Il coraggio e la passione di Bianca Bianchi

Bianca Bianchi nacque a Vicchio, in provincia di Firenze, il 31 luglio del 1914. Alla morte del padre si trasferì a Rufina e, successivamente, a Firenze. Dedicò la sua vita allo studio, conseguendo il diploma magistrale e, dopo qualche anno, la laurea in Magistero (Pedagogia e Filosofia) con la tesi dal titolo “Il pensiero religioso in Giovanni Gentile”.

Insegnò in diverse città italiane. Ma il suo metodo di insegnamento anticonvenzionale, che prevedeva tra l’altro l’introduzione dello studio della cultura ebraica – a quel tempo esclusa dal programma didattico dello Stato italiano – le costò il licenziamento, con il conseguente trasferimento all’estero. Nel 1941, Bianca Bianchi si trasferì dunque in Bulgaria e vi rimase per circa un anno, accettando l’incarico di insegnante di lingua italiana.

Rientrò in Italia subito dopo la caduta del regime fascista e, nel 1945, si iscrisse al PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria) diretto da Giuseppe Saragat e Pietro Nenni.

Prese parte attivamente alla vita politica del paese portando avanti i suoi valori antifascisti. Il 2 Giugno 1946 venne eletta all’Assemblea Costituente, diventando una delle 21 “Madri costituenti”. Si occupò di istruzione, sistema pensionistico, diritti dei figli naturali, obbligatorietà del riconoscimento paterno, lavoro e occupazione. Dopo due anni venne eletta in Sicilia per la Lista di Unità Socialista.

Al termine della sua carriera politica decise di occuparsi alla Scuola d’Europa di Montesenario, di cui fu fondatrice. Fu eletta consigliera comunale a Firenze e collaborò con il quotidiano La Nazione. Scrisse anche molti libri, per lo più autobiografici, attraverso i quali ci è stato consentito di comprendere il reale percorso di vita di una donna rimasta orfana da ragazzina, ma al tempo stesso una donna forte, pronta ad abbattere le difficoltà e a superare se stessa, mantenendo sempre vivo il ricordo di ciò che le era stato insegnato. Una donna colta, coraggiosa, rivoluzionaria.

Bianca Bianchi morì a Firenze il 9 luglio del 2000, lasciandoci un’eredità ricca di pensieri e valori. Un esempio da seguire, di coraggio e audacia, passione e sacrificio.

Copertina tratta da cultura.ilfilo.net


 
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