Alla ricerca della verità: di cosa parlano le voci «scomode» della pandemia

Abbiamo assistito a un meeting su Zoom tra diversi esponenti del panorama negazionista per capire di quale «verità» siamo all’oscuro.


Dove si riuniscono le voci cosiddette “scomode” che diffondono la verità che giornali e televisioni non rivelano sulla pandemia da coronavirus? Il 21 marzo si è tenuto sulla piattaforma Zoom un meeting organizzato da Alla ricerca della verità (ARDV) di Leonardo Leone, una sorta di life coach, con ospiti più o meno noti tra le voci fuori dal coro e che sostengono diverse teorie assimilabili al mondo del negazionismo anche se, ovviamente, tutti i partecipanti odiano tale definizione.

Gli ospiti di questo incontro della durata di circa tre ore sono tutti «massimi esperti nel loro settore», come si legge nell’invito. Alessandro Meluzzi viene presentato come «psichiatra ed esperto di geopolitica mondiale», ma lo si ricorda anche come “criminologo televisivo”, oltre che essere presbitero della chiesa ortodossa autocefala (non riconosciuta) autoproclamatosi “arcivescovo”.

L’ospite forse meno apprezzato dagli spettatori affezionati su Zoom – a vedere i commenti in diretta – è stato il medico e virologo Giulio Tarro, l’unico a citare numeri accertati sulla pandemia, presentato come colui che «ha sconfitto il male a Napoli» (il virus respiratorio sinciziale), anche se ufficialmente il team che ha lavorato all’isolamento e all’identificazione del virus negli anni Settanta ha pubblicato uno studio ben cinque anni prima di quello di Tarro.

Non poteva mancare Diego Fusaro, noto filosofo e fondatore di Vox Italia; a concludere la lineup «lo scrittore libero» Cosimo Massaro e Gaetano Vilnò, «esperto in politiche bancarie». Come presenza eccezionale, “ospite speciale”, il dottor Stefano Montanari, il medico famoso per aver negato la presenza di un’emergenza Covid e denunciato morti irregolari registrate tra i decessi a causa della pandemia.

Chi è l’ospite speciale?

Montanari è stato più volte segnalato e denunciato dagli esponenti del Patto trasversale per la Scienza per le teorie pericolose di cui è autore e divulgatore insieme alla moglie, la dottoressa Antonietta Gatti. 

Per Montanari il nuovo coronavirus sarebbe esattamente «come le altre influenze che abbiamo sempre avuto», in grado di mutare – come è nella natura di un virus – ed è impossibile da inseguire con un vaccino. «Tutti i vaccini antinfluenzali sono delle buffonate» poiché, secondo il ragionamento di Montanari, «si producono in continuazione vaccini per una malattia che non c’è più». 

Altre affermazioni di Montanari hanno suscitato clamore: dato che «il virus inoculato col vaccino è attenuato, in alcuni soggetti è capace di replicarsi e riprendere vitalità» e per questo motivo «chi si vaccina ha molte più probabilità di ammalarsi di chi non si vaccina». 

Con il nuovo coronavirus, secondo Montanari, la situazione è peggiore per la sua velocità di mutazione: chi si vaccina per questo coronavirus, in pratica, potrebbe ammalarsi di ogni altra variante (anche se diversi studi scientifici hanno dato esiti decisamente incoraggianti rispetto alla protezione dalle diverse varianti oggi conosciute, inglese, sudafricana e brasiliana).

Il pubblico di un meeting negazionista

«Il bene vincerà» solo grazie al «risveglio delle coscienze» davanti un disastro sanitario, economico e psicologico come quello rappresentato dalla pandemia. Sì, perché chi «continua a non capire che siamo sottomessi», come indicato da personaggi come Diego Fusaro e non solo, deve aprire gli occhi sulla realtà della dittatura sanitaria, dell’origine sospetta del virus, dei vaccini «prodotti con i feti» e del momento storico «apocalittico» che stiamo vivendo.

L’aria che si respira, più che negazionista è pessimista: quasi tutti gli interventi si caratterizzano per la nota malinconica di un generico “non c’è speranza”. I commentatori della trasmissione chiedono insistentemente «cosa dobbiamo fare?», «dobbiamo solo aspettare?», «non c’è modo di ribellarsi?». 

Ed è lo scollamento tra l’agitazione e la convinzione popolare, quella degli spettatori, e la (apparente) moderazione dei relatori che suscita qualche spunto di riflessione, che ci porta momentaneamente lontano dalle chiacchiere in Alla ricerca della verità: forse c’è troppa pancia e poche ma disastrose idee in tutto questo; forse le parole, spesso avventate, di questo o quell’altro esponente, hanno mosso molto più di quello che era necessario perché, si sa, chi tocca le emozioni, le paure, è più persuasivo e, in tal senso, i social hanno provocato reazioni a catena. 

Sullo schermo si vedono dei guru davanti una massa di seguaci pronti alla ribellione, a smascherare il complotto, come quello citato da un commento: «Biden è un attore con una maschera, l’ho vista muoversi sotto la cravatta, il vero Biden è morto in Cina dopo che è stato ucciso a causa della presenza di alcune sue industrie dannose, e lo stesso Bill Gates, Obama e quella specie di moglie Michelle».

Meluzzi o Merluzzi?

Anche se tra gli spettatori arrivano commenti che chiamano lo psichiatra-arcivescovo “Merluzzi”, ci auguriamo che il suo ragionamento intorno a Hegel e Brecht sia stato invece perfettamente compreso.

Il Meluzzi show tra geopolitica e filosofia elabora un contraddittorio appello al disvelamento: «Bisogna essere realisti, molto aderenti alle cose» e per essere realisti «bisogna capire la strategia di chi sta conducendo il gioco». Insomma, per essere realisti bisogna immaginare l’alternativa alla realtà delle cose, che è esattamente il concetto di negazionismo: la sostituzione della realtà con un’altra ben più potente e impressionante.

Qual è, quindi, la realtà del «gioco geopolitico economico finanziario»? Il nuovo coronavirus, che sia stato provocato, liberato o casuale, «si sarebbe dovuto inventare». La pandemia è arrivata in un momento di «crisi dei titoli tossici, crisi del rapporto tra la monetazione e i fondamentali dell’economia in tutti i Paesi del mondo occidentale, crisi di fiducia generalizzata, con la crescita del modello cinese, la totale delega del deep state americano e della finanza in favore della produzione cinese» motivo per cui è stato necessario arrivare a dover «tirare una riga». 

«Chi è rimasto fregato è tutto il ceto medio», una situazione che sarebbe in atto in Italia. A dimostrazione di ciò – con un balzo acrobatico – la condotta politica per cui Draghi avrebbe evitato l’azzeramento delle cartelle a debito delle multe fino al 2015, fatto che permetterebbe un drammatico «esproprio ai danni dei cittadini indebitati» (la storia del maxi “condono” previsto dal Dl Sostegni e della cancellazione di 61 milioni di cartelle esattoriali è un po’ diversa).

Presunto “esproprio” per mano di chi? «Grandi finanziarie europee, non europee con radici nei vari Rothschild, Rockefeller, Soros, Barbour» che verranno ad acquisire beni immobili con moneta fresca e a quattro soldi. Verremo derubati del nostro mondo, con «gli anziani rinchiusi nelle riserve come gli indiani d’America, i giovani inebetiti dai loro smartphone, dall’educazione a distanza, dalle canne, dalla loro cultura gender, chiusi in casa, alimentati dal reddito di cittadinanza, trasformati in zombie». 

Tutto questo sarebbe stato inoltre «già deciso dal mondo finanziario che governa il Pianeta, lo stesso che ha deciso l’abbattimento di Trump e l’intronazione di questo demente, Biden, che verrà sostituito da Kamala Harris». Non c’è futuro per il popolo italiano, secondo Meluzzi – qui torna l’evergreen – e «Mussolini aveva ragione quando diceva che è inutile governare il popolo italiano».

Contestazioni per le parole del virologo

Sulle bufale che hanno alimentato le leggende sulla diffusione del nuovo coronavirus si sono scritti terabyte e terabyte di articoli. Il virologo Giulio Tarro rimarca i dubbi sull’origine del virus che più che naturale sembra essere «artificiale», probabilmente manipolato in laboratorio, citando i controversi studi di Montagnier. Richiama però a «non fare troppa fantascienza» sulla volontarietà della diffusione del virus. Ma non è questo il motivo della reazione accesa del pubblico su Zoom.

alla ricerca della verità

Il virologo non solo fa presente che la mortalità in qualche modo “legata” ai vaccini – anche se gli studi accreditati escludono correlazioni – è così bassa da essere considerata «tollerabile», ma plaude al lavoro fatto in Cina sui lockdown immediati, sulla chiusura delle frontiere e sullo screening ampio della popolazione, operazioni che hanno permesso di «liberare» più velocemente la popolazione e far rientrare più rapidamente la pandemia. In pratica smonta alcuni dei capisaldi della retorica negazionista.

Inevitabili i commenti negativi sulle parole di Tarro, forse l’unico lampo di lucidità sui dati della pandemia. Un altro ospite, quello che trova intesa col virologo perché «tra matematici ci si intende», Vilnò, sfoggia invece l’assurdo perché «va bene che c’è lo 0,002 per cento di morti per il vaccino, ma se muoio io, per me, è il 100 per cento di probabilità».

Tarro mostra senza giri di parole una sostanziale giustificazione della sospensione di Astrazeneca per ulteriori e doverosi controlli. Una valanga di spettatori increduli ha quindi espresso il proprio disappunto su quello che potrebbe essere stato il “mezzo autogol” del meeting negazionista: «Tarro non risponde alle domande», «ma cosa sta dicendo?», «non è vero, stanno morendo un sacco di persone col vaccino» e così via.

Il versante drammatico

Oltre un’ora dell’incontro è stata dedicata all’insorgenza di sindromi depressive, al disagio mentale, all’aumento di casi di suicidio in Italia e dell’uso di psicofarmaci solo nell’ultimo anno di pandemia e chiusure.

Il leitmotiv dei guru del risveglio, un «basta!» in tutte le sue espressioni, punta il dito contro le limitazioni, i lockdown – indiscutibilmente causa diretta di malesseri e disagi sociali non indifferenti – ma non incita direttamente nessuno alla “ribellione” o alla “violazione di norme” (sarebbe un reato, anche su Zoom). 

«È se l’emergenza non terminasse?» Questo periodo che «potrebbe non avere fine» sarebbe preparatorio per un nuovo tipo di società controllata, orwelliana, incapace di reagire e di riappropriarsi della «libertà rubata» da illeciti Dpcm e da governanti sempre meno eletti e più padroni delle nostre vite. 

Alla ricerca della verità: l’abbiamo trovata?

Seppur affascinanti per certi aspetti e ricche di riferimenti letterari, le teorie estremiste di questo tipo, quelle negazioniste, brillano proprio di quel fascino fantastico, immaginario e immaginifico, proprio di certe opere letterarie e dei romanzi distopici.

La verità, però, non sta nel mezzo: è vero, è un periodo duro, che richiede sacrifici per la vita e per il consumismo ai quali siamo abituati noi occidentali (improvvisamente alla riscoperta delle “privazioni”), sacrifici per i quali molti perderanno e molti altri guadagneranno, come in ogni guerra, a seconda della prospettiva; ma è una condizione che finirà, e con l’aiuto della scienza, come dimostrano i Paesi che sono avanti nelle vaccinazioni e come è sempre stato nella storia del genere umano.


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Daniele Monteleone

Caporedattore, responsabile "Società". Scrivo tanto, urlo tantissimo. Passione irrinunciabile: la musica. Ho un amore smisurato per l'arte, tutta.