrà sostenere lo sviluppo giovanile a 360 gradi: dalle misure per l’infanzia, al processo educativo e di acquisizione delle nuove competenze, dall’accesso al mercato del lavoro sino alla questione abitativa. In sostanza, per tutto il processo che li condurrebbe fino all’età matura e indipendente.

In particolare, la questione dell’indipendenza e la questione abitativa, come anche la Fondazione Visentini ha avuto modo di evidenziare nei suoi Rapporti, sono due dei maggiori ostacoli per sconfiggere il forte divario generazionale. Si spera quindi che con il nuovo pilastro per i giovani si possa dare una svolta decisiva per far sì che le nuove generazioni diventino finalmente protagoniste del loro futuro.


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